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SOLFONAL

di Sergio BERLINGOZZI - Alberico BENEDICENTI - Leonardo MANFREDI - - Enciclopedia Italiana (1936)
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SOLFONAL (o Sulfonal)

Sergio BERLINGOZZI
Alberico BENEDICENTI
Leonardo MANFREDI

È dietilsolfon-dimetil-metano, e appartiene al gruppo dei solfoni, sostanze organiche caratterizzate dall'aggruppamento

La costituzione del solfonal è rappresentata dalla formula

La sua preparazione si fonda sulla condensazione dell'acetone con l'etilmercaptano, e sulla successiva ossidazione del mercaptolo formatosi:

La condensazione (I) si effettua trattando il miscuglio dei due composti anidri con corrente di acido cloridrico secco che agisce da condensante. L'ossidazione (II) si raggiunge con permanganato potassico a freddo in soluzione neutra.

Il solfonal forma prismetti incolori, inodori, insipidi, fusibili a 126°, poco solubili nell'acqua, più solubili nell'alcool. Per riscaldamento a secco in presenza di sostanze riducenti svolge odore nauseante di etil-mercaptano.

È stato dimostrato che i radicali etilici legati al gruppo caratteristico dei solfoni hanno una particolare importanza nei riguardi dell'azione ipnotica. Sostituendo, infatti, nel solfonal uno o entrambi i radicali metilici con altrettanti etilici, si ottengono rispettivamente il trional (dietilsolfon-metil-etil-metano) e il tetronal (dietilsolfondietil-metano) che agiscono più intensamente del solfonal.

Farmacologia. - Scarsamente solubile, è, somministrato per bocca, lentamente assorbito: per questo la sua azione si manifesta lentamente e dura a lungo. A dosi maggiori compare nelle urine in parte inalterato, in parte come acido etilsolfonico. La dose mortale varia fra i 5 e i 30 gr., l'intossicazione acuta si svolge in alcuni giorni. Ha azione anche analgesica. Nell'uomo per la dose di 1 gr., somministrato in una sola volta, si ha senso di affaticamento, pesantezza di testa, confusione mentale, sonnolenza, infine arriva il sonno profondo, calmo, senza sogni. A queste dosi il solfonal non irrita lo stomaco e non nuoce al circolo e al respiro. A differenza di altri ipnotici, non solo non dà fenomeni di abitudine, ma piuttosto una ipersensibilità, tanto che gli effetti ipnotici si possono ottenere in seguito con dosi inferiori alla prima impiegata. Se venga somministrato per varie settimane di seguito si può incorrere in un'intossicazione cronica con depressione nervosa, disturbi gastro-intestinali e renali, eruzioni cutanee e progressivo esaurimento. Usato con cautela e alternato ad altri ipnotici il solfonal può dare efficaci risultati.

Gli avvelenamenti conseguono all'uso di forti dosi continuate, specialmente negli alienati maniaci. I pazienti lamentano intensa cefalea e vertigini, dimostrano sonnolenza e apatia, iporeflexia, incertezze motorie nella deambulazione e nella favella. Ha azione irritante sul condotto digerente, produce quindi nausea, vomito, costipazione o diarrea. I malati sono astenici, soggetti facilmente a lipotimia; non rare le eruzioni cutanee. La pressione sanguigna è bassa, la cute fredda e cianotica. Vi è ematoporfinuria; le urine sono di colore rosso scuro e acidissime. Si sono osservate anche lesioni renali del tipo nefrotico, con oliguria e albuminuria che può divenire la causa principale di morte. Facile è anche l'insorgenza di broncopolmoniti, favorite dallo stato di profonda depressione degli avvelenati. La cura si fa riscaldando il corpo; usando stimolazioni cutanee, eccitanti e cardiocinetici, respirazione artificiale, inalazioni di ossigeno.

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