SPEUSIPPO (Σπεύσιππος, Speusippus) di Atene
Filosofo, figlio di Eurimedonte, del demo di Mirrinunte, e di Potone, sorella di Platone. Dopo avere, per lungo tempo, appartenuto all'Accademia, alla morte dello zio (347 a. C.) gli successe nello scolarcato, che tenne fino al 339, anno della sua morte. La data della sua nascita non è precisamente conosciuta, ma è per varî motivi da ascrivere agli ultimi anni del sec. V.
Nessuna sua opera è conservata per intero: restano solo frammenti, la cui migliore raccolta è quella contenuta nella dissertazione di P. Lang (De S. Academici scriptis, Bonn 1911). La sua opera principale era intitolata "Ομοια, o, come sembra più esatto, ‛Η περὶ τὰ ὅμοια πραγματεῖα ("Trattazione circa le cose simili"), in dieci libri: di argomento analogo erano gli "Οροι ("Definizioni"), le Διαιρέσεις ("Divisioni"), Πρὸς τὰ ὅμοια ὑποϑέσεις ("Presupposti per la determinazione di somiglianze"; ma è forse sottotitolo dell'opera precedente) e il Περὶ γενῶν καὶ εἰδῶν παραδειγμάτων ("Sui generi e specie degli esempî", o "degli esemplari", nel senso platonico). Come si vede, l'ambito problematico a cui si riferiscono queste opere è quello della tarda dialettica platonica, in cui l'originario motivo del "simile", cioè dell'elemento "comune" a molte cose e perciò di esse idealmente predicabile, si sviluppa in quelli della "divisione" e "definizione" dei concetti o degli "esemplari", e della conseguente classificazione sistematica delle cose. S. si dedica così tra l'altro, a "divisioni", cioè a classificazioni, nel campo naturalistico, procedendo per una via che è analoga a quella seguita dal giovane Aristotele: egli non abbandona tuttavia il piano più propriamente logico-metafisico caratteristico di Platone. Questo atteggiamento contraddistingue nel complesso anche la posizione che egli assume circa i problemi dell'immortalità dell'anima, dell'esistenza dei numeri ideali accanto ai numeri matematici, dell'essenza del piacere (a proposito della quale sono citati di lui due dialoghi, 'Αρίστιππος e Περὶ ἡδονῆς). Tra gli altri scritti può essere ancora ricordato un Encomio di Platone. Interessante per l'atteggiamento politico di S. rispetto alla Macedonia è infine la cosiddetta XXX lettera socratica, se, come ora tende a ritenere la critica, sulle tracce di F. Jacobi, è da considerarne fededegna l'attribuzione tradizionale a lui (v. per ciò gli studî di E. Bickermann e J. Sykutris, Sp.s Brief an König Philipp, in Ber. d. Leipz. Ges., LXXX, 1927, con testo, traduzione e bibliografia).
Bibl.: Fra le trattazioni più antiche sono da ricordare F. Ravaisson, Sp. de primis rerum principiis placita, Parigi 1838 e M. A. Fischer, De Sp. Atheniensis vita, Rastatt 1845. Fra i moderni, fondamentali il sopra citato Lang, specie per il materiale, e J. Stenzel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, coll. 1636-69, soprattutto per l'interpretazione dei testi e del pensiero.