SPIRA (ted. Speyer; A. T., 51-52)
Antica città della Germania nel Palatinato renano, posta presso la riva sinistra del Reno, dove in questo confluisce lo Speyerbach (che nel sec. VII le ha dato l'attuale nome, che è in connessione con una radice che significa sporco, dati i terreni che il fiume traversa). Spira aveva nell'antichità e nel medioevo importanza come città di ponte e la sua posizione era stata messa in valore con l'aiuto di alcuni privilegi e dall'essere libera città imperiale e sede (1513-1689) dell'alta corte di giustizia. Distrutta completamente dai Francesi alla fine del secolo XVII, più non si riebbe e tuttora ha l'aspetto d'un quieto centro di provincia, anche se è il capoluogo del Palatinato. Asse principale della città è la Maximilianstrasse, che ha inizio davanti al duomo (rifatto tra il 1820 e il 1858) e l'attraversa da oriente a occidente; delle antiche mura resta solo una torre (Altpörtel), che è sufficiente tuttavia a testimoniare dell'antica imponenza. La città possiede un piccolo porto sul Reno, ma non è invece congiunta con la riva destra da nessun ponte stabile; questo si trova tra Ludwigshafen e Mannheim, dove pulsa in pieno la vita industriale, che a Spira è rappresentata solo da qualche piccola officina tessile e meccanica e da un calzaturificio. Gli abitanti, che erano 16 mila nel 1885 e sono ora 27.340, traggono pure qualche profitto dal commercio di vino e frutta, prodotti nel bassopiano renano.
Monumenti. - La cattedrale - S. Maria e S. Stefano - la più importante e ampia costruzione tedesca di stile romanico primitivo, fu iniziata dall'imperatore Corrado II circa il 1030 e terminata da Enrico IV verso il 1106. Sotto quest'ultimo imperatore l'edificio originario fu rimaneggiato: pur conservandone la pianta basilicale, si sostituì la copertura piana con vòlte; particolare costruttivo che s'incontra ivi per la prima volta in Germania e che dà al duomo di Spira una grande importanza nell'architettura europea. Le loggette pensili torno torno all'esterno e al coro risalgono, sembra, essenzialmente al periodo costruttivo posteriore all'incendio del 1159 e palesano influssi lombardi. L'aspetto attuale del duomo ha perso la sobrietà e l'imponenza originarie in seguito ai reiterati danni (1689 e 1792), ai restauri radicali del Hübsch e alla decorazione pittorica in stile nazzareno eseguita dallo Schrandolph dopo il 1850. Quasi intatta è rimasta la cripta, d'un carattere raccolto e severo, priva di decorazione. Nel corpo centrale colpisce la grande altezza, sottolineata dallo slancio delle mezze colonne. Presso la cripta sono i semplici sarcofagi di cinque imperatori tedeschi: Corrado II, Enrico III, Enrico IV, Enrico V e Rodolfo I, del quale resta la lastra tombale (1285 circa), fortemente restaurata. Tra le poche opere d'arte rimaste dopo il saccheggio francese del 1792 ricordiamo il gruppo in pietra dell'Annunciazione di Nicolò Gerhaert von Leyden (circa 1470), alla cui bottega appartiene anche la cosiddetta "testa del monaco di Spira" (circa 1484). La chiesa della SS. Trinità (1701-17) è buon esempio di edificio protestante barocco a sala, di semplice struttura.
L'"Altpörtel" è una delle più belle porte turrite della Germania (secoli XIII e XVI). Nel museo storico del Palatinato si trova, tra altro, la collezione di pittura dello stato, con buone opere dell'arte barocca tedesca e olandese.
