sovrasenso
Unica occorrenza in Cv II I 6, in contesto poco chiaro, e corrotto: D. spiega quali siano i quattro sensi secondo i quali le scritture si possono intendere e deonsi esponere; insieme ai tre sensi (litterale, allegorico, morale) ne esiste un quarto, che D. chiama, con parola greca, anagogico (termine tecnico dell'esegesi biblica), aggiungendo, a mo' di spiegazione: cioè sovrasenso; e questo è quando spiritualmente si sporse una scrittura, la quale ancora [sia vera] eziandio nel senso litterale, per le cose significate significa de le superne cose de l'etternal gloria.
Il s. è dunque quello che, nell'interpretazione spirituale o mistica della ‛ lettera ' della scrittura in esame, rinvia alle realtà che sono effetto della speranza cristiana e che saranno godute nella visione beatifica. Per il concetto v. SENSO; SCRITTURA: Sensi della scrittura.
Il sostantivo, che può essere derivato da una forma latina, peraltro non documentata, ‛ supersensus ' o meglio ‛ suprasensus ' (analoga alle testimoniate ‛ supersubstantia ', ‛ supersubstantialis ', ‛ supramundanus '), si riferisce a un " innalzamento " della nostra comprensione verso le superne cose di Dio v. ANAGOGICO, e cfr. Papia Vocabulista: " Anagoge, excelsa intelligentia, superior sensus "; Onorio d'Autun Sacramentarium 12 (Patrol. Lat. CLXXII 748 D): " quatuor pedes sunt hi, historicus intellectus, allegoricus, tropologicus, anagogicus, id est superior "; Tommaso d'Aquino 1 Cant. 4 " iuxta anagogen id est superiorem sensum "; Alberto Magno De Cael. hier. 1, 1 " ‛ anagogice ', id est sursum ductive, id est ducendo nos in superiora per symbola ", e Sum. theol. I I 5 1 " ut ex his [immaginabiliter formatis] quasi manuductus et anagogice elevatus... attingat ad invisibilia ", e 4 " anagogia, in qua de summis et coelestibus traditur, per quae ad superna ducimur ".