spietato
Aggettivo usato esclusivamente in poesia, con funzione sia attributiva che predicativa, nel significato fondamentale di " crudele ".
In alcuni luoghi della Commedia il termine assume un particolare rilievo semantico, indicando crudeltà che si esercita nei confronti dei parenti e che, quindi, viola il naturale vincolo di pietà che unisce i congiunti (v. Cv IV XIII 13 molte volte contra la debita pietade lo figlio a la morte del padre intende): in If XVIII 89 sono dette femmine spietate le donne di Lemno, che, trascurate dai loro uomini per volontà di Venere, uccisero tutti costoro; fortemente espressiva l'antitesi di Pd IV 105 per non perder pietà si fé spietato, riferita ad Almeone, il quale, per osservare la naturale pietà verso il padre Anfiarao, uccise la madre Erifile, divenendo così s. verso di lei (la fonte è in Ovidio Met. IX 408 " erit facto pius et sceleratus eodem, ", ove però, a differenza di quanto accade nel verso dantesco, all'antitesi che oppone i significati non si accompagna un'eguale antitesi fra i significanti; cfr. anche Pg XII 49-51); in Pd XVII 47 è detta spietata e perfida noverca Fedra, a causa della sua condotta verso il figliastro Ippolito (cfr. Ovidio Met. XV 492-546). Si aggiunga, con valore di sostantivo, Rime dubbie VIII 5 Di così spietata e disdegnosa / la gran bellezza di veder m'appago, dove l'aggettivo significa ancora " crudele " (cfr. i vv. 1-2 Nulla mi parve mai più crudel cosa / di lei; e si veda Pagliaro, Ulisse 613-614).
Con valore più generico in Fiore CCXXXII 1 Ricchezza la spietata, e 5 Gelosia ch'è sì spietata.
L'aggettivo è talvolta in ipallage: in Pg XXXII 65 sono detti occhi spietati quelli di Argo, il guardiano di Io (cfr. Ovidio Met. I 568-747; cfr. anche Pg XXIX 94-96): vedi la parafrasi del Vandelli (" lo spietatamente vigile custode di Io "), secondo cui l'attributo è da riferire ad Argo stesso. Cfr. inoltre If XII 106: nel Flegetonte si piangon li spietati danni " inferti [dai tiranni] alle loro vittime " (Porena); Rime dubbie V 3 spietata fraude; XVII 13 pensier... spietati, " crudeli " al punto ched ognun par che sia crudel veleno (v. 14). V. anche DISPIETATO.