Storia. - Spira è l'antica Noviomagus dei Galli, la Civitas Nemetum o Augusta Nemetum dei Romani, una delle più antiche città renane. Conquistata da Giulio Cesare nel 74 a. C., fu fortificata e divenne municipio. Verso il 300 fu distrutta dai Germani. Riedificata da Costantino e poi da Giuliano, divenne nel sec. IV sede episcopale; nel secolo V però perdette il seggio episcopale dopo le devastazioni dei Vandali e degli Unni, e lo riebbe solo al principio del VII, dopo la conquista franca. Con il trattato di Verdun Spira entra a far parte della storia della Germania in senso proprio (Impero Franco d'Oriente). Accanto al podestà nominato dalla curia vescovile, il quale era competente per la minuta giurisdizione, vi risiedette fino al 1146 un burgravio di nomina regia. Nel 1146 anche la giurisdizione di questo passò al vescovo: ai primi del secolo seguente la città riusci a toglierla al vescovo, facendola propria. Di qui hanno inizio le lunghe lotte fra il vescovo e la città, che riuscì nel 1294 a ottenere il grado di città libera, benché non ottenesse nessun territorio, e contasse solo 30.000 abitanti (il primo statuto del Consiglio, concesso già da Enrico V, fu confermato da Filippo di Svevia nel 1198); nel 1350 il governo della città passò alle corporazioni. Nel 1346 e nel 1381 vi si tennero le diete delle città libere. Spira acquistò poi grande celebrità come sede del tribunale supremo dell'impero, che vi rimase quasi ininterrottamente dal 1513 al 1689. Fu in questa qualità che divenne sede di molte diete. Nel 1544 vi si firmava il trattato che da Spira prese il nome, che concludeva la "guerra danese" con la rinuncia degli Asburgo alla corona dano-norvegese. Durante la guerra dei Trent'anni passò dagli Svedesi, che l'avevano conquistata agl'Imperiali, ai Francesi (1632-35); nel 1688 passò alla Francia, nel 1689 fu incendiata e distrutta dai Francesi che dovevano lasciarla; e nel 1792 fu incendiata una seconda volta, dal Custine. Dal 1801 al 1814 fu capoluogo del dipartimento francese Mont-Tonnerre (Donnersberg); nel 1815 passò alla Baviera (ma il vescovato rimase spezzato, dopo che col 1801 la parte alla sinistra del Reno era passata a Magonza).
Il vescovato. - Il vescovato, esistente forse già nel sec. IV, è documentato certamente nel 614, quando il vescovo Ilderico prese parte al concilio di Parigi. Nel 748 divenne suffraganeo di Magonza. Con la Riforma, circa i due terzi dei fedeli abbandonarono il cattolicismo; parecchi vi ritornarono durante la guerra dei Trent'anni, per poi passare nuovamente alla Riforma. Nel 1801, la parte della diocesi che si trovava sulla sinistra del Reno fu unita a quella di Magonza; nel 1803 il vescovato fu soppresso; ma ristabilito, in virtù del concordato bavarese, nel 1817 come suffraganeo di Bamberga.
Le diete. - Grande importanza per la storia religiosa e politica hanno alcune diete riunitesi a Spira durante il periodo della Riforma. Le più note sono quelle del 1526 e del 1529, generalmente designate come "prima" e "seconda". Ma già nel 1523 e nel 1524 si discusse e progettò a Spira l'abolizione della forma di governo (Reichsregiment) decisa nella dieta di Worms del 1521.
Nella dieta del 1526, l'accordo tra principi luterani, e soprattutto la difficile situazione, e per conseguenza la debolezza, di Carlo V, permisero che si preparasse una deliberazione ("recesso", o "retratto" ted. Reichstagsabschied) per cui si sarebbe riconosciuto il matrimonio dei preti, la concessione del calice ai laici, l'uso del tedesco nella liturgia del battesimo e dell'eucaristia. Dopo lunga discussione, fu approvato il celebre recesso secondo il quale ogni stato dell'impero avrebbe dovuto comportarsi, nei riguardi dell'editto di Worms che metteva al bando Lutero, e in attesa del concilio, "nel modo in cui esso sperava e confidava di rispondere di fronte a Dio e alla maestà imperiale". In base a questa decisione, i principi luterani si sentirono autorizzati a promuovere la costituzione delle chiese territoriali luterane.
Completamente diversa, invece, la situazione nel 1529; quando, per la maggior potenza di Carlo V e per la presenza di una maggioranza cattolica, fu possibile ai commissarî imperiali proporre, e alla Dieta approvare, in virtù della pienezza dei poteri (Machtvollkommenheit) imperiale, l'annullamento della decisione del 1526, stabilendo che l'editto di Worms dovesse avere esecuzione negli stati che lo avevano accettato; che negli altri non si sarebbero fatte altre innovazioni, salvo restando il diritto dei cattolici alla messa tradizionale; che non si sarebbe concessa alcuna tolleranza ai negatori della presenza reale e agli anabattisti; e che nessun ente ecclesiastico potesse essere privato della sua autorità o dei suoi beni. Fu questa la causa della "protesta" presentata il 19 aprile solennemente, da 6 principi e 14 città; queste ultime, in maggioranza zwingliane.
Importante fu pure la dieta del 1544, che accordò a Carlo V sussidî e milizie contro la Francia.
Bibl.: W. Meyer-Schwartau, Der Dom zu Speyer, Berlino 1893; E. Carlebach, Stadt und Bistu Speyer im Laufe der Jahrhunderte, Heidelberg 1932; H. Weigert, Die Kaiserdome Speyer, Mainz und Worms, Berlino 1933; Die Kunstdenkmäler der Pfalz, III, a cura di B. H. Röttger, Monaco 1934.