SMIKROS (Σμίκρος)
Ceramografo attico, la cui attività sembra esser concentrata entro l'ultimo decennio del VI sec. a. C. Firma come pittore due stàmnoi, mentre il nome appare ugualmente in una iscrizione non ricostruibile sull'anfora G 107 del Louvre, che è da attribuire alla cerchia di Euphronios. In ogni modo anche questo documento dubbioso serve a confermare l'indubbia dipendenza del pittore dal grande maestro.
J. D. Beazley attribuisce a S. un ristretto gruppo di vasi in cui il linguaggio sovranamente ampio e l'elevata spiritualità di Euphronios vengono riecheggiati in maniera trita e faticosa. Una rivendicazione delle qualità artistiche di S. è stata tentata da E. Buschor in base a una precisa valutazione delle figure insolitamente attraenti e suggestive del notissimo stàmnos di Bruxelles. La chiave per queste sconcertanti ineguaglianze di livello artistico è stata peraltro indicata con sottile intuizione da J. D. Beazley (Potter and Painter, 1946, p. 19). Come egli osserva, il vaso di Bruxelles è indubbiamente un'opera ineguale, con momenti di grande felicità artistica e tratti di stanchezza. Il punto focale di intensità poetica è rappresentato dalla intensa spiritualità del personaggio adagiato a banchetto, isolato e irraggiungibile nel suo mondo di leggera, ispirata ebbrezza. L'incrinatura è nel fatto che mentre nel volto levato di questo protagonista sembra di intendere la sapienza e l'estasi di chi ascolta voci arcane e la musica delle sfere, le figure intorno a lui appaiono sorde, come non tocche dalla grazia. Questa disarmonia si chiarisce quando si osserva che il personaggio poetico è designato dalla iscrizione come S.: come se il pittore avesse voluto gonfiare il personaggio dei suoi sogni e delle sue aspirazioni, in una sorta di confessione autobiografica che esclude le altre figure.
J. Raubitschek ha proposto di identificare con S. il dedicante di una base dell'Acropoli, fatto che, se confermato, sembrerebbe indicare per il pittore una posizione sociale e un successo non sufficientemente giustificati da quanto è dato di conoscere delle sue realizzazioni.
Bibl.: C. Gaspar, in Mon. Piot, IX, 1902, p. 17 ss.; J. C. Hoppin, Red-fig., II, p. 416; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, p. 444; J. D. Beazley, Vasenm. Rot-fig., p. 62; id., Red-fig., p. 20 ss.; id., Potter and Painter, Londra 1946, p. 19; A. Raubitschek, Dedications on the Athenian Akropolis, Cambridge 1949, p. 53.