Vedi SPARTA dell'anno: 1966 - 1973 - 1997
SPARTA (v. vol. VII, p. 429 e s 1970, p. 749)
Età arcaica e classica. - La parte NE della città moderna, l'area dell'antico quartiere di Limnai, è quella che ha visto le scoperte più interessanti. In due lotti di terreno adiacenti, immediatamente a O della via per Tripoli, sono venuti alla luce i resti di due strutture rettangolari di forma allungata. Una (fondo Laskaris) presentava muri di blocchi squadrati su krepìs di pietra, l'altra (fondo Stavropoulos) muri in opera poligonale. Entrambe sono state identificate come templi di età arcaica o classica; i rinvenimenti e i successivi interventi nelle strutture murarie permettono di ritenere che esse siano state in uso per un lungo periodo, fino all'epoca romana.
Nel 1971 nella stessa zona della città e sullo stesso lato della strada, poco prima del moderno ponte sul fiume Eurota, è stata individuata una necropoli del periodo geometrico, che conferma l'esistenza in quest'area di uno dei più antichi quartieri di Sparta. Nello stesso luogo sono venute alla luce nuove testimonianze della vivace produzione artistica della S. arcaica, costituite da sette-otto frammenti di pannelli a rilievo di terracotta dipinta, di grandi dimensioni (c.a 0,54 x 0,53 m), con raffigurazioni di cavalli e opliti in movimento, che in origine decoravano verosimilmente un tempio o un heròon.
Degna di nota è la scoperta, nel corso della compilazione di un nuovo inventario delle sculture del museo di S., di due frammenti di uno scudo marmoreo con rilievi su entrambe le facce, pertinente, secondo A. Delivorrias, al gruppo statuario cui apparteneva in origine il Leonida rinvenuto nel 1925 sull'acropoli (v. vol. IV, p. 569, fig. 669, s.v. Leonida), oggi esposto al museo di Sparta.
Una statuetta di terracotta (alt. 0,12 m) rinvenuta in un santuario ellenistico rappresenta un supporto architettonico (telamone) in forma di Persiano. G. Steinhauer avanza la stimolante ipotesi che esso possa essere stato ispirato dalle figure in marmo che sostenevano la facciata di uno dei principali edifici dell'età classica a S., la Stoà Persiana (Paus., III, II, 3; Vitr., ι, 4, 8-5, II), il cui possibile aspetto è stato recentemente riconsiderato da H. Plommer.
Età ellenistica. - L'accresciuta urbanizzazione di S. nell'età ellenistica è indicata da due interessanti stèlai a rilievo pubblicate nel 1974, rinvenute fortuitamente. Le loro iscrizioni testimoniano la cura per l'approvvigionamento idrico dei diversi sobborghi della città, indicando che intorno al 200 a.C. era attivo un organismo civico per le acque e che esistevano almeno due àcquedotti a livello del terreno, uno dei quali per il quartiere di Kynosoura.
L'allentamento, in questo periodo, della tradizionale austerità è messo in risalto dall'apparizione nelle aree centrali dell'abitato di pavimenti a mosaico, di cui il più antico, scoperto nel 1915 nel moderno sobborgo di Magoula, raffigura un tritone circondato da scene dionisiache. La sua datazione è stata spostata intorno al 100 a.C. in un recente studio di I. Loukas, secondo cui tali temi pongono in risalto l'interesse locale per il dramma ellenistico.
Nel complesso, però, pochi sono i resti dei principali edifici di età ellenistica, anche se bisogna ricordare lo scavo, nel 1972, di una struttura allungata a NE dell'acropoli, c.a 100 m a E della fortificazione tardoromana, identificata con un santuario ellenistico: in uno dei suoi ambienti è venuto alla luce un deposito di c.a centocinquanta figurine di terracotta a stampo, in massima parte figure femminili drappeggiate.
