Vedi SPHYRELATON dell'anno: 1966 - 1997
SPHYRELATON (v. vol. VII, p. 444)
Di fondamentale importanza per la conoscenza della scultura greca realizzata con la tecnica dello s. è la recente ricostruzione, dopo molti anni di delicato restauro, del monumentale toro in argento rinvenuto nel 1939 a Delfi, in una fossa votiva sotto la Via Sacra. Benché alcuni accorgimenti tecnici nella sua realizzazione siano stati presumibilmente determinati dalle notevoli dimensioni dell'animale (quasi due metri e mezzo di lunghezza) inconsuete per la statuaria greca arcaica in metallo documentata da evidenze archeologiche, la statua resta una testimonianza importante per conoscere alcuni procedimenti di lavorazione.
La figura aveva un supporto interno in legno, di cui durante lo scavo furono rinvenuti i resti carbonizzati. Nei punti staticamente significativi un'armatura di listelli di rame rinforzava le giunzioni tra le lamine; queste, lavorate a colpi di martello dall'interno, erano fissate lungo i listelli con due fitte serie parallele di chiodi, mentre alcuni margini, p.es. sui fianchi del toro, erano inchiodati direttamente sull'ossatura lignea. Gruppi irregolari di chiodi in varí punti del corpo servivano probabilmente a sostenere il modellato plastico della statua, e a evitare la deformazione delle lamine. Diversi particolari anatomici, tra cui le corna, il crine del muso e gli zoccoli, erano dorati. La statua, attribuita stilisticamente a un artista ionico della metà del VI sec. a.C., per la preziosità del materiale impiegato e le dimensioni doveva costituire un anàthema particolarmente sontuoso; per questo è stato ipotizzato che facesse parte di un'offerta consacrata ad Apollo Pizio da un dinasta orientale o da una ricca città della Ionia. Non si può non pensare ai ricchi doni di Creso, re della Lidia, ancora in parte visibili a Delfi ai tempi di Erodoto (I, 50).
La particolare preziosità della dedica acquista ancora più evidenza se messa in rapporto con i frammenti di statue crisoelefantine rinvenuti in una fossa contigua e contemporanea a quella in cui furono deposti i resti del toro: poiché almeno due delle statue sono attribuibili ad artisti ionici del VI sec. a.C., si è ipotizzato che si trattasse di uno stesso donario, sotterrato verso la fine del V sec. a.C., in seguito a un incendio o a qualche altro evento catastrofico a noi ignoto.
In generale, i restanti esempî già noti di s. negli ultimi anni non sono stati oggetto di specifici studi monografici o di ricerche di laboratorio, utili a formulare ipotesi di attribuzione su basi non esclusivamente stilistiche.
È da segnalare la recente edizione degli s. rinvenuti nel Santuario di Olimpia: un busto femminile alato, a grandezza pressoché naturale, databile all'inizio del VI sec. a.C. (v. bronzo, p. 745, fig. 826); diversi frammenti pertinenti a una triade femminile, di circa due terzi delle dimensioni naturali, e infine una protome femminile, verosimilmente completata da una acconciatura di tipo dedalico, databile verso la metà del VII secolo. Si tratta di importanti esemplari di grande statuaria in cui si ravvisano elementi stilistici greco-insulari, ionici e laconici.
La triade di Dreros, tuttora la più antica testimonianza pervenutaci di s., oltre che l'unico documento certo di statue di culto realizzate con tale tecnica, viene adesso cronologicamente collocata da molti studiosi entro l'ultimo trentennio dell'VIII sec. a.C., benché manchi un accordo unanime in assenza di dati di scavo. Le statuette si inseriscono bene nella tradizione artistica locale che, accanto alla conservazione di motivi subminoici, elabora nuovi elementi di stile geometrico, contribuendo alla nascita della scultura monumentale. Per altri aspetti esse si collocano in una fiorente tradizione bronzistica attiva a Creta nell'VIII sec. a.C. e nella prima metà del VII, stimolata da apporti orientali che recenti studi vanno sempre più configurando; la figura dell'Apollo si accosta a una serie di documenti della produzione artistica cretese e in particolare per tecnica, stile e alcuni elementi iconografici, è strettamente confrontabile con i kriophòroi in lamina d'oro dalla tomba 2 di Khaniale Tekke, e ai frammenti di s. di Palaikastro e Praisos, anch'essi rappresentanti dei kouroi, probabilmente di datazione più recente.
