soblimare [per la var. sublimare adottata dalla '21 e dal Casella, v. Petrocchi, ad l. e Introduzione 433]
In senso materiale, con il significato di " raddrizzare ", " far rialzare ", ricorre nella similitudine introdotta a descrivere il comportamento di D. che, oppresso da improvviso stupore, mentre Beatrice parla, piega il capo, ma subito lo risolleva perché è reso ardito dal desiderio ardente di parlare ad Adamo: Pd XXVI 87 Come la fronda che flette la cima / nel transito del vento, e poi si leva / per la propria virtù che la soblima, per la sua propria forza elastica " che la porta a stare eretta ".
La coerenza dell'immagine è colta dall'Ottimo nel fatto che, come una pianta piegata dal vento naturalmente riprende la sua posizione, così il religioso sgomento di D. è vinto " dalla virtù naturale per la quale ogni uomo desidera di sapere ". Con più perspicua puntualità il Fallani nota come la metafora continui la preziosa qualità del linguaggio, tutto contesto d'immagini di derivazione evangelica, con il quale poco prima D. ha proclamato il suo amore per il prossimo (vv. 64-65 Le fronde onde s'infronda tutto l'orto / de l'ortolano etterno, am'io).
Ha il valore traslato di " esaltare ", " elevare spiritualmente ", nella definizione che s. Benedetto dà della dottrina evangelica come della verità che tanto ci soblima (Pd XXII 42) o perché fa gli uomini figli di Dio o perché li rende degni di assurgere alla beatitudine eterna.
Anche in questo caso il vocabolo s'inserisce armonicamente in un contesto in cui domina l'idea dell'elevazione verso l'alto; infatti, come osserva il Pasquazi (All'eterno dal tempo, Firenze 1966, 289), la figura di s. Benedetto " è presentata in un circolo di parole e di espressioni che costituiscono... la sua cornice naturale: monte, cima, verità, grazia, sublima [cfr. vv. 37-43]: tutto è in alto o tende all'alto ".