Età romana imperiale. - Le strutture di età romana imperiale costituiscono la parte più consistente di quanto portato alla luce negli scavi del Servizio Archeologico Greco nella città e nei dintorni tra il 1970 e il 1985. Molte di esse sono state scoperte in connessione con l'attività edilizia nella periferia Ν e NE della città moderna, corrispondente agli antichi quartieri di Limnai e forse Mesoa. Poche di queste strutture hanno restituito la pianta completa o la sequenza di tutte le fasi costruttive, e la loro funzione è spesso oscura. Nel complesso, tuttavia, esse confermano che l'inclusione di S. nel sistema amministrativo delle provincie romane provocò una sensibile espansione dell'abitato. L'uso di mattoni cotti, ipocausti e rivestimenti marmorei colorati, qui attestato, mostra l'accoglimento delle tecniche costruttive romane e, almeno tra il ceto benestante, dell'architettura residenziale romana. Ulteriori scavi (1988-91) della «stoà romana», una struttura di mattoni e conglomerato situata a E dell'acropoli, hanno messo in evidenza la sontuosità di questo complesso, rivestito di marmo e di dimensioni gigantesche (lunghezza massima: 187,6 m), databile al 125/50 d.C. La stoà era con ogni verisimiglianza dotata di due fronti; gli ambienti che si aprivano in quella meridionale (botteghe?) incorporavano probabilmente una fontana pubblica; un capitello dorico arcaizzante apparteneva forse a uno dei colonnati andati perduti. Sembra plausibile l'ipotesi che l'edificio fosse una versione ricostruita - quella vista da Pausania (III, II, 3) - della famosa «Stoà Persiana».
È ora chiaro che nella tarda antichità (fine del III-V sec.) S. visse una sensibile ripresa. Tra le recenti scoperte vanno ricordati: i resti di una casa di grandi proporzioni (nel fondo Alikakos), datata dai ritrovamenti numismatici al 350-400 d.C., il cui nucleo centrale era provvisto di una fontana di marmo e di una sala da pranzo absidata con un pavimento a mosaico raffigurante Helios e Selene circondati dai segni dello zodiaco; parti di un complesso forse del IV sec., di probabile carattere civico (nel fondo Roumeliotes-Andrakakos), comprendente due ambienti absidati e caratterizzato da frammenti di capitelli corinzi e «pergameni», e ancora (nel fondo Kirkires) un altro complesso, datato al VI sec., comprendente tra gli altri un ampio ambiente (16 X 7,60 m) con pavimento a mosaico raffigurante scene con animali entro pannelli ottagonali disposti attorno a un riquadro con un fanciullo su elefante.
Questi due nuovi pavimenti rappresentano un notevole incremento del corpus dei mosaici spartani, in costante aumento, una parte del quale è stata raccolta da S. E. Waywell: dovrebbe ormai essere fuori di dubbio che la città romana fu sede di una fiorente scuola di mosaicisti, lungamente attiva.
Benché la topografia di S. romana resti oscura sotto molti aspetti, un consistente progresso è stato compiuto con la scoperta nel 1975 del tratto di un'ampia strada (larga 5,60 m) fiancheggiata da colonnati, individuato a S dell'acropoli e a O dell'attuale stadio. L'aspetto monumentale di questa arteria e il suo orientamento lungo un asse SO-NE ne permettono l'identificazione con uno dei principali accessi all'antico centro cittadino, forse la via proveniente da Gytheion, il porto di S., corrispondente quindi alla Via Aphetais nominata da Pausania (III, 12, 1).
Un monumento pubblico di età imperiale, il più grande di questo genere fin qui attestato a S., è stato identificato sulla base di due lastre con iscrizione rinvenute nel 1969 fuori dal loro contesto. Esse appartenevano in origine a un'imponente base innalzata nel 202-204, sulla quale dovevano essere collocate le statue dell'imperatore Settimio Severo e di quattro membri della sua famiglia. La statua dell'imperatrice Fulvia Plautilla, caduta in disgrazia nel 205, può forse riconoscersi nella statua in bronzo di una giovane, databile in età severiana, venuta alla luce sull'acropoli nel 1964 (v. s 1970, p. 750), intenzionalmente mutilata e sotterrata in antico, ora esposta nel Museo Archeologico Nazionale di Atene.
