SOTTOMARINO
(v. sommergibile, XXXII, p. 126; App. I, p. 1008; II, II, p. 862; III, II, p. 777; sottomarino, App. IV, III, p. 376)
L'interesse per i s. ha subito negli ultimi anni una decisa accentuazione. Nel 1970 le nazioni che possedevano battelli subacquei erano Argentina, Australia, Brasile, Bulgaria, Canada, Chile, Cina, Danimarca, Egitto, Francia, Rep. Fed. di Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, India, Indonesia, Israele, Italia, Iugoslavia, Norvegia, Paesi Bassi, Pakistan, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica Sudafricana, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Turchia, URSS, Venezuela. Dopo 25 anni il numero di queste nazioni è aumentato di circa il 45%, e in particolare si sono aggiunte alle precedenti: Albania, Algeria, Arabia Saudita, Colombia, Corea del Nord, Corea del Sud, Cuba, Ecuador, Iran, Libia, Malaysia, Romania, Siria, Taiwan. Si può notare come fra i nuovi possessori di armi subacquee ci siano soprattutto paesi situati in zone geografiche considerate potenzialmente a rischio (Nord Africa, Medio Oriente, Estremo Oriente, America Centrale), in particolare paesi islamici. Inoltre, se si analizzano i paesi in grado di costruire autonomamente sommergibili, si verifica che nel 1970 essi erano Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Rep. Fed. di Germania, Italia, Svezia, Spagna, Giappone, Paesi Bassi, Cina, URSS, Iugoslavia. Attualmente a essi si aggiungono Argentina, Australia, Brasile, Corea del Sud, India, Turchia, quindi con un aumento del 50%.
Fino a circa il 1990 le costruzioni subacquee hanno avuto la loro massima espressione nel s. nucleare e al suo sviluppo sono state devolute dalle maggiori marine ingentissime risorse. Il s. nucleare era interpretato come uno strumento fondamentale per l'acquisizione del potere marittimo in un ipotetico scontro tra le potenze occidentali, prime tra tutte gli USA, e il blocco orientale dominato dall'URSS. A tal fine le maggiori potenze hanno allestito potentissime flotte subacquee, aventi caratteristiche molto simili tra loro e destinate a un eventuale scontro globale in mare aperto, comprendenti s. giganteschi, estremamente sofisticati e costosissimi.
In questa rincorsa tecnologica l'URSS, agli inizi degli anni Novanta, aveva acquisito un vantaggio sensibile, soprattutto grazie ai s. lanciamissili balistici (SSBN) della classe Typhoon, aventi un dislocamento in superficie di 18.500 t e in immersione di 26.500 t (i più grandi battelli subacquei mai costruiti) e forniti come armamento di 20 missili balistici SS-N-20 (ciascun missile pesa 30 t e ha una gittata di 8500 km). Nel settore dei s. nucleari d'attacco (SSN) le più recenti realizzazioni sono stati i battelli della classe Akula (o Bars) aventi un dislocamento in superficie di 7500 t e in immersione di 10.000 t, una velocità massima di 32 nodi, una quota operativa di 750 m e un armamento costituito da siluri e missili SS-N-15, SS-N-21, SS-N-16. Da evidenziare che l'URSS aveva continuato a costruire anche sommergibili convenzionali a propulsione diesel-elettrica: i più recenti sono stati quelli della classe Kilo aventi un dislocamento in superficie di 2400 t e in immersione di 3000 t, e armati con 6 tubi lanciasiluri. Con la disgregazione dell'URSS tutta la Marina sovietica è rimasta temporaneamente inattiva e sta subendo un forte degrado dovuto alla mancanza di manutenzione e di esercizio. In attesa di una definizione sull'eventuale spartizione delle unità tra le varie repubbliche dell'ex URSS, molti battelli sono a disposizione di potenziali acquirenti.
