squadrismo
Il fenomeno politico-sociale della violenza armata di squadre d’azione fasciste contro gli esponenti del movimento operaio e le loro organizzazioni che si verificò in Italia nel primo dopoguerra. All’inizio lo s. fu espressione della persistente mentalità combattentistica di reduci della Prima guerra mondiale, ma ben presto fu assorbito dal che lo utilizzò per la propria affermazione. Le squadre fasciste fecero la loro comparsa verso la fine del 1920, in partic. nella zona compresa tra Bologna, Ferrara e Piacenza; dalla loro base logistica nelle città raggiungevano con automezzi i centri agricoli e operai, devastando camere del lavoro, sedi di leghe e cooperative, circoli, redazioni di giornali e tipografie. Dal 1925 il consolidarsi del regime portò alla cosiddetta normalizzazione del fenomeno squadrista. A partire dagli anni Sessanta, si è parlato di neosquadrismo con riferimento alla teorizzazione e alla pratica della violenza da parte di gruppi di estrema destra che si riproponevano di riorganizzare il disciolto partito fascista e le squadre di azione fasciste. Più in generale il termine indica l’organizzazione, l’impiego e l’attività di squadre d’azione a scopo intimidatorio e repressivo nei confronti degli avversari politici.