SOLARIO (o Solari), Cristoforo, detto il Gobbo
Scultore e architetto milanese, nato circa il 1460, morto a Milano nel 1527. Intorno il 1489 si recò a Venezia. Nel 1495 era di ritorno in Lombardia, chiamato da Lodovico il Moro alla fabbrica della Certosa di Pavia. Nel 1497 lo stesso duca lo incaricava di eseguire per la chiesa di Santa Maria delle Grazie in Milano l'altare e la statua funebre di Beatrice d'Este, del quale altare non v'ha più traccia, mentre l'avello, raffigurante Beatrice e Lodovico distesi, si conserva alla Certosa di Pavia. Nel 1501 fu nominato scultore della fabbrica del duomo di Milano, per cui eseguiva nell'anno seguente le due statue di Adamo e d'Eva, tuttora esistenti all'esterno. Risulta che egli si assentava spesso per altri lavori e compì un viaggio a Roma. Nel 1512 forniva un modello per il chiostro di Santa Maria presso San Celso a Milano; nel '13 ne preparava uno, in concorrenza con Tommaso Rodari, per la nuova abside del duomo di Como. Nel 1515 fu assunto in servizio al duomo milanese anche il figlio di lui, Paolo scultore. Nel 1519 Cristoforo fu nominato architetto della fabbrica e l'anno seguente eseguiva il modello del tiburio. È sua, oltre alle sculture citate, la grande statua del Cristo alla colonna, firmata, nella sagrestia del duomo di Milano, appartenente al suo ultimo periodo. Molte altre statue del duomo gli si attribuiscono, ma con scarso fondamento. Prima del 1501, probabilmente, eseguì la statua funeraria di Gian Galeazzo Visconti nella Certosa di Pavia. Nelle sue opere dimostra il riflesso dell'arte rinnovatrice di Leonardo. La sua maniera è morbida, e tutto umano lo spirito che anima la sua arte. Testimoniano la sua valentia di architetto: il portico di S. Maria presso S. Celso, la cupola di S. Maria della Passione, e probabilmente la chiesa di S. Maria della Fontana, tutte in Milano; inoltre la parte absidale della cattedrale di Como. Anche nel campo architettonico egli portò le idee del Rinascimento pienamente evolute, facendo proprio l'indirizzo stilistico del Bramante e di Leonardo.
Bibl.: G. P. Lomazzo, Trattato dell'arte, ecc., Roma 1844, II, p. 325; III, p. 181; G. Vasari, Le Vite, ed. Milanesi, IV, Firenze 1879, p. 120 segg.; G. C. Calvi, Notizie sulla vita e sulle opere dei principali architetti, scultori e pittori, ecc., ivi 1859, II, p. 219 segg.; P. Paoletti, L'architettura e la scultura del Rinascimento in Venezia, Venezia 1893, II; F. Malaguzzi-Valeri, I Solari, in Italienische Forschungen, Berlino 1906; id., La corte di Lodovico il Moro, Milano 1915, II, p. 277 segg.; U. Nebbia, La scultura nel duomo di Milano, ivi 1908, p. 152 segg.; H. Lehmann, in L'Arte, XXXIV (1931), p. 517 segg.; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, X, i, Milano 1935, pp. 703-714.