Gli Stati Uniti, a similitudine di quanto fatto dall'URSS, hanno realizzato una classe, denominata Ohio, composta da 18 battelli aventi un dislocamento in superficie di 16.600 t e in immersione di 18.700 t (i più grandi battelli mai costruiti in Occidente) e forniti come armamento principale di 24 missili balistici Trident I (ciascun missile pesa 29,5 t e ha una gittata di 7500 km). Nel settore degli SSN la più recente realizzazione è la classe Seawolf, originariamente prevista di 30 unità. I Seawolf hanno un dislocamento di circa 9200 t, una velocità massima di 35 nodi e un armamento costituito da siluri e missili Tomahawk, Sub Harpoon e Sea Lance. Con la scomparsa del pericolo sovietico e il conseguente ridimensionamento degli armamenti, il programma Seawolf è stato ridotto alle sole prime due unità, mentre nel suo complesso la componente subacquea statunitense, costituita esclusivamente da s. nucleari di elevate dimensioni, progettati per operare in aperto oceano, sta attraversando un periodo di gravi difficoltà, tanto più che il principale costruttore di s., il cantiere General Dynamics, costruisce solo s. nucleari. Allo scopo di non disperdere il prezioso patrimonio professionale acquisito con la costruzione di battelli nucleari, e soprattutto per mantenere attivo e motivato l'apparato di ricerca avanzata subacquea, la Marina degli Stati Uniti sta impostando un programma subacqueo basato su due punti fondamentali: a) costruzione di un tipo di s. SSN, denominato Centurion, meno avanzato e molto meno costoso del Seawolf, per rimpiazzare i s. classe Los Angeles che nei prossimi anni cominceranno a essere radiati per anzianità; b) varo di un programma di ricerca avanzata, denominato SSTT (Stealth Submarine Twenty Ten), per la realizzazione, all'incirca nel 2020, di un nuovissimo tipo di battello SSN, di cui si propongono come obiettivo le caratteristiche seguenti: dislocamento di circa 5000 t, velocità superiore ai 40-60 nodi, quota operativa superiore ai 600 m e forse di 1200 m, rumore irradiato inferiore di 30 decibel a quello dei Los Angeles, sensori acustici in grado d'intercettare un s. classe Akula che naviga in assetto silenzioso alla distanza di 45.000 m, carico di 100 siluri e missili.
La Gran Bretagna, seguendo i criteri adottati da URSS e USA, nel settore degli SSBN ha impostato la classe Vanguard (dislocamento di circa 15.000 t, armamento principale costituito da 16 missili balistici Trident D5-II, ciascuno del peso di 59 t e una gittata di 12.000 km); originariamente la classe doveva essere composta da almeno 4 unità, ma dopo la dissoluzione dell'URSS questo e tutti gli altri programmi relativi ai battelli nucleari sono stati drasticamente ridotti. Nel settore degli SSN la Gran Bretagna ha messo a punto il progetto di una nuova classe, identificata come SSN-20 o W, derivata dalla Trafalgar, originariamente programmata in 7 unità, aventi un dislocamento di circa 6000 t e dotate di sistemi di lancio verticale per missili antinave. Non si è tralasciato di costruire sommergibili convenzionali, la cui classe più recente è rappresentata dalla classe Upholder composta da 4 unità.
Anche la Francia ha seguito i criteri dei paesi precedentemente trattati, ma con alcune significative particolarità. Per quanto riguarda gli SSBN è in corso di produzione la classe Le Triomphant, composta da almeno 3 unità aventi un dislocamento in superficie di 12.700 t e in immersione di 14.200 t, e dotate come armamento principale di 16 missili balistici M 4 (ciascun missile ha un peso di 36 t e una gittata di 4500 km). Per quanto riguarda gli SSN, ha realizzato rispetto ai paesi sopra citati battelli dalle prestazioni più modeste, ma dalle dimensioni e costi molto contenuti. Attualmente è in fase di realizzazione la classe Amethyste, composta da 3 s. aventi un dislocamento in superficie di 2400 t e in immersione di 2660 t, una velocità di 25 nodi e un armamento costituito da 4 tubi lanciasiluri per il lancio di siluri e missili Exocet SM-39. I relativamente piccoli s. nucleari francesi si stanno rivelando unità particolarmente valide, tanto è vero che il Brasile, con l'interessamento anche dell'Argentina, sta mettendo a punto il progetto di un s. molto simile a quelli francesi e la cui costruzione dovrebbe essere eseguita nei primi anni del prossimo millennio. Per quanto riguarda infine i sommergibili convenzionali, la produzione francese si è interrotta temporaneamente dopo la costruzione dei 4 s. classe Agosta, che sono stati ultimati nel 1978.
L'ultima nazione ad avere s. nucleari è la Cina, le cui realizzazioni, tuttavia, sono piuttosto superate tecnologicamente e di chiara ispirazione sovietica. Tra gli SSBN risulta in servizio il solo XIA, avente un dislocamento di circa 8000 t e armato con 12 missili balistici CSS-N-3 (ciascuno del peso di 13,8 t e gittata di 2700 km). Tra gli SSN va citata la classe Han (5 unità, con un dislocamento in superficie di 5000 t e in immersione di 5700 t). La Cina allinea anche molti sommergibili convenzionali di progettazione sovietica.
In termini generali il s. nucleare, di elevato dislocamento, costoso e sofisticato, dopo la disgregazione dell'URSS, sta attraversando un periodo di crisi profonda, e dovunque ne vengono drasticamente ridimensionati la progettazione e i programmi di produzione.
Per quanto riguarda i sommergibili a propulsione convenzionale, la situazione è del tutto opposta. Come è stato evidenziato in precedenza, il numero delle nazioni che si sono dotate di armi subacquee è notevolmente cresciuto negli ultimi 15 anni, e questa tendenza è destinata a continuare ancora nei prossimi decenni. In genere si tratta di componenti subacquee molto limitate, talvolta costituite da un paio di unità (in modo che una delle due sia sempre operativa anche quando l'altra è in manutenzione), e tuttavia sufficienti a svolgere una funzione strategica molto importante.
Durante la guerra delle Falkland-Malvine (1982) l'Argentina allineava solamente due sommergibili moderni, il Salta e il San Luis del tipo commerciale tedesco 209. Risulta che uno solo sia stato pienamente operativo; benché la Marina britannica impegnasse costantemente tutta la sua organizzazione antisom, esso non venne mai intercettato, continuò a operare per tutta la durata della guerra ed effettuò anche alcuni lanci di siluri, che però non produssero danni a causa del cattivo funzionamento delle armi. Quella guerra ha dimostrato così che il sommergibile convenzionale, anche se di modesta qualità, ha una capacità operativa notevolissima ed è in grado di attaccare anche le unità delle più potenti marine del mondo. Una piccola nazione attaccata da una grande potenza navale, che riuscisse a colpire anche una sola grande nave della marina avversaria, otterrebbe un risultato politico e di prestigio di grandissimo valore. In base a questi concetti l'interesse delle marine minori per i sommergibili è fortemente cresciuto nell'ultimo decennio.
L'evoluzione del sommergibile convenzionale negli ultimi 15 anni è stata molto complessa. Inizialmente, allorché era dominante il confronto USA-URSS, caratterizzato dalla costruzione di s. nucleari giganti, il sommergibile convenzionale era considerato il ''parente povero'' del nucleare. Si è cercato pertanto di costruire sommergibili convenzionali molto grandi, sofisticati, con prestazioni che si avvicinassero a quelle dei s. nucleari.
In questo settore vanno segnalati i battelli tipo 1700 della ditta Thyssen Nordseewerke, costruiti per l'Argentina: si è trattato di due battelli, Santa Cruz e San Juan, aventi un dislocamento in superficie di 2100 t e in immersione di 2300 t, con una velocità massima in immersione di 25 nodi e un armamento composto da 6 tubi lanciasiluri. Altri battelli della stessa classe sono in costruzione in Argentina su licenza tedesca. Anche i Paesi Bassi hanno seguito la via dei sommergibili di elevato dislocamento, ed è stata appena ultimata la classe Walrus composta da 4 battelli aventi un dislocamento in superficie di 2450 t e in immersione di 2800 t. La stessa cosa ha fatto la Gran Bretagna con i già citati 4 battelli della classe Upholder, aventi un dislocamento in superficie di 2160 t e in immersione di 2455 t. Nessuna delle tre nazioni sopra menzionate si è dimostrata completamente soddisfatta della scelta fatta e ripetutamente i battelli sono stati oggetto di trattative, peraltro per ora senza esito, per la loro cessione ad altre marine.
