• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

soverchio

di Francesco Vagni - Enciclopedia Dantesca (1970)
  • Condividi

soverchio (soperchio)

Francesco Vagni

Come aggettivo, figura, con il significato di " eccessivo ", solo in Rime LXVIII 8 'l colpo suo c'ho portato nascoso, / omai si scopre per soverchia pena, e in Rime dubbie XV 6.

Come sostantivo, vale " eccesso ", " sovrabbondanza ", " dismisura ". In If VII 48 Questi [avari del quarto cerchio] fuor cherchi... e papi e cardinali, / in cui usa avarizia il suo soperchio, chiosa il Boccaccio: " Questo vizio dice l'autore usare ‛ il suo soperchio ', cioè il disiderare più che non bisogna e tenere dove non si dee tenere, ne' cherici, li quali tutti intende per queste due maggiori qualità nominate "; e così anche in XI 4 l'orribile soperchio / del puzzo che 'l profondo abisso gitta, e in Pg XV 15 fecimi 'l solecchio, / che del soverchio visibile lima, cercai di ripararmi dalla luminosità dell'angelo, che eccede la capacità visiva dell'uomo: " soverchio visibile è espressione della fisica aristotelica " (Sapegno). Analogamente in XVII 53, detto del sole, mentre in Vn XI 3 si ha soverchio di dolcezza, con riferimento ad Amore.

Permanendo nello stesso ambito semantico, cogliamo una particolare sfumatura di significato in If XXV 128 ciò che non corse indietro e si ritenne / di quel soverchio, fé naso a la faccia / e le labbra ingrossò quanto convenne: Francesco de' Cavalcanti si muta da serpente in uomo; da una parte della " materia eccedente " del muso si forma il naso e s'ingrossano le labbra del suo nuovo volto.

In Cv I VII 10 Né questo averebbe fatto lo latino [qualora fosse stato impiegato in luogo del volgare nel commento], ma peccato averebbe non pur nel difetto, e non pur nel soperchio, ma in ciascuno, il nome è chiamato, conservando sempre il valore di " eccesso ", a sottolineare il concetto di medietas, che ritorna, riferito però all'originario ambito della virtù etica, in IV VI 13 Altri... veggendo che ne le nostre operazioni si potea peccare e peccavasi nel troppo e nel poco, dissero che la nostra operazione sanza soperchio e sanza difetto... era quel fine di che al presente si ragiona, che è, per D., posizione comune alla vecchia Accademia e ai Peripatetici; cfr. s. Tommaso (Comm. Ethic. II lect. VII 321): " Manifestum est quod superabundantia et defectus ad malitiam, medietas autem ad virtutem pertinent "; e, per ultimo, in III XIV 12.

Per " soverchiante forza " fisica deve intendersi in Cv III III 8 Ercule... prese lui [Anteo]; e... tanto lo tenne sanza lasciarlo a la terra ricongiugnere, che lo vinse per soperchio e uccise.

In contesti fraseologici s. ricorre in If XXI 51 se tu non vuo' di nostri graffi, / non far sopra la pegola soverchio, " non uscir fuori della pegola, e non venire a uscir sopra " (Buti), " guarda che nessuna tua parte soverchi, esca fuor della pegola " (Andreoli), che è l'aperta diffida dei Malebranche all'anzian di Santa Zita. In Pg XXII 96 mentre che del salire avem soverchio, l'espressione significa " ci avanza ", " ci resta ancora " da salire (e tempo da stare insieme).

Locuzioni avverbiali ricorrono in Vn XIV 14 lo mio parlare... sarebbe indarno, o vero di soperchio, cioè " di troppo ", e in Cv IV XXVII 18 forze non ci menomano, anzi ne sono a noi di soperchio, cioè " d'avanzo " (cfr. " Robora non desunt, superat mihi miles ", Ovid. Met. VII 510).

Vocabolario
sovèrchio
soverchio sovèrchio (ant., o meno com., sopèrchio) agg., s. m. e avv. [lat. *supercŭlus, der. di super «sopra»], letter. – 1. agg. Che eccede il giusto o la misura, quindi eccessivo, esagerato: fare s. spese; peccare per s. bontà, per s....
soverchiare
soverchiare (ant., o meno com., soperchiare) v. tr. e intr. [der. di soverchio, soperchio] (io sovèrchio, rispettivam. io sopèrchio, ecc.). – 1. tr. a. letter. Superare, sormontare, oltrepassare: credete Che non sanza virtù che da ciel...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali