socialite
s. m. e f. inv. Chi è noto per frequentare l’alta società e partecipare assiduamente a eventi mondani.
• La porta bianca socchiusa che lascia filtrare un fascio di luce e un tocco magico di musica swing. In questa lussuosa ed elegante casa abita la bella e single Juliana Glover Weiss, trentenne socialite di Washington, repubblicana conservatrice che appoggia John McCain, entrata in scena con l’ex ministro della Giustizia John Ashcroft, ma molto aperta al cambiamento. Serata mondana. Luci soffuse. Camini accesi. Un buffet sconfinato. (Carlo Rossella, Stampa, 14 gennaio 2008, p. 29, Società e Cultura) • Gore Vidal, lo scrittore, critico, dandy, politologo, socialite, insomma, il grande personaggio che se ne è andato ieri, nella sua casa di Los Angeles, a 86 anni ormai portati con fatica, era bello, grande, elegante, patrizio. E, sotto le sue perfette grisaglie da aristocratico americano, sotto la sua aria kennedyana e il suo chic anticonformista, era litigioso, pugnace, battagliero, pronto in ogni momento allo scontro ideologico ‒ e qualche volta, come testimonia la sua biografia, allo scontro fisico. (Irene Bignardi, Repubblica, 2 agosto 2012, p. 38, Cultura) • Lei [María Isabel Preysler Arrastía], sempre gran socialite e protagonista di copertine glamour, era in transito sentimentale: aveva già da tempo chiuso con Julio Iglesias, conosciuto anche lui via intervista alla maniera di Jacqueline Bouvier con John Kennedy, si era nel frattempo presa e lasciata con il secondo sposo, il marchese di Griñón Carlos Falcó, e stava per impalmare il terzo, Miguel Boyer, ministro delle Finanze spagnole. (Maria Luisa Agnese, Corriere della sera, 4 luglio 2016, p. 19, Cronache).
- Dal s. ingl. socialite.
- Già attestato nella Stampa del 21 marzo 1979, p. 3 (Furio Colombo).