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SPERANSKIJ, Michail Michajlovič, conte

di Fritz EPSTEIN - Enciclopedia Italiana (1936)
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SPERANSKIJ, Michail Michajlovič, conte

Fritz EPSTEIN

Statista russo, nato il 12 gennaio 1772 a Cerkutino (governo di Vladimir), morto il 23 febbraio 1839 a Pietroburgo. Figlio di un prete di campagna, lo S. studiò scienze naturali e andò a insegnare matematica e fisica al seminario Aleksandr Nevskij, poi Accademia ecclesiastica, in Pietroburgo. Nel 1797 fu impiegato nella cancelleria del procuratore generale del S. Sinodo; passò nel 1802 al Ministero dell'interno, ove presto attirò l'attenzione dello zar Alessandro I. Brillanti qualità portarono in pochi anni lo S. a capo dell'amministrazione statale russa. Primo consigliere dello zar, che accompagnò nel 1808 a Erfurt per l'incontro con Napoleone, lo S. si diede a riorganizzare a fondo l'amministrazione (1809-11).

Dal 1803 in poi espose le linee fondamentali della sua riforma in una serie di memoriali; il più importante reca il titolo Introduction au Code des Lois d'Ètat. Plan de la rVorme générale de l'Ètat (1809). In tutti si richiede di tornare alle pure dottrine del Montesquieu, applicando il principio della divisione dei poteri. Le idee giuridico-filosofiche dello S. risentono l'influsso della scuola giuridica francese, specie di F.-D. Tronchet, uno dei creatori del codice civile. Conosceva il diritto romano, e la filosofia inglese, particolarmente J. Bentham, gli era familiare. Convinto seguace dei principî ufficiali e giuridici della Francia napoleonica, il suo progetto comportava un consiglio di stato imitante il Conseil d'Ètat francese come organo del potere legislativo, una riforma del potere esecutivo (dei ministeri) e una riforma della giustizia.

Il potere della monarchia doveva venir costituzionalmente limitato da un sistema di corpi rappresentativi: una duma dell'impero, in cima alla piramide formata dai volost - dume distrettuali - e dalle dume provinciali da esse costituite e dal consiglio di stato fungente da organo di istanza tra l'autocrate e la duma. Si deve alle particolari condizioni storiche il tentativo dello S.. di accordare il concetto della divisione dei poteri con una costituzione basata in parte sull'idea dell'autocrazia, dell'illimitato assolutismo.

Il decreto sull'organizzazione del consiglio di stato (i° gennaio 1810) fece credere a un passo sulla via del costituzionalismo. Nel 1811 si effettuò il riordinamento dei ministeri. Per mezzo della riforma lo S. divenne il creatore del diritto amministrativo russo e particolarmente della legislazione finanziaria (bilancio) nel senso moderno; riformò pure le finanze rume sospendendo l'emissione di carta moneta. La centralizzazione burocratica dell'amministrazione da lui introdotta si mantenne quasi immutata nelle sue basi per un secolo.

Ma all'approssimarsi della rottura con Napoleone, lo zar si valse dei numerosi avversari che lo S. contava nella nobiltà e nel clero per irretire il segretario di stato, la cui attività riformatrice simbolizzava l'amicizia con Napoleone, in un finto complotto e liberarsene. Uno dei corifei dell'opposizione allo S. fu N. M. Karamzin, il cui celebre memoriale Sull'antica e la nuova Russia fu trasmesso dalla granduchessa Caterina Pavlovna allo zar, suo fratello. Lo S. fu confinato prima a Nižnij Novgorod, poi a Perm'. Dopo la caduta di Napoleone, lo S. fu riabilitato e nominato (1816) governatore di Penza. Nel 1819-1821 governatore generale della Siberia, ne riordinò l'amministrazione.

Chiamato da Nicola I a far parte del tribunale speciale per la condanna dei decabristi, lo S. si trovò nella tragica situazione di dover rinnegare e condannare più d'uno degl'ideali di riforma da lui vagheggiati. Col 1826 diresse effettivamente se non nominalmente la cosiddetta II sezione della cancelleria personale dell'imperatore, a cui era stata affidata la codificazione delle leggi russe.

