SPARTACO
. D'origine tracia, già soldato nelle alae dell'esercito romano in Macedonia e poi ridotto in servitù perché disertore, S. faceva parte, nel 73, della scuola per gladiatori di Capua. Nell'autunno incitò a rivolta gli altri suoi compagni, e, provvistosi di armi, evase con circa 70 uomini, fra cui Enomao e Crixo, e passò l'inverno accampato sul Vesuvio e vivendo di rapina. Aumentate le forze, poté avere un primo successo contro le truppe romane mandate dal pretore C. Claudio Glabro, cui ne aggiunse tosto altri presso Ercolano. Tosto i ribelli ebbero mano libera su quasi tutta la Campania; l'anno successivo si accrebbero ancora molto di numero e di armamento, ed ebbero anche un corpo di cavallería. Roma mandò contro s. gli stessi consoli L. Gellio e Lentulo Clodiano, i quali riuscirono ad attaccare e sconfiggere Crixo in Apulia, uccidendolo; ma Spartaco, che marciava verso il nord, inflisse una grave sconfitta a Gellio e fece strage dei prigionieri: a Modena sconfisse ancora il governatore della Cisalpina, ma abbandonò il progetto di passare le Alpi e ritornò in Lucania. Roma stessa e forse la Sicilia erano in pericolo; il pretore M. Licinio Crasso ebbe, contro S., il comando di sei legioni, cui ne furono aggiunte, in seguito, altre quattro. I successi di Crasso obbligarono S. a ritirarsi nel sud; il passaggio in Sicilia gli fu impossibile. Trovatosi in difficoltà, mentre Pompeo veniva associato a Crasso nel comando, S. fu costretto ad accettare battaglia in Lucania e fu sconfitto duramente: nel rovescio e nella confusione egli stesso fu raggiunto ed ucciso (71 a. C.). 5000 dei suoi seguaci furono uccisi in battaglia da Crasso e da Pompeo; 6000 furono crocifissi; così la pericolosa insurrezione fu soffocata con il completo ripristino dell'autorità dello stato.
Bibl.: F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 1528 segg.; G. Rathke, De Romanorum bellis servilibus, diss., Berlino 1904; Drumann-Groebe, Geschichte Roms, IV, Lipsia 1908, p. 87 segg.; T. Rice Holmes, The Roman Republic, I, Oxford 1923, p. 156 segg.; Hartwig-Stelzer, Spartacus und der Gladiatorienkrieg, 73-71 v. Chr., Lipsia 1919; H. Last e R. Gardner, Cambridge Ancient History, Cambridge 1932, p. 329 segg.