Un frammento di s., ancora inedito, proviene dal Santuario di Artemide a Brauron (Museo B.E. 119): si tratta di una figura femminile di dimensioni ridotte, di tradizione dedalica, databile alla fine del VII sec. a.C. Resta il lato anteriore della statuetta costituito da una sola lamina di bronzo, di cui è in parte conservato il margine laterale destro. La figura veste un lungo chitone aderente, stretto in vita da una cintura; le masse di capelli ai lati del viso scendono sulle spalle suddivise in fasce orizzontali; sul capo resta traccia di un pòlos; con una leggera incisione sono indicati i dettagli anatomici e dell'abbigliamento.
Con la tecnica dello s. sono realizzati alcuni busti funerari etruschi di epoca arcaica in bronzo e, più raramente, in argento; provengono da Marsiliana d'Albegna (Circolo della Fibula e Circolo degli Avori) e dalla c.d. Tomba di Iside a Vulci e sono stilisticamente collegabili con la consuetudine delle sfere antropoidi e dei canopi piuttosto che con la plastica greca. Con tecnica analoga sono realizzate due figure femminili dalla tomba principesca di Castel San Mariano presso Perugia. Analogie stilistiche e tecniche con i frammenti sopra ricordati di Olimpia presentano infine le due figure di pòtnia theròn che ornano i prometopìdia bronzei dalla tomba 101 di Braida di Serra di Vaglio, databile entro la fine del VI sec. a.C.
Bibl.: In generale: I. Bald Romano, Early Greek Cult Images (diss.), Pennsylvania 1980, pp. 284 s., 365; W. Fuchs, J. Floren, Die griechische Plastik (HandArch, I), Monaco 1987, pp. 135 ss., 233 ss., 304; C. C. Mattusch, Greek Bronze Statuary. From the Beginning through the Fifth Century B.C., Londra 1988, p. 41 ss., 182 s.; D. Haynes, The Technique of Greek Bronze Statuary, Magonza 1992, p. 11 ss.; R. Thomas, Griechische Bronzestatuetten, Darmstadt 1992, p. 10 ss., 31. - Fonti: J. Papadopoulos, P. Cellini, Xoana e sphyrelata. Testimonianze delle fonti scritte, Roma 1980 (da integrare con le recensioni di W. H. Gross, in Gnomon, LIV, 1982, pp. 570-573 e F. Jurgeit, in Gymnasium, XCII, 1985, pp. 1-153). - Ricerche in campo semantico, in particolare per il collegamento della nozione tecnica indicata dal termine sphyrelaton con la figura di Dedalo: F. Frontisi-Ducroux, Dèdale. Mythologie de l'artisan en Grèce ancienne, Parigi 1975. - Toro di Delfi: P. Amandry, Rapport préliminaire sur les statues chryséléphantines de Delphes, in BCH, LXIII, 1939, pp. 86, 109 ss., fig. 13, tav. XXXVIII (inizialmente interpretato come leone); id., Statue de taureau en argent. Etudes delphiques (BCH, Suppl. IV), Atene 1977, pp. 273- 293; id., Chios and Delphi, in Chios. A Conference at the Homereion in Chios 1984, Oxford 1986, p. 228, tav. IV A e fig. 17. - Statue crisoelefantine di Delfi: P. Amandry, Rapport préliminaire..., cit., tav. XIX ss.; id., in AA, 1942, c. 115 ss., fig. 8 ss.; id., Plaques d'or de Delphes, in