slowfoodista
(slow-foodista), agg. (scherz.) Che si richiama al movimento Slow Food, fondato nel 1986 da Carlo Petrini.
• (antropologicamente parlando) la marca o finta non-marca che scegliamo deve essere «buona da mangiare» (o da indossare, ma nel nostro caso di controfighetti slow-foodisti l’edibilità è importante) ma soprattutto «buona da pensare». (Maria Laura Rodotà, Corriere della sera, 18 gennaio 2012, p. 38, Eventi) • Quando il primo marzo Carlo Petrini annunciò in conferenza stampa che l’evento-culto di Slow Food avrebbe abbandonato i padiglioni del Lingotto per diventare open air, un brivido di freddo aveva percorso la sala del Castello del Valentino. Certo, esisteva il precedente di «Cheese», ma la fiera dei formaggi di Bra è grande quanto un mignolo del gigantesco totem slowfoodista. E comunque, le edizioni segnate dalla pioggia sono un ricordo tristanzuolo e indelebile nella storia della manifestazione. Invece il tempo ha retto benissimo e nemmeno una nuvoletta di fantozziana memoria si è frapposta tra le ansie degli organizzatori e le aspettative dei visitatori. (Licia Granello, Repubblica, 26 settembre 2016, p. 20).
- Derivato dalla loc. s.le m. inv. slow-food con l’aggiunta del suffisso -ista.
- Già attestato nella Repubblica del 23 ottobre 2004, Torino, p. XI (Vera Schiavazzi), usato come s. m.