social card
loc. s.le f. inv. Contributo pubblico erogato in forma di carta di credito per chi vive in condizioni disagiate.
• resta l’impressione che si cerchino nuove vie per incassare i 200 milioni attesi nel 2008 dalla sovrattassa sui super-profitti dell’energia, necessari a finanziare l’intervento a favore delle fasce sociali deboli attraverso la «social card». (Luigi Grassia, Stampa, 8 luglio 2008, p. 24, Economia) • «Se malauguratamente non dovessimo riuscire a bloccare l’Iva, affronteremo di petto il tema del potere d’acquisto delle fasce mediobasse, valuteremo l’estensione della social card per sostenere famiglie e consumi. Questo governo deve assolutamente agganciare i primi segni di ripresa. Deve avere il tempo di farlo» (Graziano Delrio intervistato da Marco Iasevoli, Avvenire, 23 giugno 2013, p. 5, Primo piano) • Alla mensa della Caritas di via delle Cateratte una fila ordinata aspetta il pasto. «Tra queste persone c’è anche gente che non ha più diritto alla social card», racconta suor Raffaella Spiezio, presidente della Caritas livornese. (Gabriele Martini, Secolo XIX, 9 giugno 2016, p. 3, Primo piano).
- Espressione inglese composta dall’agg. social ‘sociale’ e dal s. card ‘tessera, carta di credito’.
- Già attestato nella Stampa del 12 settembre 1997, p. 1, Prima pagina.
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