SOLIPSISMO
. Termine filosofico, derivato dalle parole latine solus "solo" e ipse "stesso", e designante perciò l'atteggiamento mentale e speculativo che il soggetto assume quando risolve ogni realtà in sé medesimo, o dal punto di vista pratico o da quello gnoseologico-metafisico. Nel Settecento esso ha piuttosto il primo significato (tale è, p. es., il senso in cui lo usa Kant: solipsista è colui che per metro delle sue azioni ha soltanto il proprio interesse personale), mentre nel secondo significato, e cioè per designare l'atteggiamento di chi considera tutto l'universo come semplice rappresentazione della propria coscienza, è adoperato il termine di "egoismo" (v.). Nell'Ottocento l'ambito significativo dei due termini s'inverte invece esattamente: di egoismo si parla, quindi soprattutto in senso etico-pratico, e di solipsismo in senso gnoseologico-metafisico. La storia del solipsismo viene perciò a coincidere con quella dell'"idealismo soggettivo", cioè dell'impostazione propriamente soggettivistica dell'idealismo in quanto viene insieme considerata come conclusione ultima dell'idealismo stesso. Tutti, o quasi, coloro che si pongono dal punto di vista idealistico considerano infatti come necessario partire dalla posizione solipsistica, cioè dalla constatazione che ciò che si presenta al pensiero di chi si propone il problema della realtà è anzitutto il contenuto di quel pensiero: ma solipsisti sono poi soltanto coloro che, o negando la distinzione dell'io empirico dall'io trascendentale o non riuscendo altrimenti a risolvere il problema del significato delle altrui personalità, concludono nell'impossibilità di uscire da quella posizione iniziale.
Bibl.: Manca una storia del concetto di solipsismo. Per una critica di esso il lettore italiano può vedere A. Pastore, Il solipsismo, Torino 1924.