Vedi SPINA dell'anno: 1966 - 1997
SPINA (v. vol. VII, p. 446)
Saggi di scavo, ricerche geomorfologiche e nuove esplorazioni hanno permesso di definire la situazione topografica del delta padano in età classica. Il ramo principale delle digitazioni padane nel VI sec. a.C. correva a S del Po attuale e corrisponde al Pado Vetere del IX sec. a.C. A valle di Guastalla esso si riconosce nel dosso fossile del Gavello (Gabellus) fino a Bondeno, poi nel Po morto di Ferrara, nel corso asciutto del Sandalo e nel Verginese ¡fino a S., situata nel punto d'incontro con il consolidato litorale protostorico. La città era limitata a E dal corso principale del Po, da un altro fiume a S e dalla laguna a O. La chiudeva una palizzata circondariale, che reggeva un argine, più robusto a E per resistere alle piene del Po, di cui segue l'andamento naturale, mentre a O fu rettificato per m 400 per seguire l'orientamento dell'impianto urbanistico. Questo presenta un'organica scansione ad assi ortogonali tra loro, i maggiori diretti a Ν con una leggera deviazione stagionale a E (cardines). Sotto gli incroci degli assi dell'impianto urbanistico erano stati collocati dei ciottoloni con decussisi; eccezionale uno con incisa l'indicazione mi tular. Alcune stradine erano pavimentate con ciottolini alpini, altre con pietrame appenninico, altre con frantumi di laterizî.
Interrotti gli scavi nella necropoli, dal 1965 al 1979 si è scavato nella città. Una serie di saggi ha permesso di definire il perimetro dell'abitato (esso occupa, un isolotto triangolare di c.a 6 ha, lungo c.a 600 m con vertice a Ν e base di c.a 200 m a S) e di individuare la palizzata esterna e alcune porzioni delle abitazioni all'interno, specialmente nella zona NO e in una fascia O-E a Ν del moderno canale collettore che attraversa la città antica. Scavi organici hanno interessato una fascia O-E di c.a 200 m per 20 sulla sponda S del canale collettore suddetto, mettendo in luce la larga palizzata O, un'area libera con una piccola struttura quadrangolare, una serie di abitazioni e la robusta palizzata E.
Le abitazioni, fondate su palificazioni in rovere, avevano le strutture portanti lignee, le pareti di incannucciata intonacata e talora di tavole all'interno. Le coperture erano straminee e solo in età ellenistica a tegole e coppi su orditura di travi e tavole. I pavimenti, raramente di tavole, erano per lo più a semplice battuto e i focolari vi occupavano posizioni varie. Si distinguono tre fasi edilizie principali: una capannicola, una a prevalente struttura lignea e una tarda a travi e laterizî. Non sono stati ancora individuati complessi edilizî a carattere pubblico o religioso.
I materiali ceramici attestano che S. fu fondata intorno al 525 a.C. e che durò fino al 225 a.C. circa, confermando i dati offerti dalla necropoli. Abbonda la ceramica importata, essenzialmente attica; scarsa è quella corinzia convenzionale mentre sono numerose le anfore greche, soprattutto le corciresi; dall'Etruria giunse poca ceramica volterrana. Più ampiamente attestate sono le ceramiche locali di uso domestico: quelle a pasta grigia e a decorazione dipinta sono state classificate recentemente. La produzione fittile locale attestata da una fornace, da un'ampia gamma di distanziatori per vasi e da scarti di lavorazione comprende vasi d'impasto e ceramica figulina acroma, grigia, dipinta, a vernice nera e altoadriatica.
Anche la metallurgia è ampiamente documentata, sin dalla prima fase urbana, da crogiuoli, scorie di bronzo e di ferro, forni a pozzetto. Accanto alla ben nota funzione commerciale di tramite fra il Mediterraneo e il continente europeo, si intravede ora un più limitato movimento di esportazione di ceramiche e bronzi locali nell'Etruria padana e nell'Adriatico settentrionale. Manca la monetazione; è presente solo l’aes rude.
Di grande importanza sono le nuove acquisizioni relative alla scrittura e alla lingua di S., grazie al rilevante numero di graffiti vascolari rinvenuti nell'abitato, per lo più destinati a indicare là proprietà del vasellame. Prevale la lingua etrusca, ma compaiono anche quella greca e, nella fase più tarda, la venetica. Particolarmente importanti sono tre alfabetari etruschi usati come prontuari e alcune serie alfabetiche parziali, che avevano funzione magica.
Bibl.: In generale: S. Uggeri Patitucci, G. Uggeri, Spina. Risultati degli scavi nell'abitato, 1965-19J3, in BAnnMusFerr, III, 1973, pp. 162-170; iid., Spina, in StEtr, XLII, 1974, pp. 69-97; iid., ibid., XLIV, 1976, pp. 402-406; F. Berti, Spina. L'abitato alla luce degli ultimi scavi, in La Romagna tra VI e IV sec. a.C. nel quadro della protostoria dell'Italia centrale, Bologna 1985, pp. 189-196; Ν. Alfieri, Spina «polis hellenis», in La formazione della città preromana in Emilia Romagna. Atti del Convegno di Studi, Bologna 1988, pp. 283-288; G. Uggeri, Interventi idraulici nell'Etruria padana, in Gli Etruschi maestri di idraulica, Perugia 1991, pp. 69-72; Spina. Storia di una città tra Greci ed Etruschi (cat.), Ferrara 1993.
