SOTHIS (Σῶϑις)
Nome dato dai Greci alla divinità egiziana Spd•t che personifica la stella Sirio. L'importanza di tale stella è legata all'introduzione del calendario ufficiale egiziano, che cominciava coll'apparizione eliaca di S. nel cielo orientale all'inizio della piena del Nilo.
Tale calendario, composto di 365 giorni, risultava tuttavia in ritardo di un quarto di giorno rispetto all'anno solare, per cui si aveva un graduale sfasamento tra anno solare e anno civile. Solo ogni 1460 anni essi tornavano a coincidere e l'osservazione del fenomeno tramandata dai testi, permette ora di ricostruire alcune date assolute che formano l'impalcatura della cronologia egiziana (v. cronologici, sistemi). Le funzioni di S. come divinità sono alquanto limitate: essa è naturalmente connessa con la piena del Nilo e in età tarda sarà identificata (o confusa) con Satis, la dea di Elefantina da cui prenderà gli attributi: arco, frecce e alta corona con corna. Nei Testi delle Piramidi appare come una divinità funeraria che accompagna il defunto nell'Aldilà. Ben presto appare connessa con Iside attraverso l'identificazione di Osiride con Orione. Nelle raffigurazioni S. appare in aspetto di donna col capo ornato da alte penne o da una stella, acconciatura più tardi sostituita da una corona a corna, mutuata da Ḥatḥōr attraverso Iside. In quest'ultimo aspetto può assumere anche forma di vacca.
In età greca il culto di Iside-S., che in età faraonica era stato assai limitato, viene ampiamente incrementato; monumenti di tale culto sono numerose terrecotte in cui Iside-S. viene raffigurata in aspetto femminile, con spighe e cornucopia, sul dorso di un cane avente una stella sul capo (Cane è infatti il nome dato a Sino dai Greci).
Bibl.: W. Weber, Die aegyptisch-griechischen Terrakotten, Kön. Mus. zu Berlin. Mitt. aus der aeg. Samml., II, Berlino 1914; H. Bonnet, Reallexikon der aegyptischen Religionsgeschichte, Berlino 1952, s. v.