spicciare
Il verbo compare solo nella Commedia, sempre in rima. In If XIV 76 (spiccia / fuor de la selva un picciol fiumicello), significa " sgorgare ", " scaturire ", " uscir con forza ", ed è proprio dei liquidi; bene Benvenuto: " idest erumpit ". Identico significato conserva in Pg IX 102 come sangue che fuor di vena spiccia, che descrive il colore del porfido... fiammeggiante.
In If XXII 33 una rana rimane e l'altra spiccia, ha però il valore metaforico di " balzare ", " saltar via ", giacché " auctor large capit ‛ spicciare ' pro fugere, recedere " (Serravalle). Cfr. Ovid. Met. VI 370 ss. " iuvat... / saepe super ripam stagni consistere, saepe / in gelidos resilire lacus ").
Si noti che queste sono le uniche rime in -iccia nella Commedia (nel canzoniere tale rima non ricorre mai): con arsiccia e raccapriccia nel primo caso; con arsiccia e s'ammassiccia nel secondo; con Barbariccia e n'accapriccia nel terzo.
Il verbo appare infine, come variante, in If X 136 facea spicciar suo lezzo, in luogo di spiacer; cfr. Petrocchi, ad locum.