SPERONE
. Marina. - È quel trave che era messo alla punta della prora dei navigli da remo; esso era un diretto derivato dell'antico rostro e costituiva elemento di offesa per penetrare entro la nave nemica e crearvi una via d'acqua o incastrarsi in essa per facilitare l'arrembaggio.
Nelle galere si usava fare lungo un palmo per ogni banco, e quindi per una galera da 26 banchi riusciva di circa m. 5,80, sporgendo di un metro circa dal lancio di prora. La trave dello sperone si trovava a circa un metro sul galleggiamento ed era munita in punta di un pezzo di bronzo che di solito rappresentava la testa e il becco di un'aquila, o il grifo di un cinghiale. Con lo sviluppo delle costruzioni in ferro lo sperone abbandonò la forma di trave e assunse quella di un prolungamento acuminato dello scafo, portandosi dall'altezza della coperta a quella della chiglia, così da costituire un pericolo più grave per la nave colpita, poiché lo squarcio che ne derivava si veniva a trovare sotto il galleggiamento e apriva una via d'acqua nelle stive.
Però lo sperone costituiva anche un pericolo grave in caso di collisione fra navi amiche in manovra, e col sorgere delle artiglierie moderne e l'aumentare della distanza di combattimento venne abbandonato anche per non offrire un'inutile resistenza alla propulsione delle navi alle più alte velocità.