Le motivazioni del sostanziale fallimento dei sommergibili convenzionali di elevato dislocamento sono di origine operativa e tecnica. Dal punto di vista operativo i grandi battelli subacquei, nucleari e convenzionali, sono idonei a operare solamente in mare aperto e in alti fondali. Considerando come esempio il caso dei più avanzati SSN tipo Seawolf e Akula aventi una lunghezza tra i 100 e i 110 m, allorché sono appruati o appoppati di 20°, la differenza d'immersione tra la prora e la poppa è di 34-37 metri, mentre un sommergibile di 1000 t avente una lunghezza di circa 50 m con gli stessi 20° ha una differenza d'immersione tra prora e poppa di circa 17 metri. Pertanto, più il battello è grande e maggiore dev'essere il fondale nel quale può operare. Attualmente i conflitti nei quali possono essere impegnate le marine non sono del tipo tradizionale in mare aperto, ma sono piuttosto del tipo di quelli combattuti nelle Falkland, in Kuwait, in Somalia, e richiedono potenti e consistenti flotte a ridosso delle coste. Pertanto diventa fondamentale il sommergibile di dimensioni limitate che è in grado di operare in bassi fondali, in zone vicine alle coste, in bacini ristretti, e che, oltre a insidiare le flotte alla fonda, può effettuare operazioni di sbarco di incursori e missioni di intelligence.
Dal punto di vista strettamente tecnico il sommergibile convenzionale diesel-elettrico ha alcune limitazioni dovute all'apparato di propulsione il quale, nonostante gli sforzi tecnologici compiuti e le sofisticazioni introdotte, continua ad avere forti restrizioni operative. Tutti i moderni sommergibili convenzionali, per es. quelli italiani classe Sauro, hanno un apparato di propulsione composto essenzialmente da un motore elettrico che trascina l'elica, e che in immersione è alimentato dalla batteria di accumulatori, mentre in superficie è alimentato dai gruppi elettrogeni i quali ricaricano al contempo anche la batteria. Inoltre tutti sono dotati di un impianto snorkel, in grado di mantenere in moto i gruppi elettrogeni con sommergibile immerso a quota periscopica; esso è essenzialmente costituito da una canna telescopica di aspirazione, terminante nella parte superiore con una valvola di testa che emerge dalla superficie del mare e, di conseguenza, consente ai gruppi elettrogeni di aspirare l'aria per il loro funzionamento; inoltre vi è una condotta di scarico subacquea dei gas dei diesel. Con questo impianto il sommergibile può navigare sempre in immersione alternando periodi di propulsione elettrica a quota profonda a periodi di navigazione a snorkel per la ricarica della batteria. Il punto delicato dell'impianto snorkel è costituito dal fatto che la parte che sporge dalla superficie è facilmente intercettabile dal radar.
Per ridurre al minimo il pericolo d'avvistamento radar sono state seguite due vie:
a) si è cercato di ridurre al minimo le dimensioni della valvola di testa e la parte intercettabile dal radar dell'impianto. I sommergibili italiani classe Sauro sono dotati a tal fine di un impianto d'avanguardia, progettato e realizzato dalla ditta Calzoni, il cui principio di funzionamento può essere così sintetizzato: quando il mare è calmo, si posiziona la testa dello snorkel in modo che sporga appena dall'acqua e quindi rimanga assai poco visibile. Con mare agitato sono le onde stesse a proteggere lo snorkel, saturando lo schermo radar di clutter (rumore di fondo); il caso più delicato, quello con mare lungo e onde di altezza superiore al metro, viene risolto con l'adozione di una canna con la testa fluttuante, cioè con la valvola di testa che ha la possibilità di un'escursione in altezza di circa un metro: essa è comandata idrodinamicamente da un sensore, il quale fa in modo che la testa si alzi e si abbassi in funzione dell'onda mantenendo costante la parte esposta;
b) si è aumentata la potenza dei gruppi elettrogeni e la capacità della batteria in modo da ridurne il tempo di carica: attualmente un sommergibile che navighi a 4-5 nodi è in grado di rimanere a snorkel per un quarto d'ora ogni ora, cioè in 15 minuti riesce a caricare la quantità di ampère che utilizzerà nei successivi 45 minuti. In questo settore non è più possibile ottenere migliorie consistenti. La batteria di accumulatori al piombo è in grado di assorbire molti ampère fino a che è carica al 70-80%, dopodiché assorbe una quantità di ampère decrescente secondo una curva asintotica tendente a zero. Pertanto per utilizzare il massimo della potenza installata degli elettrogeni e conseguentemente ridurre i tempi di carica, è necessario operare con la batteria scarica e interrompere la carica allorché la batteria ha raggiunto il 70-80% della capacità. Se inoltre si tiene presente che la manovra di avvicinamento al bersaglio dev'essere eseguita in immersione sulla batteria e che dopo l'attacco il battello deve avere energia elettrica sufficiente per il disimpegno e l'allontanamento, la capacità della batteria disponibile per l'azione di attacco non supera il 50% della sua capacità reale.
