sporgere
In If XVII 120 con li occhi 'n giù la testa sporgo (D. è in groppa a Gerione), il verbo è usato nel senso proprio di " protendere " verso l'esterno, con un'idea di sospensione; così anche al participio attributivo, in Pg VI 16 pregava con le mani sporte, " protese ".
La forma pronominale si registra in If XXXIV 122 nel senso di " emergere ": quando Lucifero precipitò dal cielo, la terra, che pria di qua si sporse [" si innalzava sopra la superficie del mare... nell'emisfero australe ", Scartazzini-Vandelli], / per paura di lui fé del mar velo.
Riprende il significato di " estendere " analogo a quello visto nei primi due luoghi, ma in senso traslato, in Pd X 39 È Beatrice quella che sì scorge / di bene in meglio, sì subitamente / che l'atto suo per tempo non si sporge. E poiché si tratta di un'estensione nel tempo anziché nello spazio - " ma spazio e tempo si commutano ", osserva il Tommaseo -, tutta l'espressione viene a significare che il moto di Beatrice " est istantaneus, et ideo non in tempore percipitur " (Serravalle, e così i commentatori moderni; anche il Petrocchi, il quale, contro al non si scorge congetturato dal Porena pure in questo verso, sostiene che " è più che persuasivo non si sporge, ‛ non si distende ' nel tempo, e quindi ‛ è simultaneo ' ": cfr. ad l.). I codici leggono anche non si porge (tra gli antichi il Poggioli); così poi nel Landino.