Tracy, Spencer (propr. Spencer Bonaventure)
Attore cinematografico e teatrale statunitense, nato a Milwaukee (Wisconsin) il 5 aprile 1900 e morto a Los Angeles il 10 giugno 1967. Nella sua carriera, durata ben trentasette anni, ottenne numerosi successi, conquistandosi un posto di rilievo nella storia del cinema hollywoodiano come eclettico interprete di una serie di personaggi memorabili. Robusto, energico, sincero, dotato di una voce inconfondibile e calda, definì fin dal suo esordio, con mimica sobria e misurata, il prototipo dell'uomo onesto e fiducioso che un mondo spietato tende a sopraffare o ad annientare. Negli anni Trenta, benché affiancato dalle più seducenti attrici del momento (Loretta Young, Bette Davis, Jean Harlow, Myrna Loy, Joan Crawford, Hedy Lamarr), preferì formare in tre film una coppia maschile con Clark Gable, rappresentando il tipo riflessivo in opposizione a quello spavaldo interpretato dal partner. Rivelò straordinarie doti drammatiche nel ritrarre personaggi forti e generosi, ma seppe impersonare anche uomini tormentati da pulsioni autodistruttive, come il protagonista di Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1941; Il dottor Jekyll e Mr Hyde) di Victor Fleming. Nel registro brillante rappresentò con effetti esilaranti l'americano medio che, alle soglie della maturità, impara a coniugare il candore naturale con un'astuzia sorniona, e si fa tiranneggiare, ma solo fino a un certo punto, dal gentil sesso. In tale veste, diede vita a un formidabile sodalizio artistico e sentimentale con Katharine Hepburn in nove film che sostanzialmente narrano le diverse fasi di un'unica storia d'amore, scandita da furiose baruffe e tenere rappacificazioni, intrise di sottili implicazioni autobiografiche. Candidato nove volte al premio Oscar, lo vinse per due anni consecutivi, nel 1938 per Captains courageous (1937; Capitani coraggiosi) di Fleming e nel 1939 per Boys town (1938; La città dei ragazzi) di Norman Taurog.
Figlio dell'irlandese John Edward Tracy, direttore generale alle vendite della Sterling Motor Truck Company, ricevette un'educazione cattolica e, da adolescente, meditò di farsi prete. Cambiata presto opinione, decise di diventare attore e, dopo aver studiato recitazione all'American Academy of Dramatic Arts di New York ed essere apparso in diversi lavori teatrali, esordì a Broadway nel 1923 con una piccola parte in A royal fandango accanto a Ethel Barrymore e Edward G. Robinson, cui fece seguito un buon ruolo nella commedia Yellow con cui riscosse successo e che gli procurò una parte comica nel successivo The baby cyclone. Quest'ultimo andò in scena nel 1927 e fece di lui una brillante promessa di Broadway. Dopo aver recitato in altri lavori, rivelando anche un talento drammatico, nel 1930 T. apparve in due cortometraggi della Vitaphone, diretti entrambi da Arthur Hurley, Taxi talks, e The hard guy. Notato a Broadway per un'intensa prova nella commedia The last mile, si vide offrire il ruolo di un amabile furfante nel film d'ambiente carcerario Up the river (1930) di John Ford, in cui appare anche Humphrey Bogart, al suo secondo film. Ottenuto un imprevisto successo, T. firmò un contratto di cinque anni con la Fox, ma faticò molto a trovare il ruolo giusto che arrivò, grazie a una sceneggiatura ricca di dialoghi allusivi e scoppiettanti, con Me and my gal (1932) di Raoul Walsh, in cui è un detective che corteggia la cassiera di un ristorante (Joan Bennett), e si mise definitivamente in luce con 20.000 years in Sing Sing (1933; 20.000 anni a Sing Sing) di Michael Curtiz, in cui è un gangster condannato a morte per un omicidio compiuto in realtà da una ragazza (Bette Davis). Divenne l'interprete ideale di giovani onesti e grintosi, pronti a rimboccarsi le maniche per sbarcare il lunario nell'America della Depressione, sconvolta da una crisi economica senza precedenti, e conquistò le platee con il melodramma A man's castle (1933; Vicino alle stelle) di Frank Borzage, in cui è assolutamente perfetto nel ruolo di un vagabondo che racimola lavoretti occasionali, e si lega a una ragazza incinta (Loretta Young) priva di lavoro e di una casa. Nel 1935 passò alla Metro Goldwyn Mayer (vi sarebbe rimasto per vent'anni) per recitare in una serie di ottimi film: dopo aver interpretato Fury (1936; Furia), in cui il suo personaggio corre il rischio di essere linciato dagli abitanti di una cittadina per un reato mai commesso e che segnò il debutto a Hollywood del regista tedesco Fritz Lang, conquistò la sua prima candidatura all'Oscar come sacerdote in conflitto con il gestore di un locale equivoco (Clark Gable) in San Francisco (1936) di W.S. Van Dyke. Fu quindi uno dei quattro protagonisti (gli altri erano William Powell, Jean Harlow e Myrna Loy) di una commedia dal ritmo concitato, Libeled lady (1936; La donna del giorno) di Jack Conway, in cui gli toccò il sapido ruolo del direttore di un giornale scandalistico, per poi apparire in due film edificanti, Captains courageous, dal romanzo di R. Kipling, e Boys town, in cui è nuovamente un prete. Nel 1937 interpretò altri due melodrammi sotto la regia di Borzage, Big city (La grande città) con Luise Rainer, e Mannequin (La donna che voglio) con Joan Crawford, ma sembrò più a suo agio in un'atmosfera