SCANDINAVA, SOLIDARIETÀ
La collaborazione politica tra le potenze nordiche (Danimarca e Svezia-Norvegia) si rinviene, dapprima, verso la metà del secolo scorso come traduzione in atto delle idee postulate dallo scandinavismo, ma durante la guerra del 1864, quando la Danimarca si trovò a dover fronteggiare da sola l'Austria e la Prussia, tale collaborazione ricevette un colpo mortale. Solo lo scoppio della prima Guerra mondiale rafforzò di nuovo i vincoli tra gli stati nordici, e si venne a costituire, di fronte ai problemi appunto sollevati dalla guerra, almeno di fatto se non formalmente, una unione scandinava. Questa nuova evoluzione, caratterizzata da una unitaria linea politica tendente alla osservanza della più stretta neutralità onde risparmiare ai paesi interessati gli orrori della guerra, si inaugura l'8 dicembre 1914 col convegno di Malmö, cui parteciparono i sovrani di Danimarca, Norvegia e Svezia. Seguì una serie di conferenze tra gli uomini di stato dei tre paesi. Dopo la fine della guerra i contatti tra le potenze scandinave (ad esse si era aggiunta ora anche la Finlandia) continuarono. Col peggioramento della situazione internazionale, dopo l'accordo di Monaco e l'occupazione tedesca della Cecoslovacchia, nel maggio 1939 i ministri degli Esteri delle quattro potenze nordiche affermarono l'intenzione di non voler legarsi ad alcun blocco e di osservare in caso di guerra, la più stretta neutralità. Dopo lo scoppio della guerra convennero a Stoccolma (ottobre 1939) i capi di stato delle quattro potenze, accompagnati dai rispettivi ministri degli Esteri, e deliberarono di svolgere attiva opera di cooperazione tra di loro e di mantenere la più rigorosa neutralità. L'accenno alla cooperazione, che doveva forse servire di ammonimento alla Russia la quale proprio in quei giorni aveva rivolto determinate richieste politiche alla Finlandia, non valse però ad impedire la guerra finnorussa, nella quale non intervennero, pur non facendo alcun mistero delle loro simpatie e dei loro aiuti per la Finlandia, le altre potenze scandinave. Dopo la pace di Mosca (12 marzo 1940) si fu assai prossimi alla conclusione di una formale unione scandinava, senza la Danimarca. L'iniziativa era partita dal ministro degli Esteri finlandese, Tanner, ed essa fu accolta tanto dal collega svedese Günther quanto dal norvegese Koht, ma la patrocinata alleanza fallì dinanzi al veto russo. La politica di neutralità degli stati nordici non fu coronata da successo durante la seconda Guerra mondiale. Nell'aprile 1940 la Germania occupò la Danimarca e la Norvegia, rimanendovi fino al 1945. Solo la Svezia riuscì a mantenersi, superando assai gravi difficoltà, al di fuori del conflitto. Per l'opinione pubblica danese e norvegese l'esperienza dell'occupazione straniera costituì la fine del mito della neutralità e dell'isolazionismo nordico e l'inizio di un'èra di cooperazione internazionale con tutte le potenze. Purtuttavia, dopo la fine della guerra, le potenze scandinave continuarono a mantenere un atteggiamento riservato. Aderendo al Piano Marshall, i ministri responsabili degli stati nordici (Danimarca, Norvegia e Svezia) chiarirono che con tale adesione i loro paesi non intendevano entrare in alcun blocco. Nel febbraio 1948 i capi di governo danese, norvegese e svedese (Hedtoft, Gerhardsen, Erlander) si incontrarono a Stoccolma per discutere le possibilità di una più stretta cooperazione economica tra i paesi nordici e l'eventuale costituzione di una lega doganale, comprendente anche l'Islanda. Nel convegno di Oslo del 15 ottobre 1948, i ministri della difesa danese, norvegese e svedese deliberarono la costituzione di un comitato di difesa scandinavo, incaricato di studiare le possibilità di una stretta cooperazione militare fra i tre paesi. Nelle successive riunioni del comitato di difesa sorsero divergenze circa l'atteggiamento da tenersi nei riguardi del Patto atlantico. La Danimarca e la Norvegia propugnavano l'adesione, la Svezia invece non intendeva abbandonare la più stretta neutralità, e considerava il blocco scandinavo come una costruzione politica a sé stante, autonoma ed indipendente da Washington e da Mosca. Nemmeno il convegno di Karlstad del 6 gennaio 1949 tra i primi ministri dei tre paesi riuscì ad eliminare le divergenze.