BORRI (Burri, de Burris), Squarcino
Appartenente a una famiglia nobile milanese, probabilmente di origine longobarda, i cui membri avevano più volte rivestito la carica di console del Comune, il B. è noto esclusivamente per la sua partecipazione a una delle fasi più violente della lotta tra Torriani e Visconti. Mancano, infatti, sue notizie prima del 1269, quando compare tra i nobili milanesi banditi dai Torriani e viene nominato capitano degli stessi nobili. A questa data egli aveva già concesso la figlia Bonacosa in moglie a Matteo Visconti, dietro richiesta dello zio di questo, il vescovo Ottone.
L'anno seguente i nobili milanesi fuorusciti decisero di trovare un appoggio, per la loro lotta, nel marchese del Monferrato Guglielmo VII, il quale si andava sempre più allontanando dall'alleanza tra i Torriani e gli Angioini per avvicinarsi al re di Castiglia, Alfonso X, uno dei pretendenti al trono imperiale. Il B. venne incaricato di condurre le trattative con Guglielmo VII, e nel 1271 0 1272 si recò in Spagna per sollecitare dallo stesso Alfonso - che i ghibellini riconoscevano come re dei Romani - aiuti militari per la lotta contro i Torriani. Vi venne accolto con grande onore e ottenne dal re il cingolo della milizia e la promessa dell'invio di ottocento soldati che sarebbero stati posti al comando del marchese del Monferrato: questi - che nel 1271 aveva sposato la figlia di Alfonso, Beatrice - avrebbe avuto, il titolo di vicario generale d'Italia.
Le truppe spagnole giunsero in Italia nel 1274 alla guida di Buoso da Dovera e si misero agli ordini del marchese del Monferrato. Questi occupò Alessandria e si diresse quindi verso Alba. In aiuto della città accorsero i Milanesi insieme con l'esercito che Carlo d'Angiò aveva inviato a loro sostegno. La battaglia fu favorevole agli Spagnoli: Alba e altre città passarono al marchese del Monferrato.
Nel frattempo Napo Della Torre era riuscito a ottenere da Rodolfo d'Asburgo, nuovo imperatore, il vicariato per Milano e la promessa di una squadra di Alamanni. Di fronte al pericolo di un rafforzamento militare dei Torriani, i fuorusciti guidati dal B., e gli Spagnoli l'11 novembre si mossero per attaccare la città ove nel frattempo era scoppiata una sommossa. Il pronto intervento di alcune città e dei borghi a favore dei Torriani rese vano il tentativo, mentre a Milano Napo Della Torre riusciva a domare la sommossa e ad esiliarne i promotori.
Il 14 genn. 1275 gli esuli milanesi, insieme con le truppe spagnole, i Pavesi e i Novaresi di nuovo ribelli occuparono il ponte sul Ticino e ne fecero prigioniero il presidio. I cronisti sono concordi nell'elogiare l'intervento del B. a favore dei prigionieri: egli, infatti, decise di non trattenerli e li rinviò a Milano, contribuendo così ad accrescere il favore dei cittadini verso il partito visconteo e acquistando nel Comune grande popolarità.
Subito dopo il B. e il suo esercito guadarono il Ticino, ruppero l'argine del Ticinello, ritornarono verso Magenta e Cuggiono, e il 1º febbraio dettero alle fiamme Castelletto senza trovare opposizione da parte delle truppe milanesi. Ripassato, poi, il Ticino, si congiunsero con gli alleati e il 5 febbraio attaccarono Pombia e Vigevano. Quest'ultima resistette strenuamente. Ostacolati dalla neve, i Milanesi non riuscirono a intervenire e il marchese del Monferrato abbatté le fortificazioni di Vigevano e quindi si ritirò verso Novara.
Rimasti soli, i fuorusciti fecero scorrerie nei territori del Seprio e della Martesana. Per contrastarli i Torriani inviarono truppe a Carate: il B. e i suoi soldati, occupate le terre circostanti, irruppero a Carate con il favore degli abitanti. Ma l'intervento di Napo e Francesco Della Torre alla guida di nuove milizie li costrinse a fuggire. Il B. riparò allora sul Ticino con tutto il suo esercito e il bottino fatto a Carate.
Questa sembra essere l'ultima notizia sul B.: nel 1276 i fuorusciti milanesi elessero loro capitano Gotifredo conte di Langosco e, alla sua morte, Ottone Visconti.
Fonti eBibl.: P. Giovio, Le vite de i dodici Visconti principi di Milano, Vinetia 1549, pp. 14r-17r; B. Corio, L'historia di Milano..., Vinegia 1554, p. 135; Tristani Calchi Historiae patriae libri viginti, Mediolani 1627, p. 353; Galvanei Flammae Manipulus florum sive historia mediolanensis, in Rerum Italicarum Scriptores, XI, Mediolani 1727, coll. 698 s.; G. Giulini, Memorie della città e campagna di Milano, IV, Milano 1857, pp. 591, 598, 616, 626; G. Franceschini, La vita sociale e politica nel Duecento, in Storia di Milano, IV, Milano 1954, pp. 319, 326; P. Litta, Le famiglie celebri ital.,sub voce Visconti, tav. II.