Vedi SOFIA dell'anno: 1966 - 1997
SOFIA (v. vol. VII, p. 207 e S 1970, p. 708, s.v. Serdica)
Le importanti scoperte archeologiche, effettuate nella città moderna negli ultimi anni a seguito dell'intensa attività edilizia che ha interessato la capitale bulgara, hanno consentito di modificare e ampliare notevolmente l'immagine di Serdica.
Nel tratto orientale della città è stato infatti scoperto un grande villaggio neolitico (VII-VI millennio), mentre in quello centrale, nei pressi delle acque termali, sono riemerse tracce di un villaggio risalente al Calcolitico (V millennio a.C.) e resti di un villaggio del V-IV secolo.
Gli scavi condotti nel centro di S. hanno invece permesso di arricchire la documentazione relativa alla città romana e tardoantica. Gran parte dei monumenti è stata restaurata ed esposta in situ, realizzando una sorta di grandioso «museo all'aperto». Si è potuto constatare che l'odierna Piazza Sveta Nedelia è situata proprio sull'antico foro e che le due fondamentali arterie stradali, che passano per il centro della città moderna, ricalcano la direzione delle strade romane.
Si è potuta inoltre documentare la presenza nella città antica di un grande edificio pubblico, il c.d. praetorium, conservato fino a 10 m sotto il livello stradale attuale.
L'attività edilizia fu molto vivace agli inizî del IV sec., quando questo centro divenne una delle residenze dell'imperatore Costantino (il quale, al momento di scegliere la capitale, sembra fosse rimasto incerto tra Bisanzio e Serdica). A quest'epoca vanno riferiti sia i resti del palazzo imperiale, di cui sono conservati mosaici pavimentali policromi, sia edifici monumentali pubblici o di culto.
Sono stati evidenziati tratti della rete stradale, la porta orientale con le relative torri poligonali, la porta settentrionale e quella occidentale. Sono state inoltre scavate ampie zone dei quartieri occidentali della città; anch'essi sono stati restaurati e inseriti in una delle stazioni della metropolitana di S. (in costruzione). Tra i rinvenimenti si annoverano molte iscrizioni del II-VI sec. in lingua greca e latina, numerose statue, nonché rilievi votivi in onore di divinità pagane. Tra la fine del III sec. e gli inizî del IV nella città era attiva una zecca di stato.
Serdica fu inoltre un grande centro paleocristiano ed episcopale: sono proseguiti gli scavi nella grande necropoli risalente al IV-V secolo.
La città rimase inclusa nel territorio di Bisanzio, evitando così attacchi e intrusioni slave, fino agli inizî del IX sec., quando entrò nell'ambito dello stato bulgaro medievale. Tra IX e XIV sec. è nota come Sredes, mentre dopo il XV sec. prese il nome dalla basilica monumentale di Serdica, S. Sofia, eretta nel VI secolo.
Bibl.: AA.VV., Serdica. Matériaux et recherches archéologiques, I, Sofia 1964; G. Mihailov, Inscriptiones graecae in Bulgaria repertae, IV. Inscriptiones in territorio Serdicensi et in vallibus Strymonis Nestique repertae, Sofia 1966, nn. 1902-1981; V. Velkov, Roman Cities in Bulgaria. Collected Studies, Amsterdam 1980, in part. pp. 237-244, M. Stančeva, Serdica au Ier-IVe s. de n. ère à la lumière des dernières recherches archéologiques, in BIBulg, XXXVII, 1987, pp. 61-74; AA.VV., Serdica, 2, Sofia 1989.
(V.Velkov)
Museo Storico Nazionale. - Il museo, sorto a cura del Comitato bulgaro per la cultura, è stato fondato nel 1973, trovando un'adeguata collocazione nell'imponente edificio dell'ex Palazzo di Giustizia, ubicato nel centro di Sofia. Nel 1984 è stato inaugurato un primo grande nucleo: il primo piano è dedicato alla preistoria e all'antichità. L'elevato sviluppo culturale delle tribù che popolavano le terre bulgare durante il Neolitico (VI-fine del V millennio a.C.), l'Eneolitico (fine del V-IV millennio) e l'Età del Bronzo (Ill-fine del II millennio) è illustrato da numerose testimonianze: ceramica, strumenti di lavoro e armi di pietra, ossa e metalli, monili, oggetti di culto tutti provenienti dagli scavi di villaggi e necropoli. In una sala a parte sono esposti alcuni corredi della necropoli di Varna, risalente all'Eneolitico (metà del IV millennio), con numerosissimi monili d'oro e amuleti, vasi d'argilla, strumenti e armi di pietra e rame. Dell'apparizione precoce della metallurgia durante l'Eneolitico testimoniano i reperti delle miniere per l'estrazione del rame nelle vicinanze di Stara Zagora (IV millennio). Le falci, le asce e le spade di bronzo, nonché le matrici rinvenute, in argilla e pietra, permettono di seguire lo sviluppo della lavorazione del metallo durante l'intera Età del Bronzo. Un'apposita sala è stata riservata al tesoro di Vălčitrăn (tarda Età del Bronzo), che consta di 13 vasi e coperchi del peso complessivo di 12,5 kg di oro puro.