Alla fine del lavoro (1833) si contavano 56 volumi, Polnoe sobranie zakonov (Raccolta completa delle leggi), contenenti 30.920 tra leggi e ukaz emanati dal 1649 al 1825, e 15 volumi, Svod zakonov, di sistematica raccolta delle leggi in vigore. Quest'opera di sistemazione si ispirò, per esempio nella sua divisione delle classi sociali, al diritto pubblico prussiano. Nel campo giuridico come già in quello amministrativo l'azione dello S. segnò una pietra miliare nella storia interna della Russia.

Bibl.: Th. Schiemann, Geschichte Russlands unter Kaiser Nikolaus I., Berlino 1904; S. Serodonin, in Russkij Biografičeskij Slovar′, 1909; id., Graf M. M. Sp., Pietroburgo 1909; id., K planu vseobščavo gosudarstvennago obrazovanija, 1809, in Sbornik statej posvjaščennych S. F. Platonovu, Pietroburgo 1911, pp. 533-544; A. Fateev, M. M. Sp., Charkov 1910; V. Jakuškin, Sp. i Arakčeev, Mosca 1916; N. V. Golicyn, Sp. v verchovnom ugolovnom sude nad dekabristami, in Russkij Istoričeskij Žurnal, I-II (1917), pp. 61-102; M. A. Aldanov, Sp. et les décabristes, in Le monde slave, IV (1926), pp. 432-44; B. Nolde, L'autocratie russe et la doctrine de la séparation des pouvoirs dans la première moitié du XXe siècle, in Revue du droit publ. et de la science politique en France et à l'étranger, XLI (1924), pp. 5-41; id., Svod zakonov o sostojanii ljudej v gosudarstve (K istorii russkich soslovij), in Mélanges Pierre Struve, Praga 1925, pp. 313-323; A. N. Makarov, Entwurf der Verfassungsgesetze des russischen Reiches von 1804, in Jahrb. für Kultur u. Geschichte der Slaven, n. s., II (1926), pp. 201-366; id., Zur Geschichte der Verwaltungsreform Sp.s von 1810-1811 (Entwurf eines Kabinettsreglements), ibid., n. s., III (1927), pp. 439-60; B. A. Evreinov, Reforma vyšich gosudarstvennych učreždenij v Rossii v carstvovanie imp. Aleksandra I, in Conférence des historiens des États de l'Europe Orientale et du monde slave, II, Varsavia 1928; A. N. Fateev, M. M. Sp., Praga 1926; id., Bumagi Speranskago. Kak mogli propast′ v ruki dekabristov preobrazovatel′nye plany Speranskago?, in Zapiski russkago istoričeskago obščestva v Prage, I (1927), pp. 103-13; id., O literaturnych istočnikach chudožestvennago obraza M. M. Sp. v "Voine i Mire" (L. Tolstogo), in Naučnya Trudy, II (1929), pp. 100-17; id., K istorii i teorii kodiifikacii Stol. Polnago Sobranija Zakonov, ibid., IV (1931), pp. 3-22; id., Svod zakonov i ego tvorec, in Zapiski Russkago Naučnago Instituta v Belgrade, VII (1932); P. P. Gronskij, Le centenaire du "Code des lois" russe, in Le monde slave, III (1932), pp. 400-21; A. N. Makarov, Svod zakonov, in Zeitschr. f. osteuropäische L. H. Jakobs "Denkwürdigkeiteu", in Archiv f. Kulturgeschichte, XXIII (1932), pagine 217-33; K. Stählin, Geschichte Russlands, III, Königsberg e Berlino 1935; A. I. Kaminka, K istorii bumažnych deneg v Rossii, in Trudy russkich učenych za granicej (Sbornik akademič. gruppy v Berline), I (1922), pp. 78-91; H. v. Bernfeldt, Ein Vorbild für die Reichsrechtssammlung in vorrevolutionären Russland, in Archiv für öffentliches Recht, XIV (1928), pp. 422-440; T. A. Bakunina, Znamenitye russkie masony, Parigi 1935.

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