Età paleocristiana. - Un fatto nuovo e significativo degli ultimi anni è costituito dalla comparsa di cospicue testimonianze archeologiche della cristianizzazione di S. nei secoli anteriori all'invasione slava. Nel 1969 nel centro della città moderna, nel luogo del mercato delle verdure, è venuta alla luce una necropoli paleocristiana. Sono stati inoltre localizzati i probabili resti di due primitive basiliche: una, scarsamente conservata, è stata individuata a Ν dell'albergo Xenia, mentre un secondo complesso di tipo basilicale (nel fondo Varvitsiotes), datato al IV sec., ha restituito una statua acefala identificata da Delivorrias con un'immagine di Cristo. Infine l'ampia basilica scavata sull'acropoli nel 1925, ritenuta in precedenza databile intorno al 1000, è stata assegnata da P. Vokotopoulos a un'epoca notevolmente più antica, probabilmente il VII secolo.
Bibl.: C. M. Stibbe, Beobachtungen zur Topographie des antiken Sparta, in BABesch, LXIV, 1989, pp. 61-99. - Età arcaica e classica: A. Dimakopoulou, in ADelt, XXI, B' I, 1966, (1968), pp. 154-155, tav. CXLVIII (fondo Laskaris); A. Delivorrias, ibid., XXIV, B' I, 1969 (1970), pp. 132-133, tavv. CXXIV- CXXV (scudo), pp. 134-135 (fondo Stauropoulos); H. Plommer, Vitruvius and the Origin of Caryatids, in JHS, XCIX, 1979, pp. 97-102. - Età ellenistica e romano-imperiale: G. Steinhauer, in ADelt, XXVII, Β ' ι, 1972, (1976), pp. 246-248, tavv. CLXXXIII-CLXXXVI (santuario ellenistico); XXVIII, Β' ι, 1973 (1977), pp. 168-170, fig. 4, tav. CXLVIII, Β' (fondo Roumeliotes-Andrakakos), p. 172 (strada); XXIX, Β' 2, 1973-74 (1979), pp. 287-289, fig. 2, tav. CLXXXVI (fondo Kirkires); XXX, B' I, 1975 (1983), pp. 74-75, tav. XLIV (fondo Alikakos); C. Le Roy, Inscriptions de Laconie inédites ou neuves, in Mélanges Helléniques offerts à G. Daux, Parigi 1974, pp. 229-238; W. Peek, Artemis Eulakia, ibid., pp. 295-302; S. E. Waywell, Roman Mosaics in Greece, in AJA, LXXXIII, 1979, pp. 302-303, nn. 45-50; I. Loukas, La mosaïque hellénistique de Sparta à scènes dionysiaques, Bruxelles 1983; A. J. S. Spawforth, A Severan Statue-Group and an Olympic Festival at Sparta, in BSA, LXXXI, 1986, pp. 313-327; P. Cartledge, A. Spawforth, Hellenistic and Roman Sparta: A Tale of Two Cities, Londra-New York 1989; M. Torelli, Da Sparta a Villa Adriana. Le terme dell'Arapissa, il ginnasio del Platanistas e il Teatro Marittimo, in Stips votiva. Papers Presented to C. M. Stibbe, Amsterdam 1991, pp. 225-232; A. J. S. Spawforth, Spartan Cults under the Roman Empire: Some Notes, in J. M. Sanders (ed.), Φιλολακων. Lakonian Studies in Honour of H. Catling, Londra 1992, pp. 227-238; G. B. Waywell, J. J. Wilkes, Excavations at Sparta: the Roman Stoa, 1988-91, in BSA, LXXXIX, 1994, pp. 377-432. - Età paleocristiana: E. Demakopoulou, in ADelt, XX, B' I, 1965 (1966), pp. 174-176, fig. 2, tav. CLVI; A. Delivorrias, ibid., XXIV, Β' ι, 1969 (1970), pp. 135-138 (basiliche cimiteriali); P. Vokotopoulos, Παρατηρησεις στην λεγομενη βασιλικη του Αγιου Νικωνος, in Πρακτικα του Α' Διεθνους Συνεδριου Πελοποννησιακων Σπουδων, Σπαρτη Ι975, Atene 1976-1978, pp. 273-285.