SQUALERMO, Luigi detto Anguillara
– Benché non siano noti né il luogo né la data di nascita, la maggior parte degli studiosi concorda nel collocarli in Anguillara Sabazia (Bracciano) intorno al 1512. Secondo l’autorevole cronista Marco Guazzo (1546), «Aluigi Romano» era figlio di «Francesco Squalermo physico del santissimo Papa Leone» (p. 373).
Fu allievo di Luca Ghini a Bologna, città nei cui dintorni, nel 1539, compì le prime escursioni botaniche documentate. Stando alle testimonianze dello stesso Anguillara, negli anni Quaranta effettuò numerosi viaggi scientifici in Italia (Toscana, Lazio, Veneto, Abruzzo, Marche). Di altri viaggi – in Provenza, in varie località della Dalmazia, a Creta – si ignora l’esatta datazione.
L’inusuale ampiezza delle indagini floristiche sul campo fece di lui un esperto riconosciuto di fitogeografia. Nell’agosto del 1546 i Riformatori dello Studio lo nominarono ‘herbario e maestro’ del neocostituito ‘orto medicinale’ di Padova e a tal fine gli fu assegnata un’abitazione presso l’orto stesso. In qualità di primo prefetto dell’istituto, ebbe modo di tessere relazioni con tutti i più importanti botanici e speziali del tempo. Pur non avendo compiti di insegnamento presso l’Università, ebbe come allievo Joachim Camerarius (1588). Nelle lettere inviate a Ulisse Aldrovandi tra il 1553 e il 1561, il medico e naturalista senese Pietro Andrea Mattioli formulò giudizi sprezzanti sulla qualità del lavoro scientifico svolto da Anguillara (Raimondi, 1906, pp. 144 s., 173 s.; Ferri, 1998, pp. 84-86). A Padova, tuttavia, Anguillara fu in ottimi rapporti con studiosi autorevoli quali Gabriele Falloppio e Giacomo Antonio Cortuso; ebbe inoltre influenti patrocinatori tra i proprietari di giardini privati come i patrizi veneziani Pietro Antonio Michiel, Lorenzo Priuli, Filippo Pasqualigo e i nobiluomini Giacomo Contarini, Alvise Cornaro e Torquato Bembo.
L’impegno profuso per incrementare il patrimonio dell’orto botanico non gli impedì di proseguire le esplorazioni fitogeografiche. Nel 1554 compì un’escursione al monte Baldo con Francesco Calzolari, poi visitò la Lombardia e il Friuli; nella primavera del 1560 visitò la Puglia; nell’estate dello stesso anno erborizzò nelle montagne di Norcia insieme a Evangelista Quattrami e agli speziali Giulio Moderato e Francesco Accoramboni.
Nel luglio del 1561 passò al servizio di Alfonso II d’Este in qualità di semplicista e curatore del giardino ducale. A Ferrara fu amico del medico e professore Alfonso Pancio, un cultore della botanica amico di Ulisse Aldrovandi. Nel 1567 compì un nuovo viaggio botanico in Puglia; nel 1569 e 1570 si recò a Bologna alla ricerca di succedanei per la teriaca.
Persona modesta e riservata, visse a Ferrara in ristrettezze economiche fino alla morte, avvenuta il 5 settembre 1570 forse a seguito di un’epidemia di peste.
Opere. L’unica sua opera a stampa, Semplici dell’eccellente m. Luigi Anguillara, liquali in più pareri à diversi nobili huomini scritti appaiono (Venezia, Vincenzo Valgrisi, 1561), fu pubblicata per iniziativa di Giovanni Marinello che vi inserì due tavole incise (pp. 140 e 277). L’esistenza di una traduzione latina, Aloysii Anguillarae de simplicibus liber, cum notis Gaspari Bauhini (Basileae, apud Henricum Petrum, 1593), è attestata dall’autore delle annotazioni: G. Bauhin, Phytopinax, Basileae, per Sebastianum Henricpetri, 1596, Authores qui in hoc opere citantur.
