SODALI e SODALIZÎ
. Nel sacerdozio degli antichi romani, così nella repubblica come nell'impero, si chiamano sodalizî (sodalicia, sodalitates) quelle associazioni religiose, almeno originalmente di carattere gentilizio, con limitato numero di membri che o appartengono alla medesima gens o vengono ammessi nella confraternita per elezione fatta dai sodali (cooptazione). Queste associazioni sono addette al culto di una divinità particolare, sempre fra le più vetuste della religione romana. I membri, che si chiamano sodali o fratelli, indossano nel culto una veste o almeno un distintivo speciali e prendono il nome dallo scopo o dalle forme del rito cui sono addetti: Fratelli Arvali, Luperci, Sodali Tizî, ecc.
Dato il loro carattere gentilizio, è probabile che in origine queste associazioni fossero costituite dai membri di una gens, come i Potizî e i Pinarî per il culto di Ercole, i Quintilî e i Fabiani per quello di Fauno; e che in seguito, a causa della diminuzione o della cessazione della gens, fossero nominati degli estranei a fine di non fare estinguere i sacra, il cui culto aveva anche un interesse pubblico, sia locale sia statale.
L'imperatore Tiberio creò, a somiglianza dei Sodales Titii, i Sodali Augustali per il culto di Augusto deificato.
Un'analoga procedura fu adottata per la istituzione di altre sodalitates, alla morte dei successivi imperatori divinizzati, per rendere loro gli onori del culto e si ebbero i Sodales Claudiales, i Sodales Flaviales o Flavii, i Sodales Titiales, i Sodales Hadrianales. Per gli imperatori che furono successivamente divinizzati non si fece un aumento di numero dei membri del sodalizio, ma soltanto un'aggiunta alla denominazione dei Sodales Antoniniani. Così alla morte di Lucio Vero (anno 169), Marco Aurelio li fece denominare Sodales Antoniani Veriani. Alla morte di Marco Aurelio (anno 180) furono aggiunti i Sodales Marciani Antoniniani o Aureliani Antoniniani. Si ebbero quindi i Sodales Commodiani, in onore di Commodo, gli Helviani, in onore di Pertinace e i Severiani, in onore di Settimio Severo.
Fra i membri di una sodalitas esistevano vincoli sacri, come fra cognati o affines; un sodale non poteva accusare un confratello, né assumerne la difesa in giudizio in qualità di avvocato, né figurare fra i suoi giudici in un processo.
Oltre alle associazioni di carattere religioso, in età repubblicana ve ne furono in Roma altre di carattere politico; a ciascuna di queste si diede il titolo di sodalicium. Scopo precipuo di queste conventicole era di sostenere i loro membri nelle elezioni. Contro gli eccessi di tali associazioni, nell'anno 64 a. C., in seguito alla prima congiura di Catilina, fu promulgato un senatoconsulto che sopprimeva, con qualche eccezione, i collegi politici. Ma Clodio, divenuto tribuno della plebe nell'anno 58 a. C., fece votare una legge con la quale si ripristinava la libertà di associazione (lex Clodia de collegis). Ripullularono in Roma associazioni di ogni genere, finché con un nuovo senatoconsulto dell'anno 56 a. C., i sodalicia furono disciolti. L'anno seguente il provvedimento fu sanzionato con la votazione della lex Licinia de sodaliciis con la quale si punivano con l'esilio i membri delle associazioni elettorali. La misura fu completata da Cesare, che soppresse in modo generale qualsiasi sodalizio, non facendo distinzione fra collegia e sodalicia. Tuttavia, approfittando dell'anarchia che seguì la morte di Cesare, le associazioni si riformarono e Augusto dovette di nuovo provvedere con la lex Iulia de collegis, che regolò per l'avvenire il diritto di associazione. Soppressi tutti i collegi e i sodalizî esistenti, fu stabilito che qualsiasi nuova associazione, per essere legale, doveva ottenere una speciale autorizzazione dal senato; quelle non autorizzate dovevano ritenersi illecite e delittuose. Questa legge fu durante l'impero scrupolosamente osservata.
I termini sodalitas e sodalicium divengono sinonimi, e la voce sodalis assume un significato esteso applicandosi ai membri di tutti i collegi ed associazioni di carattere sia professionale, sia funerario. Delle antiche sodalità ritennero il costume di celebrare sacrifici in comune e banchetti nelle loro sale di riunione (scholae). Presieduti da un magister, avevano i tesorieri (quaestores), i patroni, e si dividevano in decuriae. La loro attività era disciplinata da un regolamento interno (lex), e da decreti che i sodali votavano nelle loro adunanze.
Per il sodalizio come associazione religiosa della Chiesa cattolica, v. confraternita.
Bibl.: Th. Mommsen, De collegiis et sodaliciis Romanorum, Kiel 1843; W. Liebenam, Zur Geschichte und Organisation des römischen Vereinwesens, Lipsia 1890; E. Beurlier, Le culte impérial. Son histoire et son organisation depuis Auguste jusqu'à Justinien, Parigi 1891; J. P. Waltzing, Étude historique sur les corporations professionnelles chez les Romains, Lovanio 1895; M. S. Howe, Fasti sacerdotum P. R. publicorum aetatis imperatoriae, Lipsia 1904, p. 42 seg.; R. Cagnat, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, IV, p. 1371, s. v. Sodales Augustales, p. 1372, s. v., Sodalicium, Sodalitas; F. G. Lo Bianco, Storia dei collegi artigiani dell'impero, Roma 1934.