sollo
Iacopo Rusticucci chiama loco sollo (If XVI 28) cioè " molle ", " cedevole " il girone ricoperto di sabbia rovente sul quale è condannato ad aggirarsi per l'eternità con gli altri peccatori di sodomia.
Il Torraca cita a questo proposito un passo di Ristoro d'Arezzo (VII IV 6): " Se il vapore truova la terra dura e soda, levala su e giù e falla tremare e insolliscela ed escene fuori; se la truova arenosa e solla, éscene fuori sanza tremuoto ".
Figuratamente, in Pg XXVII 40 la mia durezza fatta solla, con funzione predicativa (v. INSOLLARE).