speculativo
Aggettivo attinente a ‛ speculazione ' (v.), ‛ speculare ' (v.); già attestato nel primissimo Trecento (Plutarco volgare), designa l'operazione propria dell'intelletto (v.) grazie alla quale esso è capace di considerare l'universale, di elaborare la scienza e di ‛ contemplare ' l'intelligibile. Si contrappone a ‛ pratico ' (v.), ‛ operativo ' (v.).
La definizione (d'impronta aristotelica: cfr. Anima III 7, 431 b 10-11, e 10, 433a 14-18) è in Cv IV XXII 10-11 Veramente l'uso del nostro animo è doppio, cioè pratico e speculativo (pratico è tanto quanto operativo)... quello de lo speculativo sì è non operare per noi, ma considerare l'opere di Dio e de la natura, ove si accenna all'attività conoscitiva dell'uomo che procede dalla considerazione degli effetti alla conoscenza della causa, ed è da confrontare con Mn I III 9 (Potentia etiam intellectiva... non solum est ad formas universales aut speties, sed etiam per quandam extensionem ad particulares: unde solet dici quod intellectus speculativus extensione fit practicus, cuius finis est altere atque facere; cfr. L. Minio-Paluello, Tre note alla Monarchia, in Medioevo e Rinascimento. Studi in onore di B. Nardi, II, Firenze 1955, 502 ss.; cfr. Ep XIII 41), e XIV 7 (Intellectus practicus ad conclusionem operativam recipit maiorem propositionem ab intellectu speculativo; cfr. Arist. Anima III 11 434a 16-21).
Si sancisce il primato assoluto dell'attività conoscitiva, cui consegue il massimo di felicità per l'uomo, in Cv IV XXII 13 Veramente di questi usi l'uno è più pieno di beatitudine che l'altro; sì come è lo speculativo, lo quale sanza mistura alcuna è uso de la nostra nobilissima parte.
Negli angeli (sostanze separate) ‛ vita s. ' è attività intellettuale sempre in atto, giacché l'essere delle intelligenze è la loro stessa operazione (cfr. Cv II IV 3); alcuni di essi in particolare (le intelligenze motrici) muovono i cieli, loro ‛ strumenti ', e fanno ciò solo ‛ intendendo ' e quindi attirando i corpi celesti, la cui forma ha in sé principio di... natura passiva (V 18); di questi ultimi angeli è propria la beatitudine della vita attiva. Alla luce di tale distinzione vanno lette le occorrenze di IV 13 E non è contra quello che par dire Aristotile nel decimo de l'Etica, che a le sustanze separate convegna pure la speculativa vita. Come pure la speculativa convegna loro, pure a la speculazione di certe segue la circulagione del cielo, che è del mondo governo (pure vale sempre " solo "). Questo passo non è necessariamente in contrasto con il § 11 con ciò sia cosa che quella [Intelligenza] che ha la beatitudine del governare non possa l'altra [cioè la beatitudine della vita contemplativa] avere, come mostra di ritenere B. Nardi (Dal Convivio alla Commedia, Roma 1960, 55-59): basta infatti tener presente che ‛ contemplazione ' non è senz'altro equivalente di ‛ speculazione ' (né ‛ vita contemplativa ' di ‛ vita s. '); così la contemplazione esclude il governo del mondo, mentre la speculazione (l'intelligere degli angeli motori) è l'attività intellettuale in quanto tale non incompatibile con la capacità di muovere i cieli (v. SPECULAZIONE).