Societas Raffaello Sanzio
Socìetas Raffaèllo Sànzio. – Compagnia teatrale, una delle più significative del teatro di ricerca. Fondata nel 1981 a Cesena da Romeo Castellucci, da sua sorella Claudia, dalla moglie Chiara e dal cognato Paolo Guidi, si è imposta a livello mondiale per il suo forte sperimentalismo. Nei suoi allestimenti provocatori, in cui vengono recuperati il simbolismo e la ritualità, viene reiventata una drammaturgia riscoprendo la sua specificità nella sintesi di diversi linguaggi espressivi (videoinstallazioni, performance, ecc.). Dopo l’esordio con Santa Sofia. Teatro khmer (1985), vennero affrontati personaggi del mito con La discesa di Inanna (1989), Gilgamesh (1990) e Iside e Osiride (1991). Nel 1992 andò in scena un’originale lettura dell’Amleto shakespeariano, Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco, considerato dalla critica europea come uno spettacolo epocale, cui seguirono I trionfi del teatro come potenza passiva colpa e sconfitta (1993), Orestea. Una commedia organica? (1995) e Genesi. From the museum of sleep (1999). Dal 2002 al 2004 è stato proposto un ciclo di rappresentazioni in cui è stato rimesso al centro della scena l'enigma della vita e dell'essere, Tragedia Endogonidia, un'opera unica, formata da undici episodi ognuno dei quali si riferisce a una città da cui prende il nome (C.#01 Cesena, A.#02 Avignon, 2002; B.#03 Berlin, BR.#04 Bruxelles/Brussel, BN.#05 Bergen, P.#06 Paris, R.#07 Roma, 2003; S.#08 Strasbourg, L.#09 London, M.#10 Marseille, C.#11 Cesena, 2004). Dopo The cryonic chants (2005), Hey girl! (2006), Vexilla regis prudent inferni (2007), Madrigale appena narrabile (2007), nel 2008 la compagnia ha presentato l’epica trilogia La divina commedia – Inferno, Purgatorio (con una grandiosa scenografia, artifici tecnici, e un’imponente colonna sonora) e Paradiso –, una profonda interrogazione sull’identità dell’artista con lo straordinario lavoro sonoro di S. Gibbons che contribuisce alla narrazione dei diversi passaggi. Nel 2010, in una scena iperrealistica, si muove il protagonista del discusso Sul concetto di volto nel Figlio di Dio, cui sono seguiti Parsifal (2011), che ha segnato il debutto come regista d'opera di Castellucci, e Il velo nero del pastore (2011, debutto in Francia), ispirato da una novella di N. Hawthorne, un pretesto per proseguire la ricerca duplice tra lo svelare e il celare.