SPETTROSCOPIA
(XXXII, p. 347; App. II, 11, p. 876. Inoltre, per la s. Raman v. XXVIII, p. 797; per la s. di massa, v. App. II, 11, p. 875).
Spettrofotometria. - La spettrofotometria è un capitolo della spettroscopia e si occupa essenzialmente della misura delle intensità delle radiazioni elettromagnetiche; la sua diffusione è dovuta allo sviluppo della tecnica costruttiva che ha messo a disposizione apparecchi di uso facile, che permettono nello spazio di pochi minuti di leggere e raccogliere su un grafico uno spettro di assorbimento che va dall'ultravioletto all'infrarosso. Tali apparecchi si chiamano spettrofotometri e constano essenzialmente di uno spettroscopio, che ha lo scopo di separare le radiazioni, e di un fotometro che ha lo scopo di misurarne le intensità (v. fig.).
La misura dell'intensità si basa sull'impiego di una fotocella e la corrente fotoelettrica è misurata generalmente confrontandola con un circuito elettrico in opposizione e con l'ausilio di un indicatore di zero (galvanometro; occhio magico), che indichi l'uguaglianza delle due correnti.
La spettrofotometria si applica alla s. di emissione e di assorbimento: in emissione è molto diffusa la spettrofotometria di fiamma che ha lo scopo di determinare le percentuali di quegli elementi che sono eccitati anche dalla fiamma alimentata generalmente con idrogeno od acetilene; tali elementi sono i metalli alcalini (sodio, litio, potassio, cesio, rubidio) ed i metalli alcalino terrosi; in assorbimento ha lo scopo di conoscere lo spettro di assorbimento di una sostanza, cioè conoscere quali radiazioni elettromagnetiche ed in quale misura sono assorbite da una sostanza.
Lo spettro di assorbimento nel visibile - cioè il colore di una sostanza - è una piccola parte dello spettro elettromagnetico e si ha quando l'energia di transizione elettronica è debole. Il colore osservato è complementare di quello assorbito.
Lo spostamento di una banda di assorbimento verso le grandi lunghezze d'onda (effetto batocromo) implica una diminuzione della differenza energetica tra i due livelli cui è dovuto l'assorbimento; al contrario uno spostamento della banda verso le corte lunghezze d'onda (effetto ipsocromo) è la conseguenza di un aumento di questa differenza. L'utilizzazione delle intensità delle radiazioni assorbite per la interpretazione della natura delle transizioni che sono all'origine degli spettri delle molecole organiche è una scienza abbastanza recente, il cui sviluppo è dovuto in buona parte ai lavori di Mulliken e dei suoi collaboratori.
L'utilizzazione delle radiazioni assorbite nell'analisi chimica chiamasi colorimetria se riguarda lo spettro visibile (v. chimica: App. II,1, p. 576).
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