AM, LXXVII, 1962, p. 35 ss., tavv. V-XV; J. B. Carter, Greek Ivory-Carving in the Orientalizing and Archaic Periods (diss.), New York 1985, p. 163 ss. - Anathema di Creso a Delfi: H. W. Parke, Croesus and Delphi, in GrRomByzSt, XXV, 1984, pp. 200-232; G. Nenci, I donativi di Creso a Delfi, in AnnPisa, XXIII, 1993, p. 319 ss. - Materiali del Santuario di Olimpia: ARepLondon, 11, 1964-1965, p. 14, fig. 15; 12, 1965-1966, p. 10, fig. 12; BCH, LXXXIX, 1965, p. 744, fig. 2; H.-V. Hermann, Olympia, Monaco 1972, p. 114, fig. 37; E. Jahre e altri (ed.), Deutsche Ausgrabung in Olympia, Monaco 1972, tav. VI, 1; A. Mallwitz, H.-V. Hermann, Die Funde aus Olympia, Atene 1980, pp. 54, 137, tav. XCV; C. Rolley, Die griechischen Bronzen, Monaco 1984, figg. 6, 99, 253; A. Giuliano, Arte greca, I, Milano 1986, p. 148; E. Kunze-Götte, in IX. Olympia Bericht, Berlino-New York 1994, pp. 101-139, tavv. XXXVI-LVI. - Busto di Samo: F. Croissant, Les protomés féminines archaïques, Parigi 1983, p. 44 s.; A. Giuliano, op. cit., p. 148. - Triade di Dreros: J. Boardman, The Cretan Collection in Oxford. The Dictaean Cave and Iron Age Crete, Oxford 1961, passim, in part. p. 137, fig. 52 B; id., The Khaniale Tekke Tombs, II, in BSA, LXII, 1967, pp. 61, 69; K. Schefold, Die Griechen und ihre Nachbarn, Berlino 1967, pp. 70, 161, fig. 12; C. Rolley, Griechische Kleinkunst, I. Die Bronzen (Monumenta Graeca et Romana, V), Leida 1967, p. 4, figg. 38-40; G. M. A. Richter, Korai, Londra 1968, p. 32, nn. 16-17, figg. 70-75; ead., Kouroi, Londra 1970, p. 26, figg. 12-13; N. M. Kontoleon, Παρατηρηθεις εις την δαιδαλικην τεχνην της Κρητης, in Πεττραγμενα του Γ’ Διεθνους Κρητολογικου, Ρεθυμνον 1971, I, Atene 1973, pp.139-149; C. Davaras, Die Statue aus Astritsi, Berna 1972 (AntK, Suppl. VIII), p. 51 ss., n. 2, figg. 50-51 (con bibl. prec.); H.-V. Hermann, Zum Problem der Entstehung der griechischen Großplastik, in Wandlungen. Studien zur antiken und neueren Kunst E. Homann Wedeking gewidmet, Waldsassen 1975, pp. 35-48 in part. p. 44 s.; M. Robertson, A History of Greek Art, I, Cambridge 1975, p. 39; I. Beyer, Die Tempel von Dreros und Prinias A, Friburgo 1976, p. 154 ss., n. 58, tavv. XLVII-XLVIII, LI, 4-5; Ε. Β. Harrison, Notes on Daedalic Dress, in The Journal of the Walters Art Gallery, XXXVI, 1977, pp. 37-48, fig. 4 (sull'abbigliamento delle statuette femminili); F. Canciani, Eléments chypriotes dans les bronzes crétois pendant la période orientalisante, in Acts of International Archaeological Symposium «The Relations between Cyprus and Crete, ca. 2000-500 B. C. », Nicosia 1978, Nicosia 1979, p. 275 ss.; R. Hampe, E. Simon, Tausend Jahre frühgriechischer Kunst, Monaco 1980, p. 253, fig. 415 (con foto dell'Apollo dopo il recente restauro); P. Cellini, in J. Papadopoulos, op. dt., p. 97 ss., tavv. IV-V, IX; A. Lembesi, Χαλκινο γεωμετρικο ειδωλιο aπo την Κρητη, in Στηλη. Τομος εις