spreaddato
p. pass. e agg. (iron.) Reso più caro dallo spread, dal differenziale tra il tasso di rendimento dei titoli pubblici emessi da uno Stato dell’Eurozona e quello dei titoli pubblici tedeschi.
• [tit.] Preclusa la ricetta americana, per ridurre il debito non resta che rifornirsi di liquidità pagando il denaro spreaddato [testo] [...] Finite le cartucce, alle banche come allo stato non è rimasto altro che rifornirsi di liquidità pagando il denaro «spreaddato», cioè con quel differenziale di costo che copre il maggior rischio di insolvenza che ogni istituto o stato ha in funzione della capacità maggiore o minore di rimborsare i debiti. (Franco Buganè, Italia Oggi, 3 settembre 2012, p. 8).
- Derivato dal s. ingl. spread ‘oscillazione, scarto, differenziale’ con l’aggiunta del suffisso -ato.