SPEUSIPPO (Σπεύσιττττος, Speusippus)
Filosofo accademico e nipote per parte materna di Platone. Nato ad Atene nel 407 a.C., entrò a far parte dell'Accademia e frequentò probabilmente anche la scuola di Isocrate (Diog. Laert., IV, 2). Allorché Dione di Siracusa, bandito da Dionisio II, venne ad Atene, si determinò fra il primo e S. una stretta amicizia. Nel 361 a.C., S. accompagna Platone nel viaggio in Sicilia. Essendosi convinto che sussisteva un reale desiderio di richiamare Dione e abbattere Dionisio, al suo ritorno dalla Sicilia promosse in prima linea la campagna contro Dionisio al fianco di Dione (Plut., Dio, 22 ss.). Alla morte di Platone (347 a.C.), gli succedeva nella direzione dell'Accademia, che tenne per otto anni fino alla morte, e cioè fino al 339 a.C. (Diog. Laert., IV, 3).
Di questo filosofo non esistono attualmente ritratti a tutto tondo di sicura identificazione. Nella raccolta iconografica di Fulvio Orsini (Illustrium imagines ex antiquis marmoribus numismatibus et gemmis expressae, 1606), è riprodotta un'erma acefala, accompagnata dall'iscrizione Σπεύσιττπος Εủρυμέδοντος 'Αθηναĩος (IG, XIV, 260) che è, però, moderna. Un suo ritratto potrebbe esserci tuttavia tramandato nel mosaico con filosofi, del I sec. d.C., raffigurante i Sette Saggi oppure l'Accademia platonica, da Torre Annunziata al Museo Nazionale di Napoli, sul quale proprio negli ultimi tempi si è riaperta la discussione. Se si accetta l'interpretazione del soggetto come Accademia platonica, S. sarebbe identificabile nella seconda figura alla destra di Platone, in qualità di suo successore designato, probabilmente perché più vicino alle posizioni del maestro. Platone, riconoscibile nella terza figura che indica la sfera del globo, per la posizione centrale e il portamento curvo delle spalle, che menziona Plutarco (Mor., 26 Β; 53 C), sarebbe qui raffigurato circondato dai suoi discepoli, Eraclide Pontico (prima figura), S. (seconda figura), Eratostene (quarta figura), Eudosso di Cnido (sotto la meridiana), Senocrate e Aristotele (al lato opposto di Eraclide). La collina visibile sullo sfondo rappresenterebbe l'Acropoli di Atene e le sue mura. Un'allusione ai platani (Plin., Nat. hist., ΧΙΙ, 5, 9) o agli ulivi che si trovavano nell'Accademia (Anaxandrides, frg. 19) o in particolare all'annoso e celebre ulivo ricordato da Pausania (I, 30, 2) si vedrebbe nel frondoso albero al centro del mosaico. Il colonnato ombreggiato dall'albero, sul quale si scorgono i vasi votivi, sarebbe da identificare con il monumento funerario dell'eroe Academo, donde prese nome la sede della scuola di Platone. Altresì indicativa, a favore dell'identificazione menzionata con S., sarebbe la circostanza che il supposto Eraclide Pontico, posto alla sua destra, più anziano di lui di circa vent'anni e al quale lo legava una stretta amicizia, come apprendiamo da Diogene Laerzio (V, 86), gli poggia la mano sulla spalla.
Bibl.: O. Stenzel, in RE, III A, 1929, cc. 1636-1669, n. 2, s.v.; G. M. A. Richter, The Portraits of the Greeks, II, Londra 1965, p. 170; K. Gaiser, Das Philosophenmosaik in Neapel. Eine Darstellung der platonischen Akademie (Abhandlungen der Heidelberger Akademie der Wissenschaften, 2), Heidelberg 1980, p. 60 s.; L. A. Scatozza Höricht, Il volto del filosofi antichi (Archaia, Storia degli studi, 2), Napoli 1986, p. 144 s.