Nonostante le notevoli limitazioni operative del sommergibile convenzionale, esso rappresenta ancora oggi un'arma temibile. In campo commerciale il mercato negli ultimi 15 anni è stato monopolizzato dall'industria tedesca, principalmente dalla ditta Howaldtswerke di Kiel, la quale ha ideato un tipo di battello, classificato 209, avente una notevole varietà di versioni comprese tra le 1100 e le 1400 t di dislocamento. Escludendo quelli del blocco comunista, tutti gli altri paesi emergenti che in questi ultimi 15 anni hanno acquistato sommergibili di produzione straniera, si sono rivolti all'industria tedesca. Tuttavia il mercato sta subendo un radicale cambiamento soprattutto a opera della Svezia, che dopo la fine della seconda guerra mondiale nell'organizzazione della propria difesa nazionale ha assegnato un ruolo fondamentale alla componente subacquea e ha quindi sviluppato progetti di sommergibili convenzionali aventi dislocamenti di circa 1000 t, dalle prestazioni sempre crescenti soprattutto nel campo della silenziosità e dell'elevato grado di automazione (v. fig.). I battelli svedesi sono appositamente progettati per operare nel Mar Baltico che, essendo un mare ristretto e con bassi fondali (media 55 m), presenta tutte le caratteristiche degli scenari operativi sopra menzionati (Falkland, Kuwait, Somalia). La Svezia inoltre, per incrementare le prestazioni delle proprie unità subacquee, ha messo a punto sistemi di propulsione più idonei alle nuove esigenze.
Così nei primi anni Ottanta ha cominciato a sperimentare un impianto AIP (Air Independent Propulsion), e precisamente il motore Stirling a combustione esterna a circuito chiuso (potenza circa 70 kW) per la propulsione a quota profonda di sommergibili convenzionali, il cui funzionamento è simile a quello della macchina alternativa a vapore. Esso è costituito essenzialmente da una camera di combustione nella quale viene bruciato del combustibile: il gas che si produce va a operare in una macchina alternativa a due pistoni, e una volta che ha lavorato, in parte viene scaricato fuori bordo e in parte viene arricchito con ossigeno (stivato a bordo allo stato liquido in apposito serbatoio) e rimesso in ciclo. Con il motore Stirling a circuito chiuso si può ottenere un'elevata autonomia alle basse andature (4-5 nodi) navigando a quota profonda, senza utilizzare la batteria di accumulatori. Dopo un lungo periodo di sperimentazione a terra, un motore Stirling con relativo impianto di ossigeno liquido è stato inserito dalla Marina svedese nel sommergibile Näcken. Recentemente è stata impostata la classe Götland composta da 3 unità aventi un dislocamento di 1240 t in superficie e di 1400 t in immersione e dotate, in aggiunta al sistema di propulsione tradizionale sopra descritto, anche di un motore Stirling. Pur non essendo ancora note le prestazioni esatte, con lo Stirling i Götland sono in grado di navigare a quota profonda e a bassa andatura per un periodo di circa 10 giorni e con il vantaggio di poter utilizzare l'intera capacità della batteria per l'azione di attacco. L'unico punto che impedisce attualmente un maggior potenziamento dell'impianto Stirling è relativo alla necessità di caricare a bordo una notevole quantità di ossigeno, proporzionale alla potenza e all'autonomia dello Stirling.