Ceramica: L. Massei, Le ceramiche del pittore Shuvalov a Spina, in MEFR, LXXXV, 1973, pp. 437-481; T. Poggio, Ceramica a vernice nera di Spina: le oinochoai trilobate, Milano 1974; L. Massei, Gli askoi a figure rosse nei corredi funerari delle necropoli di Spina (Testi e documenti per lo studio dell'antichità, 59), Milano 1978; N. Alfieri, Spina, I. La ceramica, Bologna 1979 (con bibl. prec.); D. Baldoni, Spina. I doli di Valle Trebba, Ferrara 1981; ead., Ceramica d'importazione a Spina. Un gruppo di vasi corinzi, in BAnnMusFerr, XII, 1982, pp. 27-52; S. Uggeri Patitucci, Classificazione preliminare della ceramica dipinta di Spina, in StEtr, LI, 1983, pp. 91-139; ead., Classificazione preliminare della ceramica grigia di Spina, in Studi in memoria di M. Zuffa, Rimini 1984, pp. 139-169; ead., Evidenze tecniche della produzione ceramica a Spina in età ellenistica, in Proceedings of the 3rd Symposium on Ancient Greek and Related Pottery, Copenaghen 1988, pp. 624-632; ead., Aspetti della ceramica locale di Spina nel V e IV sec. a.C. La ceramica grigia, in Πρακτικα του XII Διεθνους συνεδρίου κλασικης αρχαιολογιας, Αθηνα 1983, II, Atene 1988, pp. 173-179; L. Paoli, A. Parrini, Corredi di età ellenistica dalla necropoli di Spina, Ferrara 1988; Lo specchio della musica, Bologna 1988; Dionysos. Mito e mistero (cat.), Bologna 1989; Dionysos, mito e mistero. Atti del Convegno, Comacchio 1989, Ferrara 1991; G. Riccioni, Note preliminari per una classificazione dei crateri a campana «alto adriatici» di Spina, in StEtr, LVI, 1989-90, p. 85 ss.; ead., Il «Pittore senza occhi» su due crateri a calice, in La civiltà picena nelle Marche, Ripatransone 1992, pp. 432-447; ead., Un singolare ceramografo alto-adriatico, in StEtr, LVIII, 1992, p. 149 ss.; N. Alfieri, Spina e la ceramica attica, Roma 1994.
Altri materiali: N. Alfieri, Tipi navali nel delta antico del Po, in BAnnMusFerr, III, 1973, pp. 145-161; G. Uggeri, Scarabeo etrusco dall'abitato di Spina, in Atti e Memorie Deputazione Ferrarese, s. III, XIII, 1973, pp. 1-7; G. Sassatelli, L'Etruria Padana e il commercio dei marmi nel V secolo, in StEtr, XLV, 1977, pp. 109-147; G. Kapitän, Klutikuna's Anchor, in IntJNautA, XV, 1986, pp. 133-136; E. Hostetter, Bronzes from Spina, I. The Figural Classes. Tripod, Kraters, Basin, Cista, Protome, Utensil Stands, Candelabra and Votive Statuettes, Magonza 1986; La coroplastica di Spina, immagini di culto, Ferrara 1987; Celti ed Etruschi nell'Italia centro-settentrionale, Bologna 1987; E. Hostetter e altri, A Bronze Situla from Tomb 128, Valle Trebba, in StEtr, LIX, 1993, pp. 211-225.
Epigrafia: S. Uggeri Patitucci, G. Uggeri, Nuovi alfabetari dell'Etruria Padana, in StEtr, XXXIX, 1971, pp. 431-438; iid., Alfabetario doppio di Spina, in Atti e Memorie Deputazione Ferrarese, s. III, XIII, 1973, pp. 9-26; iid., in StEtr, XLI, 1973, pp. 270-279, 385-388; XLII, 1974, pp. 188-203, 348 s.; XL VI, 1978, pp. 288-323, 394 s.; XL VII, 1979, pp. 397-304 ; XLVIII, 1980, pp. 332-359; XLIX, 1981, pp. 236-242; G. Uggeri, Primo contributo all'onomastica spinetica, in Studi storico-linguistici in onore di Fr. Ribezzo, Mesagne 1978, pp. 331-416; id., Spina: alfabetizzazione e lingue, in La formazione della città in Emilia Romagna, cit., III, pp. 79-98; id., Spina, in StEtr, LVII, 1991, pp. 245-263; M. Martelli, Spina, ibid., LIX, 1993, pp. 238-242.
(G. Uggeri)