SPEOS ARTEMIDOS
È il nome greco di un santuario che alla dea leontocefala Pakhet eresse in Medio Egitto, presso Benī Ḥasan, la regina Hashepsowe (circa 1500 a. C.).
È uno speos che consta di un portico rettangolare scavato nella roccia con quattro pilastri a sezione quadrata (cui dalla parte interna si appoggiano colossi osiriaci) sulla facciata e altrettanti più esili a sostenere il tetto. Una porta nel centro della parete posteriore immette in un minore sacrario quadrato, con una nicchia sul fondo. Le pareti ed i pilastri son decorati con scene di culto ed iscrizioni. L'architrave è costituito da un assai ampio pannello, quasi altrettanto alto che largo. La semplicissima costruzione si ispira certo ai vicini ipogei funerarî di Benī Ḥasan: ma si ricordi che su ben altra scala e con ben più complessa esperienza a Deir el-Baḥri si è in questa stessa epoca affrontato il problema architettonico del tempio speos. Una minore grotta, con i cartigli di Alessandro II è là presso - e forse non fu mai compiuta.
Bibl.: M. Murray, Egyptian Temples, Londra 1931.