Fonti e Bibl.: M. Guazzo, Historie di tutti i fatti degni di memoria nel mondo successi dall’anno M.D.XXIIII, Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, 1546, pp. 373-375; C. Gesner, De hortis Germaniae, Argentorati, excudebat Iosias Rihelius, 1561, p. 239v; P.A. Mattioli, I Discorsi nelli sei libri di Pedacio Dioscoride Anarzabeo della materia medicinale, Venetia, Vincenzo Valgrisi, 1565, pp. 33, 38, 51, 63, 277; J. Camerarius, Hortus medicus et philosophicus, Francofurti ad Moenum, apud Iohannem Feyerabend, 1588, p. 97; E. Quattrami, Tractatus perutilis atque necessarius ad theriacam, mitridaticamnque antidotum componendam, Ferrariae, apud Victorium Baldinum, 1597, pp. 85, 91; A. Zeno, [Nota biografica], in G. Fontanini, Biblioteca dell’eloquenza italiana, II, Venezia 1753, pp. 332 s.; A. von Haller, Bibliotheca botanica, t. I, Tiguri 1771, p. 379; G. Marini, Degli archiatri pontifici, I, Roma 1784, p. 199; K. Sprengel, Historia rei herbaria, I, Amstelodami 1807, passim, II, 1808, p. 117; R. De Visiani, L’orto botanico di Padova, Padova 1842, pp. 6-9; G. Marsili, Dei patrizii veneti dotti nella cognizione delle piante, Padova 1842, pp. 10-12; P.A. Saccardo, La botanica in Italia, Padova 1895, p. 15; L. Legré, La botanique en Provence: Louis A., Pierre Belon, Charles de l’Ecluse, Antoine Constantin, Marseille 1901; H. Schelenz, Geschichte der pharmazie, Berlin 1904, p. 394; C. Raimondi, Le lettere di Pietro Andrea Mattioli a Ulisse Aldrovandi, in Bullettino senese di storia patria, 1906, vol. 13, f. 1-2, n. 1, pp. 121-185 (in partic. pp. 144 s., 159, 173 s.); G.B. De Toni, Luigi Anguillara e Pietro Antonio Michiel, in Annali di botanica, 1910, vol. 8, pp. 617-685 (in partic. 628, 638, 670); Id., Nuovi documenti intorno Luigi Anguillara, primo prefetto dell’orto botanico di Padova, in Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 1910-1911, t. 70, pp. 289-307; L. Sabbatani, Il Ghini e l’Anguillara negli orti di Pisa e di Padova, in Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, 1923, vol. 14, pp. 307-309; G. Gola, L’orto botanico di Padova, Padova 1947, pp. 12, 27 s.; R. Gallo, Due informazioni sullo Studio di Padova della metà del Cinquecento, in Nuovo Archivio veneto, 1963, vol. 72, pp. 17-100 (in partic. p. 74); E.L. Greene, Landmarks of botanical history, Stanford 1983, p. 734; M. Azzi Visentini, L’orto botanico di Padova e il giardino del Rinascimento, Roma 1984, pp. 106, 257-259; R. Palmer, Pharmacy in the Republic of Venice in the sixteenth century, in The medical Renaissance of the sixteenth century, a cura di A. Wear - R.K. French - I.M. Lonie, Cambridge 1985, pp. 100-117 (in partic. pp. 101-103); T. Pesenti, Il «Dioscoride» di Pier Andrea Mattioli e l’editoria botanica, in Trattati di prospettiva, architettura militare, idraulica e altre discipline, a cura di D. Gioseffi et al., Vicenza 1985, pp. 61-103 (in partic. p. 86); A. Arber, Herbals. Their origin and evolution, Cambridge 1986, pp. 11, 277; M. Azzi Visentini, L’orto botanico di Padova nelle testimonianze dei viaggiatori, in Museologia scientifica, IX (1992), pp. 119-144 (in partic. p. 123); P. Findlen, Possessing nature, Berkeley 1994, pp. 160, 166, 179, 181 s., 184, 202, 205, 257, 366; R. Trevisan, Luigi Anguillara, in L’orto botanico di Padova 1545-1995, a cura di A. Minelli, Venezia 1995, pp. 57-59; S. Ferri, Il “Dioscoride”, i “Discorsi”, i “Commentari”: gli amici e i nemici, in Pietro Andrea Mattioli, Siena 1501 - Trento 1578, a cura di S. Ferri, Ponte S. Giovanni 1997, pp. 22-24, 30, 33, 36, 39; Ead., I rapporti tra i prefetti del giardino di Padova e Pietro Andrea Mattioli, in Museologia scientifica, XIV (1998), 1, suppl., pp. 83-92 (in partic. pp. 84-87); P. Bussadori, Gli orti botanici patavini tra il XVI ed il XVIII secolo, ibid., pp. 133-144 (in partic. pp. 134, 136); P. Findlen, The formation of a scientific community: natural history in sixteenth-century Italy, in Natural particulars, a cura di A. Grafton - N. Siraisi, Cambridge (Mass.) 1999, pp. 369-400 (in partic. pp. 389 s.); A. Clericuzio, Chemical medicine and paracelsianism in Italy, 1550-1650, in The practice of reform in health, medicine, and science, 1500-2000, a cura di S. Mandelbrot - M. Pelling, London-New York 2005, p. 62; An oak spring herbaria, a cura di L. Tongiorgi Tomasi - T. Willis, Upperville Virginia 2009, pp. 248, 307; F. Govi, I classici che hanno fatto l’Italia, Modena 2010, pp. 102 s., 109, 373; V. Pugliano, Botanici e artigiani a Venezia: i (pochi) amici di Carolus Clusius, in Jahrbuch für Europäische wissenschaftkultur, 2011, vol. 6, pp. 1- 25 (in partic. pp. 9, 16, 21); F. De Vivo, La farmacia come luogo di cultura: le spezierie di medicine in Italia, in Interpretare e curare. Medicina e salute nel Rinascimento, a cura di M. Conforti - A. Carlino - A. Clericuzio, Roma 2013, pp. 129-142 (in partic. p. 134); C. Bellorini, The world of plants in Renaissance Tuscany. Medicine and botany, New York 2016, pp. 50, 78, 88, 98.