Importantissima è la sezione riservata alla cultura tracia del I millennio a.C. La prima Età del Ferro (fine del II millennio-VI sec. a.C.) è rappresentata da spade e strumenti di lavoro in ferro, ceramiche dalle forme più svariate e decorate da protuberanze e varî motivi ornamentali, monili, braccialetti e fibule rinvenuti in complessi funerarî, dei secc. XI-VI a.C. Particolarmente originali sono il tesoro di Barzica (VIII-VII sec. a.C.), che consta di quattro cinture d'argento e una d'oro e di un paio di orecchini a navicella, le tre profonde coppe d'argilla, di bronzo e d'oro (VII sec. a.C.) rinvenute a S., nonché la collezione di asce rituali ornate da figure animali. Le tre sale successive illustrano importanti aspetti dello sviluppo storico-culturale dei Traci nei secc. V-I a.C.: stato e potere dei re, economia, arte e religione. I reperti della città tracia di Seuthopolis e i numerosi campioni di ceramica locale e greca, gli armamenti e i monili rinvenuti nelle necropoli tracie, dimostrano sia l'elevato sviluppo dell'artigianato locale, sia gli intensi contatti commerciali e culturali con la Grecia, l'Asia Minore e con altre terre vicine. La ricca ornamentazione di pettorali d'oro, le pesanti armature con cotte di maglia, elmi e ginocchiere sottolineano la potenza politica ed economica dei sovrani e dell'aristocrazia trace. Nel campo dell'artigianato artistico occorre rilevare il ruolo notevolissimo della toreutica: l'esposizione riserva ampio spazio ai numerosi vasi e ornamenti d'argento rinvenuti in corredi funerarî, in tesori oppure in contesti votivi. Fra i vasi predominano le phiàlai e le brocche, mentre più rari sono i rhytà. Forme e decorazioni particolarmente interessanti, con soggetti mitologici, si incontrano sui vasi del tesoro di Borovo (IV sec. a.C.).
Molto raffinato è il corredo funerario rinvenuto nei pressi del villaggio di Kralevo, che comprende appliques dorate per la bardatura del cavallo (III sec. a.C.). Il tesoro di Letnica consta in prevalenza di appliques decorate con soggetti antropomorfi e zoomorfi, caratteristici dell'arte trace nei secc. IV-III a.C. In una sala a parte è esposto il tesoro di Panagjurište (fine del IV-inizio del III sec. a.C.) che comprende un servizio d'oro di 9 vasi: un'anfora, brocche antropomorfe e rhytà del peso complessivo di 6,164 kg. Le tradizioni della toreutica si conservano anche nella tarda epoca ellenistica (II-I sec. a.C.-I sec. d.C.) alla quale risalgono i tre tesori d'argento di Bochot, Jakimovo e Goljama Brestnica.
Verso la fine del I sec. le terre tracie furono conquistate da Roma, e lo sviluppo culturale delle provincie Tracia e Mesia imboccò una nuova via di sviluppo, senza però perdere i legami con le antiche tradizioni. Questa sezione del museo pone l'accento sui momenti salienti dello sviluppo stesso: sono esposti vasi d'argilla, di vetro e di bronzo, monili di metallo e appliques destinate in particolare alla decorazione delle bighe. I numerosi rilievi cultuali sono dedicati a diverse divinità del pantheon tracio e romano: un posto centrale occupa il dio Cavaliere Trace (v.) raffigurato come cacciatore.
Nella sala centrale del museo, insieme con alcuni mosaici della villa romana rinvenuta nei pressi di Ivajlovgrad, sono esposte iscrizioni, lapidi funerarie, statue e ritratti rinvenuti durante gli scavi di santuarî e di grandi centri urbani traci quali Oescus, Novae, Nicopolis ad Istrum, ecc. Alcuni monumenti tardoantichi, o della prima età bizantina, testimoniano la fase della formazione del nuovo stato bulgaro, fondato nel 681.
Parallelamente all'esposizione permanente, il Museo Storico Nazionale da un lato allestisce e ospita mostre temporanee bulgare e straniere, dall'altro organizza e invia all'estero mostre bulgare dedicate a diversi temi, tra cui: L'oro trace, L'icona bulgara, La necropoli eneolitica di Varna, Il tesoro di Rogozen.
(M. Čičikova)