di cameratismo virile, in Test pilot (1938; Gli arditi dell'aria) di Fleming e in Boom town (1940; La febbre del petrolio) di Conway, contrapposto nuovamente a Clark Gable, con il quale chiese però di non lavorare mai più per non ritrovarsi imprigionato nel cliché dell'amico fraterno di un attraente furfante. Accanto a due giovani attrici, Ingrid Bergman e Lana Turner, recitò con coraggio in un ruolo che era agli antipodi del suo personaggio di giovanotto franco e impulsivo, quello del tenebroso eroe di Dr. Jekyll and Mr. Hyde, dal libro di R. L. Stevenson, ma per la prima volta fu stroncato dalla critica che definì istrionica la sua interpretazione. Sempre nel 1941, però, avvenne l'incontro fondamentale della sua carriera (e della sua vita) perché recitò al fianco di Katharine Hepburn, reduce dal trionfo di The Philadelphia story (1940; Scandalo a Filadelfia) di George Cukor, in Woman of the year (1942; La donna del giorno) di George Stevens, una commedia romantica che sprigiona un incanto particolare grazie alla combinazione tra i due attori (lui rude e suscettibile; lei cerebrale e acuta) interpreti di un giornalista sportivo in declino e di una columnist che scrive di politica internazionale. Il pubblico decretò alla nuova coppia di Hollywood un successo d'incalcolabile risonanza, e parve naturale che i due attori progettassero di recitare ancora insieme: non tutti i loro film però si rivelarono riusciti perché Keeper of the flame (1942; Prigioniera di un segreto) di Cukor fu una fiacca replica di Rebecca (1940) di Alfred Hitchcock, e si rivelò troppo esile l'impianto narrativo della commedia Without love (1945; Senza amore) di Harold S. Bucquet. T., intanto, aveva interpretato due film di guerra: A guy named Joe (1943; Joe il pilota) di Fleming, nelle vesti di un pilota che, morto durante un'azione bellica, torna sulla terra come fantasma per vegliare sulla sua ragazza (Irene Dunne), e The seventh cross (1944; La settima croce) di Fred Zinnemann, dal romanzo di A. Seghers, in cui è un tedesco antinazista che nel 1936 evade da un lager per riparare in Olanda. Rifece coppia con la Hepburn nel prolisso melodramma The sea of grass (1947; Il mare d'erba) di Elia Kazan, in cui ricopre l'ingrato ruolo di un arido proprietario terriero, ma fu Frank Capra con State of the Union (1948; Lo stato dell'Unione) a rivelare la magia dell'intesa della coppia offrendo a T. la parte di un candidato alle elezioni presidenziali che si ribella ai suoi corrotti sostenitori, e alla Hepburn il ruolo di moglie (al posto di Claudette Colbert che aveva lasciato il set per contrasti con il regista). La tappa più fulgida della lunga collaborazione tra i due, premiata anche da un trionfo al botteghino, fu Adam's rib (1949; La costola di Adamo) di Cukor, ritenuta la più bella commedia di tutti i tempi sulla guerra tra i sessi, incentrata su due coniugi che si azzuffano a casa e sul lavoro, visto che lui sostiene l'accusa e lei la difesa nel processo a carico di una mancata uxoricida (Judy Holliday). Con i capelli ormai grigi e il fisico appesantito, T. era pronto per interpretare uomini avviati alla terza età, e con Father of the bride (1950; Il padre della sposa) di Vincente Minnelli, in cui recita la parte di un attempato signore che va in crisi nell'apprendere delle imminenti nozze di sua figlia (Elizabeth Taylor), colse un tale successo da doverne interpretare anche il seguito, Father's little dividend (1951; Papà diventa nonno) sempre di Minnelli. Recitò accanto alla Hepburn in una commedia sull'ambiente sportivo, Pat and Mike (1952; Lui e lei) di Cukor, che lo diresse anche in The actress (1953; L'attrice), e sciolse il suo contratto con la MGM dopo aver girato l'intenso thriller, Bad day at black rock (1955; Giorno maledetto) di John Sturges, in cui è un uomo mutilato di un braccio che arriva in una sperduta cittadina dove un giapponese è stato linciato durante la guerra. Negli ultimi dieci anni della sua vita scelse con cura i progetti che più sentiva congeniali: dopo aver affiancato la Hepburn nel frizzante Desk set (1957; La segretaria quasi privata) di Walter Lang, sostenne da solo il peso del film The old man and the sea (1958; Il vecchio e il mare) di J. Sturges, tratto dal romanzo di E. Hemingway, e fu magistrale nel ruolo vigoroso e compassionevole di uno dei giudici del processo di Norimberga in Judgement at Nuremberg (1961; Vincitori e vinti) di Stanley Kramer, dal cast ricco di divi. Ancora diretto da Kramer partecipò a It's a mad, mad, mad, mad world (1963; Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo), in cui interpreta su toni farseschi un astuto capitano di polizia, e a Guess who's coming to dinner (1967; Indovina chi viene a cena?), con cui diede l'addio al cinema (da tempo era gravemente malato) e ricevette postuma la nomination all'Oscar, interpretando accanto alla Hepburn il ruolo di un anziano signore dapprima profondamente turbato alla notizia che sua figlia intende sposare un giovane nero, e poi disposto ad accettare la situazione grazie alla fede negli ideali democratici, esprimendo quel miscuglio d'impulsività e di pensosità che è sempre stata la forza dei suoi personaggi più commoventi.
R. Tozzi, Spencer Tracy, New York 1973 (trad. it. Milano 1976).