SPAGNOLI, Giovan Battista, detto Battista Mantovano
Poeta, nato nel 1448 a Mantova, fu studente a Padova e in altre città, poi entrò nell'ordine dei carmelitani scalzi, di cui seguì la regola e percorse i successivi gradi, fino al generalato, che gli fu conferito nel 1513 e che conservò fino alla morte (1516). Uomo di singolare pietà, nel 1885 lo S. è stato beatificato.
Delle sue innumerevoli composizioni, in prosa e in poesia quasi tutte in latino, hanno singolare rilievo le dieci egloghe, virgiliane in qualche tratto, ma risaltanti per tocchi e caratteri personalissimi. Furono scritte, le prime otto in gioventù, prima della vestizione, le due ultime in epoca più tarda, e trattano dei danni cagionati da amore agli uomini, di soggetti religiosi e morali, della corruzione della chiesa romana. Sotto una forma ancora un po' rozza e torbida, balza di quando in quando un realismo vivo e vigoroso, come nella descrizione della vita dei rustici: tanto che per qualche tratto si presenta nello S. il Folengo. Maggior levigatezza, anche se minore efficacia, v'è in qualcuno dei poemetti, come l'Alphonsus, poemetto cortigiano scritto per celebrare Alfonso d'Aragona. Ma certo l'opera che gli diede maggior fama, e per la quale egli si può dire veramente l'iniziatore della grande letteratura romano-cristiana del Rinascimento, sono le Parthenicae, canti in esametri dedicati alla Vergine e ad alcune sante. Assumendo la materia religiosa ad argomento della sua poesia, lo S. non rifiuta però l'elemento mitologico; se ne vale anzi, o come termine di confronto con l'elemento sacro, o sostituendolo all'elemento fantastico demoniaco dell'agiografia. Non si può disconoscere nel carmelitano fervore di sentimento ed efficacia espressiva; ma spesso egli appare farraginoso, disuguale, affrettato.
Bibl.: F. Gabotto, Un poeta beatificato, in Ateneo veneto, s. 16ª, I (1892); W. Zabughin, Un beato poeta, B. S. Mantovano, in Atti dell'Accademia degli Arcadi, 1917.