SOGDIANA
(XXXII, p. 27)
La S., che si estende tra l'Oxo (Amu Darja) e lo Jaxarte (Syr Darja), dall'oasi di Buchara a quella di Samarcanda, dalla valle del fiume Zeravshan a quella del Kashkadarja, è compresa tra la Battriana (il Tocharestan tardoantico e medievale) a sud, la Margiana a ovest, la Ferghana a nord-est e, più lontano, la Chorasmia a nord-ovest. Occupa oggi gran parte del territorio dell'Uzbekistan e la regione nordorientale del Tagikistan, a nord dei monti Hissar.
Fu tra le regioni più importanti del mondo iranico centrasiatico e vide lo sviluppo di una grande tradizione urbana, soprattutto a partire dal 6° secolo a.C. Dovette la propria prosperità a un'agricoltura resa florida da una rete perfezionata di opere d'irrigazione e a un ricco commercio internazionale. L'avanzata achemenide in Asia centrale trovò proprio in S. uno dei più forti focolai di resistenza. Analoga fierezza da parte della popolazione sperimentarono Alessandro e in seguito i Seleucidi, al cui controllo la S. dovette sottrarsi nel corso del 3° secolo a.C. Non è chiaro se sia poi entrata a far parte del regno greco-battriano e più tardi, tra il 1° secolo a.C. e il 4° secolo d.C., dell'impero kushana. Che alcune delle sue principali città battessero moneta fin dagli ultimi secoli a.C. prova in ogni caso l'esistenza di principati locali. Tranne che per brevi periodi, la S. riuscì a sfuggire all'espansione dei Sasanidi. La conquista da parte dei nomadi, i Chioniti prima e, all'inizio del 6° secolo, gli Eftaliti (Unni Bianchi), e le buone relazioni con il primo grande impero dei kaghan turchi a nord e a est, furono preludio alla splendida fioritura dei secoli 7° e 8°. Allora la S., strutturata in diversi principati sotto la preminenza di Samarcanda, dominò, anche attraverso colonie all'estero, le grandi vie commerciali che qui s'incrociavano, in particolare la via della seta tra Cina e Occidente. Nei primi decenni dell'8° secolo si verificarono la conquista araba e, dopo un periodo di rivolte, l'islamizzazione completa della S., che diede poi luogo allo sviluppo di una grandiosa civiltà islamica, soprattutto con i Samanidi (fine 9°-10° secolo) e i Timuridi (14°-16° secolo).
Le recenti ricerche sul terreno illustrano sempre meglio l'importanza della Sogdiana. Gli scavi, condotti in particolare ad Afrasiab (luogo della città di Marakanda, poi Samarcanda, tra il 6° secolo a.C. e il 1220 d.C.), Erkurgan, Tali-Barzu, hanno messo in luce i resti di poderosi sistemi difensivi, di cinte murarie cittadine in mattoni crudi irrobustite da terrapieni e torri, di edifici cultuali con caratteristiche originali. Le figurine di terracotta si distinguono da quelle analoghe delle altre regioni centrasiatiche per una particolare ricchezza iconografica che fa spazio a motivi di diversa origine. Insieme con gli ossuari, spesso decorati da figurazioni a rilievo, esse illustrano la spiritualità mazdaica diffusa tra la popolazione del paese. Di altissimo livello sono le testimonianze dell'età che precede la conquista araba messe in luce nei centri principali della S., da Varakhsha, capitale dell'oasi di Bukhara, ad Afrasiab, a Pendjikent, oltre che nella fortezza sul monte Mug. Come provano i documenti qui rinvenuti nel 1933, questo castello fu sede dell'ultima resistenza opposta agli Arabi da Devashtich, signore di Pendjikent e re di Sogdiana.
Gli impianti urbani sono articolati in settori diversamente pianificati in rapporto alla destinazione, l'architettura residenziale documenta un benessere diffuso tra le diverse classi della popolazione, le case a più piani hanno sale di rappresentanza decorate da pitture murali come i palazzi e i templi. L'architettura è un'arte ricca di soluzioni nell'uso del mattone crudo e del legno, tecnologicamente elaborata e molto curata nell'esecuzione. Īwān aperti all'esterno, portici colonnati e sale quadrate a quattro colonne sono tra i moduli più tipici delle planimetrie. I soggetti delle pitture, degli stucchi, degli intagli lignei, della toreutica, sia che abbiano carattere religioso, sia mitologico, sia profano, ritraggono personaggi dalla fisionomia mongola o indoeuropea e fanno spazio a motivi iranici di varia provenienza, indiani, buddhisti e di lontana origine greco-romana, armoniosamente fusi in uno stile organico assolutamente originale. La grande fioritura artistica di quest'età ha lasciato profonde radici da cui sono ancora germogliati influssi vitali nell'Asia centrale islamica. Vedi tav. f.t.
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