SOFRONISTI (σωϕρονισταί)
Magistratura disciplinare attica il cui compito era la sorveglianza morale degli efebi. La sua istituzione risale alla seconda metà del sec. IV a. C., quando si procedette a un'organica riforma dell'ordinamento degli efebi.
I sofronisti erano eletti per chirotonia (v.) fra gli uomini più reputati, che anche per l'età offrissero garanzia di essere atti al delicato ufficio; infatti, non si poteva essere sofronisti se non dopo i quarant'anni. Ognuna delle dieci tribù sceglieva il proprio sofronista, il quale doveva occuparsi solo degli efebi appartenenti alla propria tribù; a capo dei dieci sofronisti veniva eletto un cosmete; da questo, che rivestiva così la più alta magistratura nell'ordinamento degli efebi, e dalla bulè, i sofronisti erano in continua dipendenza. Ufficio del sofronista era anche provvedere al rancio degli efebi, per il quale lo stato corrispondeva ogni giorno quattro oboli per efebo, e di assistere alla loro preparazione militare. Personalmente ogni sofronista riceveva la diaria giornaliera di una dramma, somma non tenue, se si tiene conto dell'alto potere di acquisto che aveva la moneta in quell'età. Allo scadere dell'ufficio la tribù onorava il proprio sofronista decretandogli solennemente una corona d'oro: il decreto era inciso su pietra ed esposto al pubblico. Di tale istituzione si hanno menzioni sino agli ultimi anni del sec. IV a. C.; essa ricompare sotto Adriano e dura per oltre un secolo (117-262 d. C.); nell'età imperiale il sofronista aveva alle sue dipendenze un ὑποσωϕρονιστής.
Bibl.: U. von Wilamowitz-Moellendorf, Aristoteles u. Athen, I, Berlino 1893, p. 191 segg.; J. Oehler, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, colonne 1104-1106.