Mosaicista del 2º sec. a. C., che lavorò a Pergamo, raffigurando in un pavimento della reggia i resti del pasto con virtuosistico naturalismo (ἀσάρωτος οἶκος "sala non spazzata"), usando tessere minute e una studiata policromia. Di questo pavimento si hanno imitazioni e rielaborazioni nel mondo romano. Un altro mosaico raffigurava colombe posate sull'orlo di un bacino, e anche di questo si hanno copie e imitazioni romane, come nell'emblema dei Musei Capitolini. Plinio lo ricorda in particolare per la finezza e la minuzia tecnica.