La Svezia si è così portata ai vertici nel settore della tecnologia subacquea non nucleare, ed è previsto in questo campo un suo successo commerciale di notevoli proporzioni. L'Australia e la Malaysia hanno ordinato sommergibili alla Svezia, e recentemente la Danimarca e la Norvegia hanno annunciato di voler collaborare con la Svezia per lo sviluppo e il finanziamento di un nuovo battello, denominato Submarine 2000, dotato d'impianto AIP Stirling di seconda generazione, avente prestazioni ancora migliorate rispetto a quello dei Götland. Infine, tutte le marine dei paesi in via di sviluppo che nei passati due decenni avevano acquistato battelli tedeschi 209, avvicinandosi il momento della loro sostituzione per anzianità, si stanno rivolgendo all'industria svedese, dato il naturale interesse per un tipo di sommergibile convenzionale in grado di operare a quota profonda per 10-12 giorni continuativamente e armato, per es., di missili Sub Harpoon aventi una gittata di 150 km. Esso costituisce un'arma estremamente efficace, relativamente poco costosa, facilmente gestibile. Anche la Germania aveva intuito il valore di un impianto AIP installato sui sommergibili convenzionali e negli anni passati ha messo a punto un nuovo impianto di propulsione AIP a celle di combustibile (note come fuel cells).
Le fuel cells funzionano in sintesi sul principio opposto a quello dell'elettrolisi dell'acqua: combinando idrogeno e ossigeno si ottiene un flusso di corrente continua e, come prodotto della combinazione, acqua. Naturalmente con la fuel cells è necessario portare a bordo sia l'idrogeno che l'ossigeno. Attualmente in Germania è in fase conclusiva la progettazione della classe 212 che sarà composta da almeno 6 unità aventi un dislocamento di circa 1200 t. Infine sono in fase di studio altri sistemi AIP, primi tra tutti quelli dei motori diesel a circuito chiuso cui sono interessati l'Italia, l'Olanda e la stessa Germania.
Prospettive di sviluppo del sottomarino. - Secondo molti esperti, nei prossimi decenni il battello subacqueo diventerà uno strumento militare sempre più sofisticato, potente e importante, fino a occupare il ruolo di capital ship delle varie marine. Le linee di sviluppo saranno indirizzate a concretizzare la definizione stessa di s., quale mezzo in grado di operare negli abissi senza alcuna limitazione. Sono quindi prevedibili sensibili progressi nei settori principali qui elencati.
Quota operativa: verranno introdotte leghe di titanio per la costruzione dello scafo resistente, le quali, avendo peso specifico molto basso e carico di snervamento molto elevato, a parità di peso dello scafo, consentiranno la realizzazione di s. in grado di operare a profondità abbondantemente superiori ai 1000 m. In questo settore l'URSS era all'avanguardia avendo già adottato alcune leghe di titanio; in Occidente l'impiego del titanio è allo studio, anche se l'ostacolo da superare sarà l'elevato costo.
Velocità: ai futuri s. nucleari si richiedono velocità sui 50 nodi e forse anche più. Sono già allo studio nuovi apparati di propulsione con bassi rapporti peso/potenza, e inoltre sono ipotizzati sistemi rivoluzionari per ridurre l'attrito e la turbolenza dello scafo: già si prevedono s. che alle alte velocità fanno rientrare tutte le appendici, compresi i timoni e perfino la stessa falsatorre.
Non intercettabilità (concetto dell'invisibilità trasferita ai s.): per rendere un s. non intercettabile dai mezzi antisom si prevede di agire in diverse direzioni quali l'insonorizzazione spinta e la capacità di assorbire e non riflettere le onde acustiche dei sonar dei mezzi antisom mediante rivestimenti esterni anecoici sempre più efficaci; inoltre la capacità d'intercettare qualunque bersaglio anche se molto silenzioso a distanze elevatissime, in modo da prevenire l'avversario e attuare manovre di evasione appropriate alle circostanze.
