SOFIA
(bulgaro Sofija; lat. Serdica, Ulpia Serdica; Sredec nei docc. medievali)
Capitale della Bulgaria, sorta nella regione interna del paese, nella pianura tra i Balcani e i monti Vitoèa, dove già nell'età neolitica si erano sviluppati numerosi insediamenti, il più importante dei quali si trovava nei pressi della sorgente minerale di acqua calda nell'od. centro della città.Fino al sec. 5° a.C. tale insediamento si sviluppò con il nome di Serdica, come capitale della stirpe trace dei Serdi. Dopo la conquista romana, avvenuta nel 46 d.C., essa fu sede di uno stratega e all'epoca di Traiano (98-117) la città, denominata Ulpia Serdica, ottenne autonomia amministrativa e diritto di monetazione. Sotto Costantino il Grande (306-337) divenne capoluogo della provincia Dacia Mediterranea, residenza imperiale e sede metropolitana (nella seconda metà del sec. 6° sede di un arcivescovo), presso la quale nel 343 o 344 si tenne un concilio ecumenico. Gravemente danneggiata dai numerosi attacchi dei Goti e degli Unni nei secc. 4° e 5° (nel 447 completamente bruciata da Attila), la città ricevette sotto Giustiniano (527-565) una nuova fortificazione, che tuttavia venne più volte oltrepassata dagli Slavi.Dopo la fondazione del regno di Bulgaria, del quale S. fece parte dall'809 con il nome di Sredec, l'importanza della città aumentò e negli anni settanta del sec. 10° divenne temporaneamente capitale del regno bulgaro e sede vescovile; nei secc. 13° e 14°, quando ricevette il nome attuale, conobbe una nuova fioritura economica e culturale. A S. e nei dintorni sorsero numerosi monumenti, tra cui le chiese rupestri presso il fiume Iskăr a N e a Boiana (v.). Durante il dominio turco, dal 1382 al 1877 S. fu sede del governatore della provincia europea; dal 1879 fu di nuovo capitale della Bulgaria.Tra le numerose rovine dei monumenti tardoantichi e altomedievali - che sono così pittorescamente inserite nell'od. città - vanno annoverati i cospicui resti delle mura urbiche, erette sotto gli imperatori Marco Aurelio (161-180) e Commodo (180-192) che vennero rinnovate e ristrutturate nei secc. 6° e 9°-10° e che attualmente racchiudono il centro della città; ciò che rimane della porta orientale, con le due torri triangolari che la fiancheggiavano, è inglobato nel sottopassaggio davanti al palazzo del Consiglio dei Ministri. Ugualmente all'epoca antica risale il nucleo della rotonda di S. Giorgio, che si trova a E del foro, nei pressi delle mura orientali (oggi inglobata nel cortile interno dell'Hotel Sheraton). Si tratta di un edificio a pianta circolare, con abside rettangolare a E e quattro nicchie semicircolari, al quale si aggiungono, a O, un ambiente rettangolare e due atri annessi in seguito; la rotonda e l'ambiente annesso a O sono provvisti di ipocausti. L'originaria destinazione dell'edificio, risalente al sec. 4°, non è stata definitivamente chiarita: forse un martyrium paleocristiano con battistero, oppure parte di un impianto termale, tuttavia già utilizzato come chiesa nel 4° secolo.
Durante la seconda fase costruttiva (ca. 971) - che era chiaramente collegata alla ricostruzione della rotonda come cattedrale patriarcale e alla quale appartengono anche alcuni degli annessi a O - essa venne dipinta per la prima volta e di questa decorazione sono conservati frammenti di affreschi molto significativi con rappresentazioni di profeti e di arcangeli al di sotto della cupola, realizzati secondo la corrente stilistica antichizzante classica della pittura di corte bulgara del 10° secolo. Dopo la distruzione della cupola (sec. 11°), nell'ultimo decennio del sec. 12° la chiesa venne riedificata e dipinta per la seconda volta, con scene di festa e immagini di santi realizzate secondo lo stile classicistico monumentale della pittura religiosa bulgara.Nella cupola, la terza fase della decorazione pittorica (attualmente quasi del tutto caduta) - datata agli anni trenta del sec. 14° e raffigurante Cristo Pantocratore, angeli e profeti - è caratterizzata da uno stile monumentale e fortemente espressivo, che ha notevolmente influenzato lo sviluppo della scuola morava nei Balcani occidentali. Utilizzata nei secc. 14° e 15° come cattedrale metropolitana, sotto il sultano Selim I la rotonda venne trasformata in una moschea (1512-1520). In seguito ai lavori di restauro effettuati negli anni Settanta e negli anni Ottanta la rotonda viene utilizzata come museo.
Meno chiara è la storia architettonica del secondo importante monumento di S., la chiesa di Santa Sofia, che ha dato il nome alla città. Gli scavi inadeguati, effettuati tra la fine del sec. 19° e l'inizio del 20°, e la loro errata interpretazione hanno determinato numerosi fraintendimenti nella ricerca, che in parte non sono stati ancora emendati. I primi studiosi ritenevano, seguendo l'opinione di Filov (1913), che i resti architettonici al di sotto dell'abside dell'od. chiesa - un ambiente rettangolare con conclusione semicircolare a E e mosaico pavimentale figurato, in parte conservato in loco e in parte al Nat. istoricheski muz. di S. - facessero parte di una piccola chiesa dell'inizio del sec. 4°, ritenuta l'edificio che aveva preceduto la chiesa di Santa Sofia. Gli altri resti (principalmente un mosaico pavimentale di alta qualità, distrutto, salvo poche eccezioni, nel corso degli scavi) vennero attribuiti rispettivamente agli edifici successivi, della fine del sec. 4° e dell'inizio e della metà del 5°, mentre l'od. edificio veniva datato alla seconda metà del 5° secolo.Nel corso degli studi successivi è stato invece stabilito, anche se soltanto negli ultimi anni, che il c.d. edificio originario non era una chiesa autonoma, ma un ambiente annesso (catechumenum) a una basilica più grande, della seconda metà del sec. 6°, che doveva trovarsi a E della chiesa di Santa Sofia; le sue forme architettoniche, ma soprattutto i caratteri stilistici e iconografici del mosaico pavimentale, trovano riscontro in analoghi esempi in Grecia, Albania e Macedonia. Quindi, la chiesa attuale non dovette essere edificata prima della metà del sec. 9° e le sue forme architettoniche, così come la tecnica di costruzione, sono da porre in relazione con le analoghe chiese di Santa Sofia a Nesebar (v.) e a Ochrida (v.), ma anche con la grande basilica di Butrinto (v.), tutte costruzioni della stessa epoca. Si tratta di una pseudobasilica a tre navate con tribune, transetto, torre mediana al di sopra dell'incrocio, pronao a tre piani con due torri occidentali a pianta quadrata, le quali, dopo parziali distruzioni, non sono più state ricostruite; trasformata in una moschea nel sec. 16°, dopo il 1900 venne restaurata e riconsacrata come chiesa.S. ospita numerosi musei: il Nat. arheologitcheski muz., fondato nel 1892, che possiede una grande raccolta di arte antica e medievale; il Nat. istoricheski muz.; la Nat. khudozhestvena gal., con una ricca collezione di icone allestita nella cripta della cattedrale Alexander Nevski; il Nat. tsărkoven istoriko-arkheologicheski muz.; il Muz. za istoriya na Sofiya e la Gradska khudozhestvena galeriya.
Bibl.:
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