SOSTENE (Σωσϑένης, Sosthĕnes)
Secondo l'opinione comune, che poggia su una notizia di Giustino (XXIV, 5, 12), S. fu un alto dignitario macedone, che, nel 279 a. C., dopo la morte di Tolomeo Cerauno, caduto combattendo contro le orde galatiche di Belgio, e la cacciata dei suoi successori, Meleagro e Antipatro Etesia, raccolse, col titolo di stratego, le milizie sbandate, e tenne testa, come poté, alle bande sopravvenienti di Brenno: che non vinse, ma per qualche tempo fronteggiò, sì da permettere agli Etoli e ai loro alleati di preparare la resistenza, che respinse da Delfi i barbari assalitori. Benché ne fosse pregato dalle milizie, S. rifiutò la corona e continuò a governare la Macedonia, soggetta alle invasioni galatiche, finché Antigono Gonata non riuscì a pacificare la terra e a ricuperare il trono paterno. Dopo di allora (277) non si ha più notizia alcuna di S., il cui nome, tuttavia, permase nel nome della cittadina eniana di Sosthenis, che si suppone dato a quella in memoria delle difese antigalatiche ivi apprestate da S. È, forse, ipotesi più verosimile che S., malgrado Giustino, non fosse un dignitario macedone, ma uno stratego etolico, inviato in Macedonia, allora amica all'Etolia, con l'incarico di provvedere alla resistenza contro l'invasione di Belgio e di Brenno. Non è punto sicuro, d'altronde, che S. fosse, come pure fu sostenuto, uno stratego di Lisimaco, devoto alla sua dinastia.
Bibl.: K. J. Beloch, Griech. Gesch., IV, i, Berlino 1925, p. 560; IV, ii, ivi 1927, pp. 119, 486-487; Obst, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 1197 (cfr. F. Stählin, ibid., col. 1198); W. W. Tarn, Antigonos Gonatas, Oxford 1913, pp. 147-148, 163-164, e in Cambridge Ancient History, VII, pp. 102, 106-107; G. Daux, in Bull. corr. hell., LVIII (1934), p. 164, n. 2; C. B. Welles, Royal Correspondence, New Haven 1934, pp. 43-44.