sonda Giotto
Veicolo spaziale dell’omonima missione dell’ESA (European Space Agency) lanciata il 2 luglio 1985 da Kourou (Guiana Francese) per l’esplorazione ravvicinata della cometa di Halley durante il suo perielio; prende il nome dal pittore italiano, che osservò la cometa nel 1301 e la raffigurò in una sua opera. La missione prevedeva il sorvolo del lato illuminato del nucleo della cometa alla distanza minore possibile per riprendere immagini a colori ed effettuare misurazioni di rilevanza scientifica. Il 14 marzo 1986 Giotto si è avvicinata a circa 600 km dal nucleo della cometa a una velocità di 68 km/s. Poco prima del massimo avvicinamento, un violento urto causato dall’impatto con micrometeoriti produsse uno spostamento dell’assetto della sonda che rese momentaneamente difficoltoso il collegamento con la Terra, poi fortunatamente riportato entro i limiti ammessi dai sistemi di smorzamento delle oscillazioni. Giotto ha inviato più di 2000 immagini della cometa di Halley e ha rilevato per la prima volta la presenza di materiale organico in una cometa. Le osservazioni hanno confermato l’esistenza di un nucleo solido di forma allungata e irregolare (lunghezza 15 km, larghezza 7÷10 km), più scuro del previsto a causa della bassa riflessione della luce solare incidente. La composizione della cometa è rimasta sostanzialmente inalterata dall’epoca della sua formazione, avvenuta circa 4,5 miliardi di anni fa, muovendosi (con un periodo orbitale di 76 anni) in regioni fredde del Sistema solare. Essa non può considerarsi una palla di neve sporca, come creduto, ma costituita essenzialmente da polvere, con ghiaccio conficcato all’interno. Dopo l’incontro con la cometa di Halley, la traiettoria di Giotto è stata modificata per dirigerla verso un’altra cometa, 26/PGrieg-Skjellerup, che il veicolo raggiunse il 10 luglio 1992 raccogliendo dati su una larga varietà di fenomeni cometari. Il 1° luglio 1999 Giotto si è riavvicinata alla Terra e il 23 luglio le sue operazioni sono state dichiarate definitivamente terminate (il carburante rimasto a bordo non consente in futuro di effettuare altre manovre).