μνημην Ν. Κοντολεοντος, Atene 1980, ρ. 87 ss., tav. XXVI, β-γ; E. Walter Karydi, Η γενεση της βασης του αγαλματος στην ελληνικη τεχνη, ibid., p. 172 ss.; ead., Die Entstehung der griechischen Statuenbasis, in AntK, XXIII, 1980, pp. 3-12, in part. p. 8 ss.; P. Blome, Die figürliche Bildwelt Kretas in der geometrischen und früharchaischen Periode, Magonza 1982, p. 10 ss., tav. IV, 1-2; A. Lembesi, To ελεφαντινο ειδωλιο του νεου απο τη Σαμο, in ASAtene, LXI, 1983, p. 303 ss., fig. 19; M. Daumos, in LIMC, II, 1984, p. 265, n. 658, tav. CCXXXVII, s.v. Apollon ; L. Kahil, ibid., p. 709, n. 1135, s.v. Artemis; A. Giuliano, op. cit., p. 147 ss. - Kriophòroi da Khaniale Tekke: J. Boardman, in BSA, LXII, 1967, p. 69, nn. 47-48, tav. XI; I. Beyer, op. cit., p. 154, n. 57, tav. XLIV, I; A. Lembesi, Χαλκινο γεωμετρικο, cit., p. 92, tavv. XXVII β e ΧΧΙΧ β. - Frammento di sphyrèlaton da Palaikastro: S. Benton, Bronzes from Palaikastro and Praisos, in BSA, XL, 1939-40, p. 55, n. 33, tavv. ΧΧVΙΙΙ, ΧΧΧΙΙΙ; C. Davaras, op. cit., p. 52, n. 3; I. Beyer, op. cit., p. 157, n. 60. - Frammenti di sphyrèlaton da Praisos: S. Benton, art. cit., p. 57, nn. 31-32, tav. XXXI, 31. - Sulla produzione artistica cretese di VIII- VII sec. e in particolare sulle officine di bronzisti si vedano anche: F. Canciani, Bronzi orientali e orientalizzanti a Creta nell'VIII e VII secolo, Roma 1970; J. Boardman, Daedalus and Monumental Sculpture, in Πεπραγμενα του Δ'Διεθνους Κρητολογικου Συνεδριου, Ηρακλειο 1976,I, Atene 1980, p. 43 ss. : Α. Lembesi, Το ιερο του Ερμη και της Αφροδιτης στη Συμη Βιαννου, I, ι. Χαλκινα κρητικα τορευματα, Atene 1985; Ε. Magou, S. Philippakis, C. Rolley, Trépiedes géométriques de bronze. Analyses complémentaires, in BCH, CX, 1986, p. 121 ss. - Frammento di sphyrèlaton da Brauron: L. Kahil, in LIMC, II, 1984, p. 630, n. 80, tav. CDXLVIII, s.v. Artemis. - Busto da Vulci, c.d. Tomba di Iside: S. Haynes, Zwei archaisch-etruskische Bildwerke aus dem «Isis-Grab» von Vulci, in AntPl, IV, Berlino 1965, pp. 13-24, tavv. IX-XI; F. Johansen, Reliefs en bronze d'Etrurie, Copenaghen 1971, p. 140 ss.; M. Cristofani, I bronzi degli Etruschi, Novara 1985, pp. 16, 289 s., n. in (con bibl. prec.). - Busti di Marsiliana d'Albegna: A. Minto, Marsiliana d'Albegna, Firenze 1921, p. 276, tav. XLIII; C. Albizzati, Osservazioni su oggetti del VII sec. a.C. trovati nell'Italia centrale, in Acme, V, 1952, p. 606, fig. 11; F. Johansen, op. cit., p. 140 ss.; M. Cristofani, op. cit., p. 288, n. 109. - Figure femminili da Castel San Mariano: U. Höckmann, Die Bronzen aus dem Fürstengrab von Castel San Mariano bei Perugia, Monaco 1982, p. 62, nn. 24-25, tav. XXXIV, 1-2, figg. 43,2 e 44,2. - Prometopìdia di Vaglio di Basilicata: A. Bottini, E. Setari, Basileis? I più recenti rinvenimenti a Braida di Serra di Vaglio, risultati, prospettive e problemi, in BA, 16-18, 1992, p. 24 ss., figg. 46-49.