AMMONIO, solfato d'
È largamente impiegato come concime chimico azotato e proviene per la maggior parte dall'industria della distillazione del carbon fossile (preparazione del gas illuminante o del coke metallurgico), in minor parte dalla distillazione di torbe e di scisti bituminosi, dalla utilizzazione di acque putride ammoniacali o da sorgenti gassose naturali, quali i soffioni boraciferi della Toscana. In questi ultimi anni ha preso anche sviluppo la preparazione del solfato dall'ammoniaca sintetica o proveniente dalla calciocianamide. Durante la guerra mondiale fu reso industriale, in Germania, il processo di preparazione dal gesso per azione di ammoniaca ed acido carbonico, il quale si riassume in un doppio scambio fra carbonato di ammonio e solfato di calcio:
Il prodotto commerciale contiene dal 20 al 21% di azoto, è bianco o giallastro a seconda dello stato di purezza e può contenere piccole quantità di catrame, di solfocianuri o ferrocianuri, acido libero, umidità. Come concime serve a fornire al terreno una riserva di azoto ammoniacale, che, subendo il processo biochimico della nitrificazione, costituisce una lenta e continua sorgente di azoto nitrico direttamente assimilabile.
Nell'analisi del solfato ammonico si fanno di solito i seguenti saggi:
a) Determinazione dell'umidità. - Si collocano gr. 5 di sale in una stufa a 100-105°, sino a peso costante. La perdita di peso rappresenta l'umidità, che va poi calcolata per 100 parti di solfato.
b) Determinazione dell'azoto. - Per l'azione di una base forte si sposta tutta l'ammoniaca di un determinato peso di solfato, p. es. 1 gr., e si raccoglie l'ammoniaca gassosa in una soluzione titolata di acido solforico. Dalla quantità di acido neutralizzato si calcola l'ammoniaca e quindi l'azoto proveniente da quel peso di solfato; si calcola poi l'azoto per 100 parti di prodotto.
c) Determinazione dell'acidità. - Si sciolgono in acqua distillata 10 gr. di solfato di ammonio, e si titola il grado di acidità impiegando soda decinormale in presenza di metilarancio. Il numero di centimetri cubici di soluzione alcalina impiegati per la completa neutralizzazione, moltiplicato per 0,0049, dà l'acidità in acido solforico.
d) Residuo fisso. - Si riscalda un grammo di sostanza gradatamente fino al rosso e in modo da evitare perdite. Si ha un residuo, che si pesa e si riferisce poi a 100 parti di solfato.
e) Solfocianuri. - Questa ricerca ha particolare importanza perché i solfocianuri sono nocivi alla vita delle piante. Qualitativamente si riconoscono acidificando la soluzione di solfato ammonico con acido cloridrico ed aggiungendo una goccia di cloruro ferrico: in presenza di solfocianuri si ha una intensa colorazione rossa. Quantitativamente si determinano precipitandoli sotto forma di solfocianuro d'argento e liberando quest'ultimo da ogni traccia di cloruro e cianuro d'argento eventualmente presenti. Il precipitato si fonde poi con miscuglio di nitrato e carbonato sodico, che trasforma tutto lo zolfo del solfocianuro in acido solforico, e si dosa questo, per pesata, sotto forma di solfato di bario.
Dati statistici. - La produzione del solfato di ammonio è in continuo aumento appunto per il suo largo impiego nella pratica della concimazione azotata; tanto che da questo incremento si valuta in genere quello della produzione complessiva dei sali ammoniacali. Esso infatti, una volta serviva soltanto a preparare l'allume ammoniacale, con una produzione che nel 1860 si valutava intorno alle 10.000 tonn.; ma dall'epoca del suo impiego in agricoltura la produzione è rapidamente salita, sino a raggiungere nel 1900 mezzo milione circa di tonnellate e nel 1920 i due milioni.
La produzione mondiale del 1920 risulta così distribuita:
Prezzo. - Prima della guerra il prezzo del solfato ammonico grezzo destinato ai bisogni dell'agricoltura oscillava intorno alle 30 lire al quintale; da quell'epoca esso è salito di anno in anno fino a raggiungere nel 1924 la somma di 145 lire; attualmente (1928-29) oscilla intorno alle 105 lire.