SOLANINA
. Glucoside tossico contenuto nel Solanum dulcamara, nigrum, lycopersicum, tuberosum, nella Saopolia japonica, e in altre Solanacee. Trattato a caldo con acidi diluiti si scinde in solanidina, glucosio, galattosio e ramnosio. Questa sapotossina per iniezione ipodermica uccide i conigli alla dose di gr. 0,2, i piccioni alla dose di gr. 0,15: i bovini e gli ovini ne sopportano da 1 a 3 gr. senza inconvenienti.
L'avvelenamento da solanina non è frequente nei nostri paesi; lo è maggiormente là dove molto rilevante è il consumo di patate, trovandosi la solanina nelle patate vecchie, germoglianti, alterate, in proporzione dallo 0,8 al 5 per mille. Non solo a questa sostanza ma pure a certi germi contenuti nell'alimento guasto va attribuito potere patogeno. Ingerita, la solanina provoca azione irritante sulla mucosa gastro-intestinale e quindi, dopo breve tempo, nausea, vomito e diarrea. Insorgono poscia turbe nervose, sonnolenza, cefalea, vertigini, prostrazione. Il polso è piccolo e frequente, il respiro affannoso. Questi sintomi compariscono con un certo ritardo in relazione con il lento riassorbimento del tossico. L'azione emolizzante è intensissima, proprietà caratteristica delle solanine. Si constata perciò emoglobinuria ed ematuria con albuminuria. La pupilla è midriatica. Negli avvelenamenti gravi, rari però, la morte avviene dopo 1-2 giorni con sintomi di paralisi centrale e di collasso. Il vomito e la diarrea, che insorgono spontanei dopo 6-8 ore, rappresentano le difese naturali, che si dovranno coadiuvare completando lo svuotamento e l'eliminazione dei residui tossici. L'astenia miocardica e il collasso richiedono un energico trattamento stimolante.