SOKLOS (Σῶκλος)
Scultore greco, meteco del demo attico di Alopece, il cui nome ci è noto soltanto da un'epigrafe coi conti dei Pritani del 408-7 a. C., in cui appare come esecutore, per sessanta dracme, dell'"uomo che tiene le briglia" nel fregio dell'Eretteo.
Tra i resti gravemente mutili del fregio in marmo pentelico è impossibile riconoscere il pezzo eseguito da Soklos. È stato supposto (Picard) che il gruppo di oscuri meteci, fra i quali è S., appartenesse ancora, pur coi necessarî rinnovamenti, alla mano d'opera inquadrata da Iktinos e Fidia per i grandi lavori di sistemazione urbanistica ed estetica dell'Acropoli.
Bibl.: E. Loewy, I. G. B., n. 526; I. G., I, 324; C. Robert, in Hermes, XXV, 1890, p. 432 ss.; O. Jahn-A. Michaelis, Arx Athenarum, Bonn 19013, p. 112; L. Pallat, in Amer. Journ. Arch., XVI, 1912, p. 175 ss.; St. Casson, Catal. of the Akropolis Museum, II, Cambridge 1921, pp. 19 ss.; 174 ss.; L. D. Caskey, in The Erechteum, Cambridge Mass. 1927, p. 389 ss., tavv. XL-XLVI; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, III A, 1927, c. 802; M. Bieber, in Thieme-Becker, XXXI, 1937, p. 220; Ch. Picard, Manuel, II, 1939, pp. 527; 759; G. Lippold, Griech. Plastik, in Handbuch der Archaeologie, III, i, 1950, p. 193, nota 3.