Automazione spinta: ciò per ridurre il numero dei membri dell'equipaggio e, pur mantenendo molto contenute le dimensioni dei battelli, per assicurare all'equipaggio più agevoli condizioni di vita a bordo.
Apparecchiature passive di scoperta: si tratta di apparecchiature sempre più sofisticate, che sostituiscono le apparecchiature di scoperta attive, come sonar e radar, una volta considerate essenziali, ma che, pur aiutando nella scoperta del bersaglio, hanno l'inconveniente di manifestare la presenza del sottomarino. A tal fine verranno sempre più perfezionate le apparecchiature passive, come l'idrofono e le ESM (Electronic Support Measures), che consentono l'individuazione del bersaglio senza segnalare la propria presenza.
Per quanto riguarda i tipi di battelli subacquei, è prevedibile che la tecnologia degli SSBN verrà congelata per diversi decenni, salvo che non si modifichi radicalmente l'attuale assetto politico internazionale, e quella degli SSN verrà fortemente rallentata. Con l'inizio del nuovo secolo e in coincidenza con la radiazione per anzianità degli SSN attualmente in esercizio, è prevedibile un progresso tecnologico in questo settore, ma d'intensità sensibilmente ridotta rispetto a quella degli anni passati. La tecnologia dei sommergibili convenzionali dotati d'impianto AIP subirà invece un continuo progresso, ed è prevedibile che anche le marine di prima grandezza, come quella statunitense, si dedichino a questo tipo di unità subacquea.
Un altro tipo di battello subacqueo che in questi ultimi anni ha avuto uno sviluppo considerevole è il sommergibile da turismo, che ha cominciato a svilupparsi all'inizio degli anni Ottanta. Dal 1985 ne sono stati costruiti 45. Originariamente i sommergibili da turismo venivano impiegati quasi esclusivamente nelle zone turistiche tropicali, in prossimità di scogliere coralline, dove cioè fauna e flora subacquee sono particolarmente variegate e di facile individuazione. Attualmente sono 28 le località sparse in tutto il mondo nelle quali operano sommergibili da turismo. Questo tipo di battello ha un contenuto tecnologico molto limitato e prestazioni più che modeste.
Un esempio di tali sommergibili da turismo è l'Atlantis, realizzato dalla ditta Atlantis Submarine Ltd di Vancouver, attualmente la più progredita nel settore. Il sommergibile Atlantis ha un dislocamento di 80 t, una quota operativa di 50 m, una velocità massima di 1,5 nodi, un apparato motore elettrico alimentato da una batteria di accumulatori: ha un equipaggio di 2 uomini, può trasportare 46 passeggeri ed è in grado di effettuare al giorno 12 giri turistici della durata di un'ora. Le prestazioni sono naturalmente calibrate sulle necessità di giri turistici il cui costo non superi i 50-60 dollari. Tuttavia il mercato comincia a richiedere prestazioni più elevate; e sta pertanto nascendo una seconda generazione di sommergibili da turismo rivolti a una clientela ricca ed esigente. La ditta statunitense U.S. Submarine Inc. sta infatti mettendo a punto una serie di progetti di veri e propri ''yacht subacquei'', con tutti i confort e il lusso di imbarcazioni di gran classe, dalle prestazioni molto elevate e ovviamente dai costi altissimi. Tra i vari progetti merita di essere citato quello più avanzato, commissionato alla ditta e in fase di ultimazione: si tratta del battello Phoenix 1000 dal costo di 75 milioni di dollari, avente un dislocamento di 1500 t, una velocità in superficie di 18 nodi e in immersione di 10 nodi, un'autonomia in immersione di circa 20 giorni alla velocità di sostentamento, una quota operativa di 300 m. Tra le varie sofisticate soluzioni il Phoenix 1000 è dotato anche di un piccolo sommergibile in grado di distaccarsi in immersione e di operare fino a una quota di 600 m. Vedi tav. f.t.
V. anche nave: Marina militare, in questa Appendice.
Bibl.: Almanacco navale (1970-93); Jane's fighting ships (1970-93); Rivista marittima (1980-94); U.S. Naval Institute, Naval Institute Proceedings, Annapolis 1988-94.