soapizzazione
s. f. (iron.) Scivolamento verso i toni da telenovela.
• Le recenti polemiche hanno prodotto un ennesimo neologismo: «soapizzazione del conflitto politico». Accentuati sintomi erano stati già avvertiti, tuttavia il sapone non aveva generato tanta schiuma. Né detergente, né balsamica. (Dino Basili, Avvenire, 14 maggio 2009, p. 2, Seconda pagina) • Un sintomo della crisi del mercato è l’importazione di format stranieri: persino di commedie dalla Spagna, con la differenza che lo stesso programma lì costa a puntanta 400mila euro, da noi 1,4 milioni. «I budget delle reti televisive diminuiscono ‒ sottolinea Carlo Bixio, presidente della romana Publispei (Cesaroni, Medico in famiglia, Tutti pazzi per amore) ‒ ma loro vogliono lo stesso prodotto. Una delle derive è quella che chiamo “soapizzazione” del linguaggio, con l’abbassamento della qualità e il distacco del pubblico. Il risultato è il maggior ricorso all’acquisto del prodotto straniero». (Marco Mele, Sole 24 Ore, 10 novembre 2010, p. 28) • A tratti, la serie [«I liceali»] sembra cedere a una certa «soapizzazione» del racconto, ma resta comunque uno degli esperimenti di fiction italiana più interessanti degli ultimi anni. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 20 maggio 2011, p. 71).
- Derivato dalla loc. s.le ingl. soap (opera) con l’aggiunta del suffisso -izzazione.