SPIRITUALI
. Il nome di spirituale designava nel Medioevo un uomo interiore, profondamente religioso, e fu dato a quei frati minori che, non tenendo conto dello sviluppo naturale dell'Ordine, rimasero fermi alla lettera della regola specialmente riguardo alla povertà. Erano perciò contrarî alle grandi case e allo studio, e il loro ideale era lo stato primitivo dei tempi di S. Francesco e dei suoi compagni. Quasi tutti, poi, seguivano le dottrine di Gioacchino da Fiore. Tutto ciò li metteva in contrasto con il grosso dell'Ordine e con la Chiesa, alla quale negavano il diritto d'interpretare e molto meno di mitigare la regola francescana. Troviamo gli spirituali, nella seconda metà del sec. XIII e all'inizio del sec. XIV, in Italia e nel mezzogiorno di Francia, divisi in tre gruppi: gli spirituali delle Marche, di Toscana e della Provenza. Siamo meglio informati sul primo gruppo, cui apparteneva Angelo Clareno, storico del movimento.
Le prime tracce degli spirituali nelle Marche si trovano sotto il generale Crescenzio da Iesi (1244-1247), il quale li represse. Il movimento riprese più potente verso il 1274, quando si sparse la voce che il II concilio di Lione aveva decretato di concedere la facoltà di possedere agli ordini mendicanti. Risultata infondata questa voce, gli "zelanti" (altro nome dato agli spirituali) dichiararono che in nessun caso si sarebbero sottomessi a un tal decreto se fosse stato dato. Dispersi e imprigionati in varî conventi, furono liberati dal generale Raimondo Gaufredi nel 1289, e dallo stesso mandati nella missione fra gli Armeni di Cilicia. Perseguitati anche lì dai frati della Siria, ritornarono in Italia (1294), dove una loro deputazione con a capo Liberato da Macerata e col consenso di Iacopone da Todi, ottenne da Celestino V l'autonomia sotto il nome di Poveri eremiti di Celestino. Ma Bonifazio VIII revocò la concessione e allora gli spirituali si rifugiarono in Grecia, donde fecero ritorno in Italia nel 1304-5. Morto fra Liberato verso il 1307, Angelo Clareno ne prese la direzione, e si recò alla corte papale di Avignone, dove stette in casa del cardinale Giacomo Colonna (1311-18), ma non poté impedire la condanna del suo gruppo con la bolla Sancta Romana del 30 dicembre 1317, nella quale gli spirituali sono dichiarati eretici "fraticelli".
Gli spirituali di Toscana, ricordati la prima volta nel 1307, verso la fine del 1312 s'impadronirono violentemente dei conventi di Carmignano, Asciano e Arezzo. Una parte fuggì poi in Sicilia, altri furono minacciati dall'Inquisizione (1313-14), e allora raggiunsero i fuggiaschi in Sicilia. Furono condannati per la bolla Gloriosam ecclesiam del 23 gennaio 1318. La loro storia ulteriore si confonde con quella dei fraticelli di Sicilia e delle provincie meridionali del regno.
Il gruppo provenzale fu capitanato da Pietro di Giovanni Olivi (morto nel 1298), ma la dottrina che questi professò sulla regola francescana risale a Ugo di Digne (morto verso il 1255). Olivi ebbe molti aderenti tra i secolari, che dopo la sua morte lo veneravano come santo, e furono poi processati dall'Inquisizione. L'intervento di Arnaldo di Villanova determinò Clemente V a chiamare i capi degli spirituali provenzali, tra i quali Raimondo Gaufredi e con l'aggiunta dell'italiano Ubertino da Casale, per sentire le loro lamentele contro la comunità dell'Ordine, rappresentato da Raimondo Fronsac e Bonagrazia di Bergamo. Le parti esposero le loro ragioni dinnanzi a una commissione di cardinali (1309-1312). Il risultato fu la decretale Exivi sulla regola, e la condanna di alcune dottrine dell'Olivi nel concilio di Vienne (1312). Mentre la vacanza della S. Sede (1314-1316) peggiorò la posizione degli spirituali, Giovanni XXII volle porre fine al movimento. Quattro ostinati, tra i quali un Aquitano, finirono sul rogo a Marsiglia nel 1318, altri furono imprigionati a vita.
Bibl.: Fondamentali sono i lavori di F. Ehrle, in Archiv für Literatur und Kirchengeschichte, I-IV, Friburgo in B. 1885-88, dove è data anche la migliore edizione (parziale) di Angelo Clareno, Historia VII tribulationum; altra edizione (deficiente) presso J. Döllinger, Beiträge zur Sektengeschichte, II, Monaco 1890, pp. 417-526; ediz. completa italiana a cura di L. Malagoli, Cronaca delle tribolazioni di Angelo Clareno, Torino 1931; René de Nantes, Histoire des Spirituels, Couvin-Parigi 1909; K. Balthasar, Geschichte des Armutsstreites im Franziskanerorden, Münster in W. 1911; L. Oliger, Expositio Regulae Fratrum Minorum auctore Angelo Clareno, Quaracchi 1912; id., Fr. Bertrandi de Turre processus contra Spirituales Aquitanie (1315) et Card. Jacobi de Columna litterae defensoriae Spiritualium Provinciae (1316), in Arch. Franc. Hist., XVI (1923), pp. 323-355; D. L. Douie, The Nature and the Effect of the Heresy of the Fraticelli, Manchester 1932; E. Benz, Ecclesia Spiritualis, Stoccarda 1934 (libro a tesi). Per le collezioni generali, v. fraticelli; frati minori.