(gr. Σωτήρ) Epiteto («salvatore») di molte divinità dell’antica Grecia, soprattutto di Zeus. Il corrispondente latino si può considerare Sospes. In età ellenistica il titolo fu attribuito anche ai re. Soterie (gr. τὰ Σωτήρια) Feste religiose dell’antica Grecia, spesso accompagnate da agoni ginnici e musicali, istituite in onore di una divinità salvatrice. Le più note sono quelle di Delfi, istituite dopo la liberazione della Grecia dall’invasione dei Celti (279 a.C.); in un primo periodo, promosse dagli Anfizioni, ebbero ricorrenza annuale; più tardi (dal 243 a.C. ca.) furono riorganizzate dagli Etoli, forse con periodicità diversa. Si celebravano Soterie anche a Priene, a Sicione e in varie altre località. Soteriologia Dottrina religiosa della salvezza. In senso lato si può dire che le religioni sono soteriologiche nella misura in cui mirano alla liberazione dal male comunque inteso. Tuttavia, per religione soteriologica s’intende propriamente un particolare tipo di religione caratterizzato da un orientamento organico sul problema centrale della salvezza. In generale, tale orientamento è assente nelle religioni di tipo arcaico, dove, con differenti sfumature, il bene e il male sono considerati ugualmente come aspetti della realtà e della condizione umana e la religione mira a conservare l’equilibrio di questa realtà e il giusto rapporto umano con essa. L’orientamento soteriologico sorge solo nel caso in cui la realtà cade sotto una condanna religiosa e appare, essa stessa, come un male, rispetto a un bene trascendente.
Religioni soteriologiche sono soprattutto le religioni universalistiche (di tipo soprannazionale) che proclamano una dottrina adatta a portare salvezza all’uomo come tale. Tuttavia, orientamenti soteriologici si notano anche al di fuori delle grandi religioni soprannazionali, come nei misteri del mondo antico, che conferivano una salvezza particolare e puramente individuale ai loro iniziati, indipendentemente dalla loro posizione di cittadini. Le tendenze soteriologiche prendono un vigore particolare con la decadenza dell’ordinamento collettivo (statale) della vita e con il conseguente rilassamento della coscienza civica, come nel periodo ellenistico, in cui anche certe scuole filosofiche (per es., l’epicureismo) pretendono di offrire una specie di salvezza individuale ai loro seguaci; la conoscenza come fonte di salvezza avrà poi, con tutt’altro significato, ulteriori sviluppi nello gnosticismo. Anche una grande religione nazionale può essere soteriologica: questo è il caso dell’antico ebraismo, dove tuttavia si tratta della salvezza di una nazione e non degli individui singoli. Le più tipiche religioni soteriologiche sono tuttavia le religioni universali. In India, in cui già la religione arcaica conteneva germi soteriologici, il buddhismo e il jainismo hanno come fondamento dell’orientamento soteriologico la svalutazione completa dell’esistenza e della realtà (dichiarata illusoria): la salvezza consiste nella liberazione dai desideri, nella totale rinuncia ai beni apparenti della vita, nel raggiungimento del nirvana. Diversa è la religione soteriologica dell’Iran, lo zoroastrismo, che considera dualisticamente il mondo come campo di battaglia tra il bene e il male: la salvezza finale è nella vittoria del bene, per la quale l’individuo deve impegnarsi anche durante la sua vita.
Il carattere soteriologico del cristianesimo si esprime chiaramente nel Nuovo Testamento: Cristo è il salvatore e il suo insegnamento è messaggio di universale salvezza. Nelle controversie teologiche il problema della salvezza assume particolare importanza soprattutto nello sforzo di definire la portata dell’azione salvifica di Dio, in rapporto alle capacità dell’uomo peccatore; perciò il problema della salvezza si rifrange in molteplici problemi: in quello dell’incarnazione (momento centrale nella storia della salvezza) e della redenzione, in quello della giustificazione e della grazia.